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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il processo

Una contribuente impugnava una cartella di pagamento fino in Cassazione. Durante il giudizio, aderiva alla definizione agevolata (“Rottamazione-Quater”) e presentava una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’estinzione del processo, chiarendo che la rinuncia è un atto unilaterale che non necessita di accettazione per essere efficace. La Corte ha inoltre stabilito che, in questo scenario, non si applica il raddoppio del contributo unificato e non sono dovute spese legali alla controparte se questa non ha svolto attività difensiva.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Ricorso e Rottamazione: La Guida all’Estinzione del Processo

La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale decisivo, specialmente nel contenzioso tributario. Quando un contribuente sceglie di aderire a una definizione agevolata, come la “Rottamazione-Quater”, la prosecuzione di un giudizio pendente può perdere di significato. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce sugli effetti di questa scelta, chiarendo come e perché la rinuncia porta all’estinzione del processo, con importanti conseguenze su spese legali e sanzioni.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella di Pagamento alla Cassazione

La vicenda ha origine dall’impugnazione di una cartella di pagamento relativa all’IVA per l’anno 2013. Una contribuente, dopo aver visto respinto il suo ricorso sia in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale sia in appello dalla Commissione Tributaria Regionale, decideva di portare il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’unico motivo di ricorso si basava su un vizio procedurale: la notifica della cartella era avvenuta tramite un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) che, a dire della ricorrente, non era inserito in alcun pubblico elenco (come Reginde o Inipec), rendendo la notifica stessa invalida.

La Svolta: L’Adesione alla Rottamazione-Quater e la Rinuncia al Ricorso

Mentre il giudizio era pendente dinanzi alla Suprema Corte, si è presentata un’opportunità strategica per la contribuente. Grazie alla Legge n. 197/2022, ha aderito alla definizione agevolata dei carichi, nota come “Rottamazione-Quater”, che includeva anche la cartella di pagamento oggetto del contenzioso. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha accolto la sua istanza, concedendo la rateizzazione del debito.

Avendo regolarizzato la propria posizione e non avendo più interesse alla prosecuzione della causa, la contribuente ha formalmente depositato un atto di rinuncia al ricorso, chiedendo di dichiarare l’estinzione del processo.

La Decisione della Corte: Estinzione del Processo Tributario

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della contribuente e ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La decisione si fonda sull’analisi della natura giuridica della rinuncia e delle sue conseguenze dirette sul processo, sulle spese e su eventuali sanzioni accessorie.

Le Motivazioni della Corte

Il Collegio ha articolato la propria decisione sulla base di principi consolidati in giurisprudenza. In primo luogo, ha ribadito che la rinuncia al ricorso per cassazione è un atto unilaterale recettizio. Questo significa che produce l’effetto di estinguere il processo dal momento in cui viene portato a conoscenza della controparte, a prescindere da una sua formale accettazione. L’accettazione, infatti, rileva unicamente ai fini della ripartizione delle spese legali.

Nel caso specifico, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione si era costituita in giudizio ma non aveva svolto ulteriori attività difensive. Per questa ragione, la Corte ha stabilito che nulla era dovuto per le spese del giudizio.

Un altro punto fondamentale affrontato nell’ordinanza riguarda il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Si tratta di una misura sanzionatoria prevista dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002, che si applica in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una norma di natura eccezionale e sanzionatoria, non può essere interpretata estensivamente. Poiché la rinuncia al ricorso porta all’estinzione del processo e non a una delle tre ipotesi tipiche previste dalla legge, il raddoppio del contributo non trova applicazione.

Conclusioni

Questa pronuncia offre importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, conferma che l’adesione a una sanatoria fiscale come la Rottamazione rende strategicamente vantaggiosa la rinuncia al ricorso pendente, chiudendo definitivamente il contenzioso. In secondo luogo, chiarisce che tale rinuncia estingue il processo senza bisogno del consenso della controparte. Infine, e non meno importante, stabilisce che in caso di estinzione per rinuncia, il contribuente non è tenuto a versare il doppio del contributo unificato, evitando così un ulteriore esborso economico.

Cosa succede se un contribuente rinuncia al ricorso in Cassazione dopo aver aderito alla “Rottamazione”?
Il processo si estingue. La Corte di Cassazione dichiara estinto il giudizio perché, avendo il contribuente regolarizzato la propria posizione con la definizione agevolata, viene meno l’interesse a proseguire la causa.

La controparte deve accettare la rinuncia al ricorso affinché il processo si estingua?
No. La rinuncia al ricorso per cassazione è un atto unilaterale recettizio. Produce l’estinzione del processo a prescindere dall’accettazione della controparte, la quale rileva solo ai fini della decisione sulle spese legali.

In caso di rinuncia al ricorso, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha chiarito che il raddoppio del contributo unificato è una misura sanzionatoria applicabile solo nei casi tassativi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. L’estinzione del processo per rinuncia non rientra in queste ipotesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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