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Rinuncia al ricorso: come estingue il processo

Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IMU. Dopo aver perso in appello, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha raggiunto un accordo con l’ente impositore e ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del procedimento, chiarendo che in questi casi non si applica la sanzione del raddoppio del contributo unificato.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando Conviene e Quali Sono le Conseguenze

La rinuncia al ricorso è uno strumento processuale che consente di porre fine a una controversia legale prima che si giunga a una sentenza definitiva. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le importanti conseguenze di tale atto, in particolare in materia tributaria, escludendo l’applicazione di sanzioni aggiuntive. Analizziamo il caso per comprendere appieno la portata di questa decisione e le sue implicazioni pratiche per i contribuenti.

I Fatti del Caso: Una Controversia sull’IMU

Un contribuente si è trovato a contestare un avviso di accertamento relativo all’IMU per l’anno 2018, emesso da un Comune. L’ente locale negava l’esenzione prevista per l’abitazione principale, sostenendo che il contribuente avesse trasferito la propria residenza anagrafica nell’immobile solo l’anno successivo a quello di imposta.

Inizialmente, la Commissione tributaria provinciale aveva dato ragione al cittadino. Tuttavia, la Commissione tributaria regionale, in sede di appello, aveva ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni del Comune. Di fronte a questa sentenza sfavorevole, il contribuente ha deciso di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Soluzione Stragiudiziale e la Rinuncia al Ricorso

Prima che la Corte si riunisse per decidere, le parti hanno trovato una soluzione alternativa. Attraverso un accordo conciliativo, il Comune ha riconosciuto l’esenzione IMU per l’abitazione principale, e, in cambio, il contribuente ha formalizzato la rinuncia al ricorso pendente in Cassazione. Questo accordo ha di fatto risolto la controversia al di fuori delle aule di giustizia, portando alla richiesta di estinzione del procedimento.

L’Ordinanza della Cassazione: Analisi della Decisione

La Corte di Cassazione, preso atto dell’accordo e della conseguente rinuncia, ha emesso un’ordinanza che dichiara l’estinzione del procedimento. I punti chiave della decisione sono tre.

La Ritualità della Rinuncia

La Corte ha verificato che la rinuncia fosse stata presentata nel rispetto delle forme previste dalla legge: sottoscritta dal difensore munito di procura speciale e accettata dalla controparte. Questi requisiti formali sono essenziali per la validità dell’atto e per la conseguente estinzione del processo.

La Gestione delle Spese Giudiziali

In virtù dell’accettazione della rinuncia, avvenuta nel contesto di un accordo stragiudiziale, la Corte ha stabilito che non vi fosse luogo a provvedere sulla regolamentazione delle spese legali. Tipicamente, infatti, la gestione delle spese è parte integrante dell’accordo stesso tra le parti, che nel caso di specie avevano convenuto per la loro compensazione.

L’Importante Chiarimento sulla Rinuncia al Ricorso e il Contributo Unificato

Il punto più significativo dell’ordinanza riguarda l’inapplicabilità del cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Si tratta di una sanzione prevista dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002, che obbliga la parte il cui ricorso viene respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo già pagato. La Corte ha chiarito che questa norma ha carattere sanzionatorio e va interpretata restrittivamente. Pertanto, non si applica ai casi di estinzione del procedimento, come quello derivante dalla rinuncia al ricorso.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sull’estinzione basandosi sulla piena conformità della rinuncia alle previsioni del codice di procedura civile (artt. 390 e 391 c.p.c.). La scelta di non pronunciarsi sulle spese deriva direttamente dalla legge, che prevede questa soluzione quando la rinuncia è accettata. La motivazione più rilevante, però, è quella relativa al contributo unificato: la pronuncia di estinzione non equivale a una decisione di rigetto o inammissibilità. Poiché la norma sul raddoppio ha natura eccezionale e sanzionatoria, non può essere applicata per analogia a situazioni non espressamente previste, come l’estinzione del giudizio.

Conclusioni

Questa ordinanza offre spunti pratici di grande valore. In primo luogo, conferma che la via della conciliazione è sempre percorribile, anche in Cassazione, e può portare a una risoluzione vantaggiosa della controversia. In secondo luogo, e soprattutto, fornisce una garanzia importante per chi valuta una rinuncia al ricorso a seguito di un accordo: l’estinzione del procedimento non comporterà l’onere aggiuntivo del raddoppio del contributo unificato. Questa certezza giuridica rende l’opzione dell’accordo stragiudiziale e della conseguente rinuncia una strategia processuale ancora più sicura ed efficiente per porre fine al contenzioso tributario.

Cosa succede al processo se si presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il processo viene dichiarato estinto, il che significa che si chiude senza una decisione nel merito della questione. La Corte non stabilisce chi avesse ragione o torto.

In caso di rinuncia accettata, chi paga le spese legali?
La Corte non decide sulle spese legali. La loro regolamentazione è generalmente parte dell’accordo stragiudiziale tra le parti, che possono decidere per la compensazione o per un’altra forma di ripartizione.

Se il procedimento si estingue per rinuncia, si deve pagare il “raddoppio del contributo unificato”?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo pari al contributo unificato si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, ma non in caso di estinzione del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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