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Risarcimento danni Agenzia Entrate: la giurisdizione

Una società ha richiesto il risarcimento danni all’Agenzia delle Entrate per una presunta condotta illecita, separatamente dall’impugnazione dell’avviso di accertamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione per tali cause spetta al giudice ordinario e non a quello tributario, poiché la domanda si fonda sulla lesione di un diritto soggettivo e sul principio generale del ‘neminem laedere’, esterno al rapporto tributario.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Risarcimento danni Agenzia Entrate: quando la causa spetta al Giudice Ordinario

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce i confini della giurisdizione in materia di risarcimento danni Agenzia Entrate. La decisione stabilisce che, qualora la richiesta di risarcimento si fondi su una condotta illecita dell’Amministrazione Finanziaria, indipendente dalla pretesa tributaria in sé, la competenza a decidere spetta al giudice ordinario e non alle Corti di giustizia tributaria. Questa pronuncia consolida un principio fondamentale a tutela del cittadino e delle imprese.

I fatti del caso: una richiesta di ristoro per condotta illegittima

Una società commerciale conveniva in giudizio l’Agenzia delle Entrate dinanzi al Tribunale civile. L’azienda non contestava nel merito l’avviso di accertamento fiscale ricevuto (già impugnato nella sede competente, ovvero la Corte di giustizia tributaria), ma chiedeva il risarcimento dei danni subiti a causa di una presunta condotta illecita tenuta dall’Ente impositore. Secondo la società, l’Agenzia aveva agito in violazione dei principi di legalità, correttezza e buona amministrazione, causando un danno patrimoniale quantificato in oltre 60.000 euro, comprensivo di spese legali e costi per la stipula di una polizza assicurativa.

L’Agenzia delle Entrate si difendeva eccependo il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, sostenendo che la controversia dovesse rientrare nella competenza esclusiva del giudice tributario. Di fronte a questa eccezione, la società proponeva un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione per dirimere la questione.

La questione di giurisdizione: Giudice Ordinario o Tributario?

Il cuore della controversia verteva sull’individuazione del giudice competente a decidere su una domanda di risarcimento danni derivante da un’azione amministrativa in materia fiscale. La domanda era: una pretesa risarcitoria basata su un comportamento illecito dell’Amministrazione, che lede l’integrità patrimoniale del contribuente, rientra nella giurisdizione tributaria o in quella ordinaria?

La società attrice sosteneva che la propria azione fosse un’ordinaria richiesta di risarcimento per fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 del codice civile, basata sul principio del neminem laedere (non danneggiare nessuno). La lesione lamentata non riguardava la legittimità dell’atto impositivo, ma la violazione di un diritto soggettivo all’integrità patrimoniale, causata da un comportamento contra ius dell’Ente.

Le motivazioni della Cassazione sul risarcimento danni Agenzia Entrate

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto la tesi della società, affermando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha ribadito un orientamento ormai consolidato, secondo cui le controversie relative a domande di risarcimento danni basate su comportamenti illeciti dell’Amministrazione Finanziaria non rientrano nelle fattispecie tipizzate devolute alla giurisdizione esclusiva delle Commissioni Tributarie (oggi Corti di giustizia tributaria) dall’art. 2 del D.Lgs. 546/1992.

La motivazione si fonda su un punto cruciale: la domanda non contesta l’esercizio del potere impositivo, ma un comportamento che si pone al di fuori di esso, violando norme primarie come il principio del neminem laedere. L’attività della Pubblica Amministrazione, anche in campo tributario, deve svolgersi nel rispetto non solo della legge, ma anche dei doveri di correttezza e buona amministrazione (art. 97 Cost.). Quando la violazione di tali doveri determina la lesione di un diritto soggettivo, causando un danno ingiusto, la posizione del cittadino è tutelabile dinanzi al giudice ordinario. A quest’ultimo è consentito accertare se vi sia stato un comportamento colposo dell’Amministrazione che abbia determinato la violazione di un diritto soggettivo, pur senza poter sindacare l’opportunità delle scelte discrezionali dell’ente.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza conferma un importante baluardo di tutela per i contribuenti. Si stabilisce chiaramente che l’Amministrazione Finanziaria non gode di un’immunità per i comportamenti illeciti tenuti nello svolgimento delle sue funzioni. Se un contribuente ritiene di aver subito un danno patrimoniale a causa di una condotta dell’Agenzia delle Entrate che travalica i limiti della legalità e della correttezza, può adire il giudice civile per ottenerne il ristoro. Ciò vale anche se parallelamente è in corso un contenzioso tributario per contestare l’atto impositivo. La decisione separa nettamente il piano del rapporto tributario (di competenza del giudice speciale) da quello della responsabilità per fatto illecito (di competenza del giudice ordinario), garantendo una tutela piena ed effettiva dei diritti del cittadino.

A quale giudice devo rivolgermi se ritengo di aver subito un danno da un comportamento illecito dell’Agenzia delle Entrate, separato dalla pretesa fiscale?
Secondo la Corte di Cassazione, la domanda di risarcimento danni basata su comportamenti illeciti dell’Amministrazione Finanziaria deve essere proposta dinanzi al giudice ordinario (il Tribunale civile).

La giurisdizione del giudice tributario è sempre esclusiva per le controversie con l’Agenzia delle Entrate?
No. La giurisdizione del giudice tributario è limitata alle materie specificamente elencate dalla legge. Non include le domande risarcitorie fondate su un comportamento illecito dell’Amministrazione che lede un diritto soggettivo del contribuente, poiché tale pretesa è indipendente dal rapporto tributario.

Una richiesta di risarcimento danni contro l’Amministrazione Finanziaria può basarsi sulla violazione di principi generali come legalità e buona amministrazione?
Sì. La Corte afferma che la violazione dei principi di legalità, imparzialità e buona amministrazione, sanciti dall’art. 97 della Costituzione, qualora determini la lesione di un diritto soggettivo e un danno patrimoniale, è conoscibile dal giudice ordinario ai fini risarcitori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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