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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate

Un ente ecclesiastico ha presentato rinuncia al ricorso in Cassazione in una controversia fiscale ICI, a seguito di un annullamento parziale in autotutela da parte del Comune. La Suprema Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, motivando la compensazione delle spese legali proprio per via dell’annullamento parziale avvenuto in corso di causa ed escludendo l’applicazione del doppio contributo unificato.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

La rinuncia al ricorso rappresenta un istituto processuale cruciale che permette a una parte di porre fine a un contenzioso da essa stessa avviato. Le sue conseguenze, soprattutto in ambito tributario, possono essere significative. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un’analisi dettagliata degli effetti di tale atto, in particolare per quanto riguarda la gestione delle spese legali e l’applicazione di sanzioni processuali. Il caso esaminato ha coinvolto un ente ecclesiastico e un Comune in una disputa sull’esenzione ICI.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento ICI per l’anno 2011, emesso da un Comune nei confronti di una Diocesi per un valore di oltre 84.000 euro, relativo a trentuno immobili. L’ente ecclesiastico sosteneva di avere diritto all’esenzione prevista per gli immobili destinati a finalità di religione e culto.

Il giudizio di primo grado si era concluso favorevolmente per l’ente. Tuttavia, la Commissione tributaria regionale, in appello, aveva parzialmente riformato la decisione, riconoscendo l’esenzione solo per alcuni degli immobili contestati. Di fronte a questa sentenza, la Diocesi aveva proposto ricorso per cassazione.

La Svolta nel Procedimento

Durante il giudizio dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: il Comune, agendo in autotutela, ha parzialmente annullato l’avviso di accertamento. A seguito di ciò, l’ente ecclesiastico ha provveduto al pagamento del debito residuo e, venuto meno l’interesse a proseguire, ha depositato un atto di rinuncia al ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla rinuncia al ricorso

Preso atto della rinuncia, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La Corte ha chiarito che la rinuncia al ricorso per cassazione produce l’estinzione del processo anche senza l’accettazione della controparte, poiché non ha carattere “accettizio”. Questo atto determina il passaggio in giudicato della sentenza impugnata e fa venir meno l’interesse a contestarla.

Le Motivazioni

Il fulcro della decisione risiede nella gestione delle conseguenze processuali della rinuncia, in particolare per quanto riguarda le spese di lite e il cosiddetto “doppio contributo”.

La Gestione delle Spese Legali

L’articolo 391 del codice di procedura civile stabilisce che il giudice, nel dichiarare l’estinzione, può condannare la parte che vi ha dato causa al pagamento delle spese. Tuttavia, questa norma va coordinata con il principio generale della compensazione delle spese, previsto dall’articolo 92 dello stesso codice. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che il parziale annullamento dell’atto impositivo in autotutela da parte del Comune costituisse un “giusto motivo” per disporre la compensazione totale delle spese giudiziali tra le parti. Essendo la controparte (il Comune) rimasta intimata e non costituita nel giudizio di cassazione, la Corte ha concluso che non si dovesse provvedere al riguardo, ma il principio enunciato resta di grande importanza.

Esclusione del Doppio Contributo Unificato

Un altro punto fondamentale affrontato dall’ordinanza riguarda l’applicabilità dell’art. 13, comma 1-quater, del D.P.R. 115/2002. Questa norma prevede l’obbligo per il ricorrente, in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, di versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato già pagato. La Corte ha stabilito che, poiché il giudizio si è concluso con una pronuncia di estinzione per rinuncia e non con una decisione di rigetto o inammissibilità, tale norma sanzionatoria non trova applicazione. Si tratta di una norma eccezionale, di stretta interpretazione, che non può essere estesa a casi non espressamente previsti.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti chiarimenti pratici. Innanzitutto, conferma che la rinuncia al ricorso in Cassazione estingue il processo in modo automatico, senza necessità di accettazione. In secondo luogo, stabilisce un principio equitativo fondamentale: se la rinuncia è motivata da un comportamento della controparte (come l’annullamento parziale in autotutela), ciò può giustificare la compensazione delle spese legali. Infine, chiarisce che l’estinzione del giudizio per rinuncia non fa scattare l’obbligo del versamento del doppio contributo unificato, evitando così un’ulteriore spesa per il rinunciante.

Cosa succede se si rinuncia al ricorso in Cassazione?
La rinuncia al ricorso per cassazione comporta l’estinzione del processo. Questo significa che il giudizio si conclude senza una decisione nel merito da parte della Corte. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva (passa in giudicato).

La rinuncia al ricorso richiede l’accettazione della controparte?
No, la rinuncia al ricorso per cassazione non ha carattere “accettizio”. Ciò significa che produce i suoi effetti processuali, ovvero l’estinzione del giudizio, indipendentemente dal fatto che la controparte la accetti o meno.

In caso di rinuncia, si deve sempre pagare il doppio del contributo unificato?
No. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di versare un importo ulteriore pari al contributo unificato si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso. Poiché la rinuncia porta all’estinzione del giudizio, e non a una di queste decisioni, il ricorrente non è tenuto a pagare tale somma aggiuntiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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