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Rinuncia al ricorso: chiarimenti dalla Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha riunito due ricorsi dello stesso contribuente contro l’Agenzia delle Entrate per la deducibilità di costi. A causa di un atto di rinuncia al ricorso depositato in uno solo dei due fascicoli, la Corte ha sospeso la decisione e ha chiesto chiarimenti alla parte ricorrente, rinviando la causa per garantire la certezza processuale sulla volontà di abbandonare i giudizi.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al ricorso: quando la forma è sostanza

Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione illumina un aspetto procedurale cruciale: la corretta formalizzazione della rinuncia al ricorso. Anche quando la volontà di una parte sembra chiara, un vizio di forma può bloccare l’intero processo, come dimostra il caso in esame. La vicenda riguarda un contribuente e l’Agenzia delle Entrate, ma la lezione è universale e sottolinea l’importanza della precisione negli atti processuali.

I Fatti di Causa: Due Ricorsi Speculari

Un contribuente si è trovato a impugnare davanti alla Corte di Cassazione due sentenze sfavorevoli emesse dalla Commissione Tributaria Regionale della Lombardia. Entrambe le sentenze confermavano degli avvisi di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto la deducibilità di costi relativi a fatture emesse da un unico fornitore per due anni d’imposta consecutivi (2008 e 2009).

Le ragioni dei giudici di merito si basavano su una serie di indizi che mettevano in dubbio l’effettività delle operazioni fatturate:

* Genericità delle fatture: Le descrizioni delle prestazioni erano vaghe.
* Inaffidabilità del fornitore: Il soggetto emittente non aveva presentato dichiarazioni dei redditi per anni.
* Pagamenti anomali: Tutte le fatture, anche di importo elevato, risultavano pagate in contanti, circostanza ritenuta inverosimile.
* Prove insufficienti: Il contribuente non aveva fornito contratti o altra documentazione idonea a provare l’effettiva esecuzione dei servizi.

Di fronte a questa situazione, il contribuente aveva presentato due distinti ricorsi in Cassazione.

La Questione Procedurale: L’Atto di Rinuncia al Ricorso

Il caso prende una piega inaspettata a livello procedurale. Durante il giudizio, il contribuente manifesta al proprio difensore la volontà di abbandonare entrambe le cause. Questa intenzione viene formalizzata in un atto scritto, che però viene depositato telematicamente solo nel fascicolo di uno dei due ricorsi.

La Corte di Cassazione, trovandosi a trattare congiuntamente i due procedimenti per la loro evidente connessione, rileva questa anomalia. Sebbene l’atto menzioni la volontà di rinunciare a entrambi i giudizi, la sua presenza fisica e giuridica è limitata a un solo fascicolo. Questa discrepanza crea un’incertezza insanabile: la rinuncia al ricorso è valida per entrambe le cause o solo per quella in cui è stata materialmente depositata?

Le Motivazioni della Corte

Di fronte a questo dubbio, la Corte sceglie la via della prudenza e della garanzia processuale. Anziché interpretare la volontà della parte, i giudici emettono un’ordinanza interlocutoria con cui dispongono la riunione formale dei due giudizi. Successivamente, evidenziano la necessità di fare chiarezza sulla circostanza dell’atto di rinuncia.

La Corte, pertanto, non decide nel merito dei ricorsi, ma rinvia la causa a nuovo ruolo, invitando la parte ricorrente a fornire i chiarimenti necessari entro un termine di sessanta giorni. La decisione è motivata dalla necessità di assicurare la certezza del diritto e di evitare decisioni basate su presupposti procedurali ambigui. La volontà di abbandonare un giudizio deve essere manifestata in modo inequivocabile e secondo le forme previste dalla legge per ogni singolo procedimento.

Conclusioni

Questo provvedimento, pur non essendo una sentenza definitiva, offre un’importante lezione pratica. Sottolinea come la correttezza formale nel compimento degli atti processuali non sia un mero cavillo, ma un elemento fondamentale per il corretto funzionamento della giustizia. Una semplice dimenticanza o un errore nel deposito di un atto, specialmente uno così rilevante come la rinuncia al ricorso, può portare alla sospensione del giudizio e a ritardi significativi. Per le parti e i loro difensori, ciò si traduce nella necessità di una gestione meticolosa e attenta di ogni singolo adempimento, soprattutto in presenza di procedimenti connessi.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte non ha deciso perché ha riscontrato un’incertezza procedurale. Un atto con cui il contribuente dichiarava di voler rinunciare a entrambi i ricorsi era stato depositato solo nel fascicolo di uno dei due giudizi. Prima di procedere, la Corte ha ritenuto necessario chiedere chiarimenti per avere la certezza della volontà della parte.

Cosa significa che i due giudizi sono stati ‘riuniti’?
Significa che i due procedimenti, originariamente separati ma riguardanti questioni molto simili e le stesse parti, sono stati uniti in un unico processo. Questo viene fatto per ragioni di economia processuale e per evitare decisioni contraddittorie.

Qual è la conseguenza pratica di questa ordinanza?
La causa è stata sospesa e rinviata. La parte ricorrente (il contribuente) ha ora 60 giorni di tempo per chiarire formalmente se la sua intenzione è quella di abbandonare entrambi i ricorsi o solo uno. Solo dopo aver ricevuto questi chiarimenti, la Corte potrà procedere con la decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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