LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato

Una contribuente, dopo aver ricevuto un avviso di accertamento per somme percepite dall’ex-coniuge, ha impugnato la decisione fino in Cassazione. Successivamente, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte ha dichiarato estinto il giudizio, compensando le spese e chiarendo che in caso di rinuncia al ricorso non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, in quanto misura sanzionatoria non applicabile estensivamente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al ricorso in Cassazione: le conseguenze su spese e contributo unificato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un importante aspetto procedurale: quali sono le conseguenze di una rinuncia al ricorso? In particolare, la parte che rinuncia è tenuta a versare il doppio del contributo unificato previsto in caso di soccombenza? L’ordinanza in esame fornisce una risposta netta, delineando i confini applicativi di questa misura sanzionatoria.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una contribuente. L’amministrazione finanziaria aveva recuperato a tassazione la somma di 12.000,00 euro, percepita dalla signora nel 2009 a titolo di assegno periodico da parte dell’ex-coniuge. La contribuente sosteneva, invece, che tale somma dovesse qualificarsi come attribuzione una tantum, e quindi esente da imposta.

Il contenzioso ha visto la contribuente soccombere sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello, davanti alla Commissione Tributaria Regionale. Giunta al terzo grado di giudizio, la ricorrente ha presentato un ricorso per cassazione, ma, prima della decisione, ha depositato una memoria con cui dichiarava di rinunciare al proseguimento della causa.

La decisione della Corte sulla rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione ha preso atto della volontà della ricorrente. La rinuncia al ricorso, ai sensi dell’art. 390 del codice di procedura civile, è un atto che non necessita dell’accettazione della controparte per produrre i suoi effetti. Di conseguenza, il suo principale effetto è quello di determinare l’estinzione del giudizio.

L’impatto della rinuncia sulle spese di lite

Una delle questioni pratiche più rilevanti riguarda la gestione delle spese legali. In questo caso, la Corte ha stabilito la compensazione integrale delle spese del giudizio di legittimità. Questa scelta è motivata proprio dalla intervenuta rinuncia, che ha di fatto chiuso il contenzioso prima che si arrivasse a una decisione nel merito.

Le motivazioni

Il punto centrale e più innovativo dell’ordinanza riguarda l’applicazione dell’art. 13, comma 1 quater, del d.P.R. n. 115 del 2002. Questa norma prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione poi respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, è tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato. Si tratta del cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”.

La Corte di Cassazione, richiamando un suo precedente orientamento, ha affermato con chiarezza che questa norma non si applica in caso di rinuncia al ricorso. La motivazione risiede nella natura eccezionale e sanzionatoria della disposizione. Essendo una misura punitiva, essa è di stretta interpretazione e non può essere applicata per analogia a casi non espressamente previsti, come appunto la rinuncia.

Le conclusioni

L’ordinanza offre un’indicazione preziosa per chiunque affronti un giudizio di Cassazione. La rinuncia al ricorso estingue il processo e può portare alla compensazione delle spese, ma, soprattutto, esclude categoricamente l’obbligo di versare il doppio del contributo unificato. Questa decisione conferma un principio di rigore interpretativo per le norme sanzionatorie, garantendo che la loro applicazione sia limitata esclusivamente alle ipotesi tassativamente previste dal legislatore.

Cosa succede al processo se una parte presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il processo si estingue. La rinuncia determina la fine del giudizio senza necessità di accettazione da parte della controparte.

In caso di rinuncia al ricorso, la parte che rinuncia deve pagare le spese legali all’altra parte?
Non necessariamente. In questa specifica ordinanza, la Corte ha deciso di compensare le spese di legittimità, il che significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi legali.

Chi effettua una rinuncia al ricorso deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia, ma solo nelle ipotesi tassative di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati