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Rinuncia al ricorso: no a doppio contributo

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, porta all’estinzione del giudizio. In questo caso, non si applica il raddoppio del contributo unificato, misura sanzionatoria prevista solo per rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. La Corte ha inoltre compensato integralmente le spese di lite.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Ricorso: la Cassazione Chiude il Caso e Annulla il Raddoppio del Contributo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante delucidazione sulle conseguenze della rinuncia al ricorso nel processo tributario, con particolare riferimento all’obbligo di versamento del doppio del contributo unificato. La decisione sottolinea come la chiusura del giudizio per rinuncia accettata escluda l’applicazione di questa misura, che ha natura eccezionale e sanzionatoria.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento per l’ICI relativa all’anno 2011, emesso da un Comune nei confronti di un’entità religiosa assistenziale. L’ente aveva inizialmente ottenuto una decisione favorevole dalla Commissione Tributaria Provinciale.

Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in accoglimento dell’appello del Comune, aveva ribaltato la sentenza di primo grado. Di fronte a questa decisione sfavorevole, l’ente religioso ha deciso di presentare ricorso per cassazione, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte.

La Svolta: La Rinuncia al Ricorso e l’Adesione della Controparte

Il percorso processuale ha subito una svolta decisiva quando l’ente ricorrente ha depositato un’istanza formale di rinuncia al ricorso. A tale atto ha fatto seguito l’adesione del Comune, che ha così accettato la chiusura anticipata del contenzioso. Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine alla lite, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto e procedere di conseguenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

L’ordinanza della Suprema Corte si fonda su argomentazioni giuridiche chiare e precise, che definiscono il perimetro applicativo delle norme sul contributo unificato.

L’Estinzione del Giudizio

Il primo e più immediato effetto della rinuncia accettata è l’estinzione del giudizio. La Corte ha rilevato che, essendo venuto meno l’oggetto del contendere per volontà delle parti, il processo non poteva proseguire e doveva essere dichiarato estinto. A seguito di ciò, è stata disposta la compensazione integrale delle spese di lite, stabilendo che ogni parte sostenesse i propri costi legali.

La Questione del Contributo Unificato e la rinuncia al ricorso

Il punto centrale e di maggiore interesse della decisione riguarda il mancato raddoppio del contributo unificato. La normativa (art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002) prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, sia tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo già pagato.

La Corte ha specificato che questa disposizione ha una natura eccezionale e latamente sanzionatoria. Pertanto, deve essere interpretata in modo restrittivo e non può essere applicata per analogia a casi non espressamente previsti. La rinuncia al ricorso non rientra tra le ipotesi tipiche (rigetto, inammissibilità, improcedibilità) che fanno scattare l’obbligo del doppio versamento. Applicare la sanzione anche in questo caso costituirebbe un’interpretazione estensiva non consentita dalla legge.

Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un principio fondamentale: le norme sanzionatorie non ammettono interpretazioni estensive. La scelta di rinunciare a un ricorso, specialmente se seguita dall’adesione della controparte, è una modalità di chiusura del processo che non viene equiparata a una soccombenza nel merito. Di conseguenza, il ricorrente che rinuncia non è soggetto alla sanzione del raddoppio del contributo unificato. Questa ordinanza rappresenta un’utile guida per le parti processuali che valutano l’opportunità di porre fine a un contenzioso, chiarendo le implicazioni economiche e procedurali di tale scelta.

Se un ricorrente rinuncia al ricorso in Cassazione e la controparte accetta, come si conclude il giudizio?
Il giudizio viene dichiarato estinto. La Corte prende atto della volontà delle parti di non proseguire la lite e chiude il procedimento senza una decisione sul merito.

In caso di rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali?
Nel caso esaminato, la Corte di Cassazione ha disposto la compensazione integrale delle spese di lite. Questo significa che ciascuna parte si è fatta carico dei propri costi legali, senza alcun rimborso da parte dell’altra.

La rinuncia al ricorso comporta il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. La Corte ha stabilito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato si applica solo nei casi tassativi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. Essendo una misura di carattere sanzionatorio, non può essere estesa per analogia alla rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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