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Riqualificazione energetica: bonus anche sui beni merce

Un contribuente si è visto negare la detrazione per spese di riqualificazione energetica sostenute dalla società venditrice, poiché l’immobile era un ‘bene merce’. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il beneficio fiscale per la riqualificazione energetica spetta anche alle società immobiliari per interventi su immobili destinati alla vendita, in virtù dell’interesse pubblico al risparmio energetico.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riqualificazione energetica: la Cassazione conferma il bonus anche per gli immobili ‘merce’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di agevolazioni fiscali: il bonus per la riqualificazione energetica spetta anche alle società immobiliari per interventi realizzati su immobili destinati alla vendita, i cosiddetti ‘beni merce’. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai contribuenti e chiarisce la portata di una delle più importanti agevolazioni fiscali del nostro ordinamento.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla dichiarazione dei redditi di un contribuente per l’anno d’imposta 2009. Quest’ultimo aveva acquistato un immobile da una società e aveva portato in detrazione le spese per interventi di risparmio energetico eseguiti dalla stessa società venditrice. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, recuperava a tassazione la somma, sostenendo che l’agevolazione non fosse applicabile. La motivazione dell’Ufficio era che l’immobile, per la società che aveva eseguito i lavori, costituiva un ‘bene merce’ e non un bene strumentale, escludendo così, a suo avviso, il diritto al beneficio.

Il contribuente impugnava l’atto impositivo. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva parzialmente il ricorso annullando le sanzioni, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, dando piena ragione all’Amministrazione finanziaria. Secondo i giudici d’appello, un’interpretazione sistematica della norma escludeva l’applicabilità del bonus agli immobili oggetto dell’attività d’impresa, come i beni merce delle società immobiliari. Di qui, il ricorso del contribuente in Cassazione.

L’Analisi della Corte sulla Riqualificazione Energetica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. I giudici di legittimità hanno richiamato il loro consolidato orientamento, secondo cui il beneficio fiscale per la riqualificazione energetica di edifici esistenti spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società immobiliari, che abbiano sostenuto le relative spese.

La Corte ha sottolineato che l’agevolazione ha lo scopo di incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale. Questo obiettivo risponde a un interesse pubblico generale di risparmio energetico. La formulazione letterale della norma (Legge n. 296 del 2006) non prevede limitazioni di carattere soggettivo (escludendo le imprese) od oggettivo (escludendo i beni merce) che possano giustificare un’interpretazione restrittiva.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla ratio della legge. L’intento del legislatore è promuovere una generalizzata operatività della detrazione d’imposta per favorire la tutela dell’ambiente e la riduzione dei consumi. Escludere le società immobiliari e i loro interventi su beni destinati alla vendita sarebbe contrario a tale finalità, creando una irragionevole disparità di trattamento e ostacolando il miglioramento energetico di una parte significativa del patrimonio edilizio.

La Commissione Tributaria Regionale ha quindi errato nell’affermare che l’agevolazione non competesse alla società immobiliare. Poiché il diritto al beneficio fiscale sussisteva in capo alla società che ha effettuato i lavori, di conseguenza anche il contribuente che ha acquistato l’immobile e ha correttamente indicato le spese in dichiarazione aveva pieno diritto a fruire della detrazione.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione è di grande importanza pratica. Essa conferma che il bonus per la riqualificazione energetica è un’agevolazione ad ampio raggio, non limitata ai soli privati o ai beni strumentali delle imprese. Le società di costruzione e immobiliari possono quindi effettuare interventi di efficientamento energetico sui loro immobili destinati alla vendita, sapendo che il beneficio è riconosciuto. Questo non solo avvantaggia le imprese, ma anche gli acquirenti finali, che possono acquistare immobili più efficienti e beneficiare indirettamente degli incentivi, favorendo così gli obiettivi di sostenibilità ambientale perseguiti dal legislatore.

Il bonus per la riqualificazione energetica si applica agli immobili che un’impresa di costruzioni realizza per vendere (beni merce)?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il beneficio fiscale spetta anche ai soggetti titolari di reddito d’impresa, incluse le società immobiliari, per gli interventi realizzati su immobili destinati alla vendita.

Qual è la finalità principale della norma sulle detrazioni per risparmio energetico secondo la Corte?
La finalità è incentivare il miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale per tutelare l’interesse pubblico a un generalizzato risparmio energetico, senza esclusioni soggettive od oggettive non previste esplicitamente dalla legge.

Se acquisto un immobile da una società che ha eseguito lavori di efficientamento energetico, posso usufruire della detrazione?
Sì. Poiché la Corte ha stabilito che la società immobiliare aveva diritto al beneficio per i lavori eseguiti, di conseguenza il contribuente che acquista l’immobile e indica le spese in dichiarazione ha il diritto di fruire della relativa detrazione d’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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