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Rinuncia al giudizio tributario: estinzione processo

Una contribuente, dopo aver aderito alla ‘rottamazione-quater’ per una cartella esattoriale, ha presentato rinuncia al giudizio tributario in Cassazione. La Corte ha dichiarato l’estinzione del processo, compensando le spese legali tra le parti, poiché la rinuncia è un atto unilaterale che non richiede accettazione e la definizione agevolata della lite giustifica la compensazione.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rinuncia al Giudizio Tributario: Quando la Rottamazione Chiude il Contenzioso

La rinuncia al giudizio tributario è uno strumento processuale che assume particolare rilevanza nel contesto delle definizioni agevolate, come la cosiddetta ‘rottamazione-quater’. Quando un contribuente decide di sanare la propria posizione con il Fisco, il contenzioso pendente perde la sua ragione d’essere. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di tale scelta: estinzione del processo e compensazione delle spese legali.

I Fatti del Caso

Una contribuente si trovava in lite con l’Amministrazione Finanziaria a causa di una cartella di pagamento per imposta di successione, INVIM e imposte ipo-catastali. Dopo un primo grado favorevole, la Commissione Tributaria Regionale aveva accolto l’appello dell’Agenzia delle Entrate. La contribuente aveva quindi proposto ricorso per Cassazione.

Durante il giudizio di legittimità, la ricorrente ha approfittato della ‘rottamazione-quater’ introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022) per definire il debito oggetto della controversia. Di conseguenza, non avendo più interesse alla prosecuzione della causa, ha formalizzato la rinuncia al giudizio tributario.

La Procedura di Rinuncia al Giudizio Tributario e la Decisione della Corte

Con un atto depositato in cancelleria, la contribuente ha manifestato la propria volontà di rinunciare al ricorso, chiedendo alla Corte di dichiarare l’estinzione del processo. La Suprema Corte ha accolto questa richiesta, basando la propria decisione su principi procedurali chiari e recentemente aggiornati.

La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio e ha disposto la compensazione integrale delle spese processuali tra le parti, tenendo conto dell’avvenuta definizione agevolata della lite.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su diverse considerazioni giuridiche. In primo luogo, la Corte ha ribadito che la rinuncia è un atto unilaterale che non necessita dell’accettazione della controparte per essere efficace. Questo principio, consolidato in giurisprudenza, rende il processo di estinzione più snello.

In secondo luogo, è stata applicata la nuova formulazione dell’art. 390, terzo comma, del codice di procedura civile, introdotta dalla riforma Cartabia. Questa norma non prevede più la necessità di notificare la rinuncia alle altre parti costituite, semplificando ulteriormente l’iter.

La motivazione principale per la compensazione delle spese risiede nell’allegata definizione agevolata della lite. Poiché la controversia è stata risolta tramite la ‘rottamazione’, il giudice ha ritenuto equo che ciascuna parte si facesse carico delle proprie spese legali.

Infine, la Corte ha escluso l’obbligo per la ricorrente di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato (il cosiddetto ‘doppio contributo’). Tale versamento ha una natura sanzionatoria e si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione del processo come quello in esame.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre importanti indicazioni pratiche per i contribuenti che intendono avvalersi delle sanatorie fiscali. Aderire a una definizione agevolata come la ‘rottamazione-quater’ e contestualmente effettuare la rinuncia al giudizio tributario pendente è la via corretta per chiudere definitivamente il contenzioso. Questa pronuncia conferma che tale percorso conduce all’estinzione del processo con la compensazione delle spese legali, evitando al contempo l’applicazione di ulteriori oneri sanzionatori come il raddoppio del contributo unificato.

Cosa succede al processo se un contribuente aderisce alla ‘rottamazione-quater’ e rinuncia al ricorso?
Il processo viene dichiarato estinto. La rinuncia, motivata dalla cessata materia del contendere a seguito della definizione agevolata, porta alla chiusura anticipata del giudizio.

La rinuncia al giudizio deve essere accettata dall’Agenzia delle Entrate per essere valida?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che la rinuncia è un atto unilaterale non ‘accettizio’, ovvero non richiede l’accettazione della controparte per produrre i suoi effetti e determinare l’estinzione del processo.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia dopo una definizione agevolata, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No, il versamento del doppio del contributo unificato è una misura di natura sanzionatoria prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. Non si applica in caso di estinzione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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