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Riscossione frazionata e pendenza di giudizio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25469/2024, si è pronunciata sul tema della riscossione frazionata dei tributi. Il caso riguarda un’associazione Onlus che, dopo la cancellazione dal registro e i conseguenti avvisi di accertamento, otteneva la reintegrazione con effetto retroattivo. La Corte ha stabilito che la riscossione provvisoria diventa illegittima se la sentenza di primo grado, su cui si basa, viene riformata o se l’atto impositivo presupposto viene annullato, come nel caso di specie, dove la reintegrazione nel registro Onlus ha fatto venir meno il fondamento stesso della pretesa fiscale.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riscossione frazionata: la Cassazione sui limiti in pendenza di giudizio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è intervenuta per fare chiarezza sulle regole della riscossione frazionata dei tributi, specialmente quando l’atto su cui si fonda la pretesa fiscale viene meno nel corso del giudizio. Questa pronuncia offre importanti spunti sulla tutela del contribuente e sui poteri dell’Amministrazione Finanziaria.

I Fatti del Caso: Cancellazione e Riscossione

Una associazione Onlus si è vista recapitare diverse cartelle di pagamento per imposte relative agli anni dal 2002 al 2006. La pretesa del Fisco nasceva dalla cancellazione dell’ente dal registro delle Onlus, un atto che aveva comportato la perdita dei benefici fiscali. L’associazione aveva impugnato gli atti impositivi, ma le decisioni di primo grado le erano state sfavorevoli.

Nel frattempo, però, con una diversa sentenza passata in giudicato, la Commissione Tributaria Regionale aveva annullato la cancellazione dal registro, disponendo la reintegrazione dell’associazione con efficacia retroattiva (ex tunc). Di conseguenza, il presupposto stesso della pretesa tributaria era venuto meno.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

I giudici di secondo grado avevano dato ragione all’associazione, annullando le cartelle di pagamento. Secondo la Commissione Tributaria Regionale, la reintegrazione dell’ente nel registro Onlus aveva reso la pretesa del Fisco insussistente. Inoltre, avevano sottolineato che l’Amministrazione Finanziaria, in virtù del proprio potere di autotutela, avrebbe dovuto annullare gli atti impositivi ormai infondati.

L’Analisi della Cassazione: La Riscossione Frazionata

L’Agenzia Fiscale ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi. La Corte Suprema ha rigettato i primi due, ma ha accolto il terzo, ritenendolo decisivo per la risoluzione della controversia.

Il Primo Motivo: La Motivazione Apparente

L’Agenzia lamentava che la sentenza regionale avesse una motivazione apparente, non spiegando chiaramente il nesso logico tra la sentenza di reintegrazione e l’annullamento delle cartelle. La Cassazione ha respinto questa censura, ritenendo che la motivazione, seppur concisa, fosse chiara: venuto meno l’atto di cancellazione, veniva meno anche il fondamento della pretesa tributaria.

Il Secondo Motivo: Il Giudicato Esterno

Il Fisco sosteneva una violazione dei principi del giudicato esterno, affermando che la sentenza di reintegrazione non potesse influire su pretese fiscali ormai cristallizzate in altre sentenze. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile, poiché la Corte regionale non aveva applicato i principi del giudicato, ma aveva semplicemente preso atto del crollo del presupposto impositivo.

Il Terzo Motivo Accolto: Le Regole sulla Riscossione Frazionata

Il punto centrale della decisione riguarda il terzo motivo, che è stato accolto. La Cassazione ha chiarito che il caso in esame rientra nell’ambito della riscossione frazionata in pendenza di giudizio, disciplinata dall’art. 68 del D.Lgs. n. 546/1992. Questa norma consente all’Amministrazione di riscuotere una parte delle imposte (ad esempio, i due terzi dopo una sentenza di primo grado sfavorevole al contribuente) anche se il processo non è ancora concluso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la riscossione frazionata è un meccanismo provvisorio e interinale. La sua legittimità è strettamente legata all’esito del giudizio. Se una sentenza, anche non definitiva, annulla l’atto impositivo presupposto, viene meno il titolo stesso su cui si fonda la pretesa tributaria. Di conseguenza, l’iscrizione a ruolo e la cartella di pagamento diventano illegittime e devono essere annullate. Nel caso specifico, le cartelle erano state emesse sulla base delle sentenze di primo grado sfavorevoli all’associazione. Tuttavia, la successiva reintegrazione dell’ente nel registro Onlus con effetto ex tunc ha annullato il fondamento di quegli atti impositivi. La Commissione Tributaria Regionale, pur giungendo a una conclusione corretta nell’annullare le cartelle, non ha applicato correttamente questo principio, limitandosi a un generico richiamo al potere di autotutela. La Cassazione ha quindi cassato la sentenza, rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per una nuova valutazione basata sui corretti principi di diritto in materia di riscossione frazionata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale a tutela del contribuente: la riscossione provvisoria non può sopravvivere se il suo presupposto giuridico viene meno. Anche se l’Amministrazione Finanziaria può legittimamente avviare la riscossione dopo una sentenza di primo grado a sé favorevole, questa attività è ‘travolta’ da decisioni successive che annullano l’atto impositivo. Il contribuente ha quindi il diritto di veder annullate le cartelle di pagamento emesse in via provvisoria se, nel corso del giudizio, una sentenza (anche di un altro procedimento collegato) ne fa crollare le fondamenta.

Come influisce l’annullamento di un atto impositivo sulla riscossione provvisoria già avviata?
L’annullamento dell’atto impositivo, anche se disposto da una sentenza non ancora definitiva, fa venir meno il titolo su cui si fonda la pretesa tributaria. Di conseguenza, l’iscrizione a ruolo e la cartella di pagamento emesse in via provvisoria diventano illegittime e devono essere annullate, in quanto ‘travolte’ dalla nuova decisione.

Cosa regola la riscossione frazionata dei tributi durante un processo?
La riscossione frazionata in pendenza di giudizio è regolata principalmente dall’art. 68 del decreto legislativo n. 546 del 1992. Questa norma stabilisce le percentuali del tributo che possono essere riscosse provvisoriamente dopo le sentenze dei vari gradi di giudizio, prima che la decisione diventi definitiva.

Le cartelle di pagamento basate su sentenze di primo grado sono definitive?
No, le cartelle emesse in esecuzione di sentenze di primo grado (non definitive) si basano su un’iscrizione a ruolo provvisoria. La loro legittimità dipende dall’esito finale del processo tributario. Se le sentenze di primo grado vengono riformate o cassate, o se l’atto presupposto viene annullato, anche le cartelle di pagamento perdono la loro efficacia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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