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Riscossione frazionata: illegittima dopo giudicato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8051/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di riscossione frazionata. Un contribuente si è opposto a una cartella di pagamento emessa sulla base di questo meccanismo, sostenendo che la sentenza sul debito d’imposta era già diventata definitiva (passata in giudicato). La Corte ha accolto il ricorso, chiarendo che la riscossione frazionata è uno strumento applicabile solo durante la pendenza del processo tributario, non dopo la sua conclusione con una sentenza definitiva. L’utilizzo di tale procedura dopo il giudicato costituisce una violazione di legge.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riscossione Frazionata: Stop dell’Agenzia Entrate dopo la Sentenza Definitiva

L’istituto della riscossione frazionata rappresenta uno strumento cruciale nel diritto tributario, consentendo all’Amministrazione Finanziaria di incassare una parte delle imposte contestate anche mentre il contenzioso è ancora in corso. Tuttavia, quali sono i limiti di questo potere? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 8051 del 25 marzo 2024, ha tracciato una linea netta: tale meccanismo è legittimo solo in pendenza di giudizio e non può essere utilizzato dopo che una sentenza è passata in giudicato. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’impugnazione di una cartella di pagamento relativa all’IRPEF per l’anno 2004. Tale cartella era basata su un avviso di accertamento che era stato oggetto di un precedente contenzioso. Il processo si era concluso con una sentenza di primo grado, non impugnata e quindi passata in giudicato, che aveva parzialmente annullato la pretesa fiscale.

Nonostante la formazione del giudicato, l’Agenzia delle Entrate aveva deciso di procedere al recupero del residuo importo dovuto attraverso il meccanismo della riscossione frazionata, notificando due distinti ruoli in anni diversi. Il contribuente ha impugnato il primo di questi ruoli, sostenendo che l’Agenzia avesse applicato in modo errato la normativa, poiché non era più possibile procedere con una riscossione provvisoria e frazionata a fronte di una sentenza ormai definitiva.

Mentre i giudici di primo e secondo grado avevano dato torto al contribuente, ritenendo legittima la cartella in quanto basata su un titolo giudiziale, la questione è approdata in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla riscossione frazionata

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del contribuente. Il punto centrale della controversia ruotava attorno all’interpretazione dell’articolo 68 del D.Lgs. n. 546/1992, che disciplina appunto la riscossione del tributo in pendenza di giudizio.

I giudici di legittimità hanno chiarito che la ratio della norma è quella di bilanciare l’interesse dello Stato a riscuotere i tributi con il diritto del contribuente alla tutela giurisdizionale. Questo equilibrio si realizza permettendo una riscossione parziale e graduale (frazionata) del debito mentre il processo è in corso. Tuttavia, una volta che il processo si conclude con una sentenza passata in giudicato, questo scenario cambia radicalmente.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che la riscossione frazionata presuppone, per sua stessa natura, la pendenza del processo. È uno strumento provvisorio legato all’incertezza dell’esito del giudizio. Nel momento in cui interviene una sentenza definitiva, l’importo dovuto dal contribuente non è più un’ipotesi da riscuotere in via provvisoria, ma un credito certo, liquido ed esigibile, cristallizzato nel titolo giudiziale.

Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate non può più avvalersi delle regole previste per la pendenza del giudizio. Deve, invece, procedere alla riscossione dell’intero importo definito dalla sentenza, secondo le ordinarie procedure esecutive basate su un titolo definitivo. L’aver operato un frazionamento dell’importo dopo la formazione del giudicato, come se il processo fosse ancora aperto, costituisce una violazione e una falsa applicazione della legge.

La sentenza impugnata è stata cassata perché, pur avendo riconosciuto il passaggio in giudicato della decisione precedente, non ha tratto le corrette conclusioni giuridiche, omettendo di spiegare perché le somme fossero state correttamente richieste con una procedura destinata a situazioni non ancora definite.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un principio di certezza giuridica fondamentale per i contribuenti. Viene stabilito in modo inequivocabile che gli strumenti di riscossione provvisoria, come la riscossione frazionata, hanno un ambito di applicazione temporale ben definito e limitato alla durata del contenzioso.

Una volta formatosi il giudicato, l’Amministrazione Finanziaria perde il potere di utilizzare tali strumenti e deve attenersi alle regole previste per l’esecuzione dei titoli definitivi. Per i contribuenti, ciò significa una maggiore tutela contro azioni di recupero improprie e la garanzia che, una volta definita una controversia in via definitiva, le modalità di riscossione seguiranno un percorso chiaro e non più frazionabile secondo le logiche della provvisorietà.

Quando è applicabile la riscossione frazionata dei tributi?
La riscossione frazionata, ai sensi dell’art. 68 del d.lgs. n. 546/1992, è applicabile esclusivamente durante la pendenza di un processo tributario, ovvero quando non si è ancora formata una sentenza definitiva.

È possibile per l’Agenzia delle Entrate avviare una riscossione frazionata dopo che una sentenza è diventata definitiva?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una volta che la sentenza è passata in giudicato, la riscossione frazionata non è più possibile. L’Agenzia deve procedere al recupero dell’intero importo accertato dalla sentenza definitiva, non potendo più applicare le regole della riscossione provvisoria.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate utilizza la riscossione frazionata in modo illegittimo?
Se l’Agenzia delle Entrate utilizza la riscossione frazionata dopo la formazione del giudicato, come nel caso esaminato, commette una violazione di legge. Di conseguenza, la cartella di pagamento basata su tale procedura illegittima può essere annullata dal giudice tributario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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