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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate

Una società logistica aveva impugnato un avviso di accertamento per la tassa sui rifiuti (TARSU). Durante il giudizio in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la società ricorrente ha effettuato una rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del procedimento, compensando le spese legali tra le parti e chiarendo che in questi casi non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.

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Pubblicato il 30 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Ricorso: Come un Accordo Transattivo Estingue il Processo in Cassazione

La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale decisivo che può porre fine a una controversia legale, specialmente quando le parti trovano un accordo al di fuori delle aule di tribunale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come questo istituto funzioni nella pratica, delineando le conseguenze sull’estinzione del procedimento e sulla gestione delle spese legali.

Il Contesto della Controversia Tributaria

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento relativo alla Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) per l’anno 2008. Un’importante società di logistica aveva ricevuto una richiesta di pagamento per circa 150.000 euro, relativa all’occupazione di una vasta area di proprietà della Società Ferroviaria Nazionale, utilizzata per le sue attività. La società contribuente aveva contestato l’accertamento, ottenendo una vittoria parziale in primo grado, dove i giudici avevano limitato la tassa alla sola superficie adibita a uffici.

Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello della società concessionaria per la riscossione dei tributi del Comune. Il giudice di secondo grado aveva ritenuto dovuta la tassa sull’intera area, poiché la contribuente non aveva adeguatamente dimostrato la produzione di rifiuti speciali su superfici diverse da quelle degli uffici.

Contro questa sentenza, la società di logistica ha proposto ricorso per cassazione, dando inizio al terzo grado di giudizio.

L’Accordo Transattivo e la Rinuncia al Ricorso

Durante il corso del giudizio di legittimità, le parti hanno intrapreso una strada alternativa per risolvere la disputa. Hanno infatti raggiunto una definizione transattiva della controversia, che non riguardava solo l’annualità del 2008 oggetto del ricorso, ma un periodo più ampio, dal 2004 al 2012.

In conseguenza di tale accordo, hanno depositato congiuntamente un’istanza per dichiarare l’estinzione del procedimento. Tale istanza si basava sulla rinuncia al ricorso formalizzata dalla società ricorrente, con contestuale accettazione da parte della società resistente. Questo atto, sottoscritto dai rispettivi difensori muniti di procura speciale, ha rappresentato il punto di svolta del processo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, preso atto dell’accordo tra le parti, ha dichiarato l’estinzione del procedimento. La decisione si fonda sulla ritualità e correttezza formale della rinuncia e della sua accettazione, avvenute prima dell’udienza di discussione, come previsto dal Codice di procedura civile.

La Corte ha inoltre disposto la compensazione delle spese giudiziali, conformemente a quanto implicitamente concordato tra le parti nell’ambito della transazione. Infine, ha affrontato un importante aspetto tecnico-fiscale, escludendo l’obbligo per la ricorrente di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni dell’ordinanza si concentrano su tre punti fondamentali:

1. Ritualità della Rinuncia: La Corte ha verificato che la rinuncia al ricorso fosse conforme all’art. 390 del Codice di procedura civile. Essendo intervenuta prima dell’adunanza camerale e sottoscritta dai difensori con procura speciale, sia per il rinunciante che per l’accettante, essa era pienamente valida ed efficace per determinare la fine del giudizio.

2. Compensazione delle Spese: In base all’art. 391, quarto comma, del Codice di procedura civile, in caso di accettazione della rinuncia, le spese legali vengono compensate tra le parti, salvo diverso accordo. La Corte ha ritenuto che l’accordo transattivo complessivo raggiunto dalle parti giustificasse la compensazione, attuando così la loro volontà.

3. Esclusione del Raddoppio del Contributo Unificato: Questo è un punto di particolare interesse pratico. La legge (art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002) prevede che la parte il cui ricorso venga respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile debba pagare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato già versato. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui questa norma, avendo natura sanzionatoria, è di stretta interpretazione e non si applica ai casi di estinzione del processo per rinuncia. La pronuncia di estinzione non equivale a una sconfitta nel merito, ma è una semplice presa d’atto della volontà delle parti di non proseguire la lite.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che la via transattiva è sempre percorribile, anche in Cassazione, e che la rinuncia al ricorso è lo strumento processuale corretto per formalizzarne gli effetti. La decisione offre importanti chiarimenti: l’estinzione del processo per accordo tra le parti permette di evitare l’applicazione della sanzione del ‘doppio contributo’, incentivando di fatto le soluzioni consensuali delle controversie. Per le aziende, ciò significa che cercare un accordo, anche in fase avanzata del contenzioso, può non solo risolvere la disputa in modo più rapido ed economico, ma anche evitare oneri fiscali aggiuntivi legati all’esito del giudizio.

Cosa succede al procedimento in Cassazione se le parti raggiungono un accordo?
Se le parti raggiungono un accordo, il procedimento può essere dichiarato estinto. Ciò avviene se la parte ricorrente presenta una formale rinuncia al ricorso e la controparte la accetta. La Corte, verificata la regolarità degli atti, dichiara l’estinzione del giudizio.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo per rinuncia al ricorso?
In caso di rinuncia accettata, le spese legali vengono compensate, salvo diverso accordo tra le parti. Questo significa che ogni parte sostiene i propri costi legali, senza che vi sia una condanna al rimborso in favore dell’altra.

La rinuncia al ricorso comporta il pagamento del doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo pari al contributo unificato versato inizialmente si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, ma non quando il procedimento si estingue per rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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