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Rimborso spese medico: quando è tassabile secondo la Cassazione

Un medico specialista si è visto negare il rimborso IRPEF sulle somme percepite come ‘rimborso spese di viaggio’ per recarsi a lavorare in un comune diverso da quello di residenza. Dopo due sentenze favorevoli nei gradi di merito, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. La Suprema Corte ha stabilito che tale rimborso spese medico non costituisce un’indennità di trasferta, ma rientra nel principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente. Di conseguenza, queste somme sono pienamente soggette a tassazione IRPEF in quanto non rientrano in alcuna delle eccezioni previste dalla legge.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Spese Medico: La Cassazione Stabilisce la Tassabilità per gli Spostamenti Casa-Lavoro

La questione della tassabilità del rimborso spese medico per gli spostamenti tra il comune di residenza e quello di lavoro è un tema di grande interesse per i professionisti della sanità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che tali somme sono da considerarsi reddito imponibile ai fini IRPEF. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Controversia tra un Medico e il Fisco

Un medico specialista ambulatoriale aveva richiesto il rimborso dell’IRPEF trattenuta su somme percepite a titolo di “rimborso spese di viaggio” per gli anni d’imposta dal 2012 al 2015. Tali somme erano state erogate per coprire i costi degli spostamenti necessari a raggiungere la sede di lavoro, situata in un Comune diverso da quello di sua residenza.

L’Agenzia delle Entrate aveva negato il rimborso, considerando tali emolumenti come parte integrante del reddito da lavoro e, di conseguenza, soggetti a tassazione. Il medico ha quindi impugnato il provvedimento di diniego, dando il via a un contenzioso legale.

Il Percorso Giudiziario e il Principio del rimborso spese medico

Nei primi due gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie (prima provinciale e poi regionale) avevano dato ragione al contribuente. In particolare, la Commissione Tributaria Regionale aveva qualificato le somme come aventi una funzione risarcitoria e non retributiva, escludendole quindi dalla base imponibile IRPEF. Sostanzialmente, i giudici di merito ritenevano che il rimborso servisse a compensare il professionista per un disagio, non a retribuire la sua prestazione.

L’Agenzia delle Entrate, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso dell’Amministrazione finanziaria. Il ragionamento dei giudici si fonda su una distinzione cruciale e sull’applicazione di un principio cardine del diritto tributario.

La Corte ha chiarito che il cosiddetto “rimborso spese di accesso” alla sede di lavoro è ontologicamente diverso dalle “indennità di trasferta” disciplinate dall’art. 51, comma 5, del TUIR. La trasferta presuppone uno spostamento temporaneo dal luogo di lavoro abituale per esigenze di servizio. Nel caso in esame, invece, il medico si spostava semplicemente dalla propria abitazione al luogo contrattualmente stabilito per l’esecuzione della sua prestazione lavorativa.

Il punto centrale della decisione è l’applicazione del principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente (art. 51, comma 1, TUIR). Secondo tale principio, tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro, costituiscono reddito imponibile. Le uniche eccezioni sono quelle espressamente previste dalla legge.

Il rimborso chilometrico per raggiungere la sede di lavoro, non essendo riconducibile a nessuna delle ipotesi di esclusione (come l’indennità di trasferta o altre deroghe specifiche), deve essere ricompreso nella base imponibile fiscale. Pertanto, secondo la Corte, la natura di tali somme è retributiva e non risarcitoria, in quanto strettamente connesse all’esecuzione del rapporto di lavoro.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato il ricorso originario del contribuente. Con questa ordinanza, la Suprema Corte consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il rimborso spese medico erogato per gli spostamenti sistematici tra residenza e sede di lavoro è soggetto a tassazione IRPEF. Tale emolumento non è una compensazione per un disagio, ma parte del reddito derivante dal rapporto professionale. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per tutti i medici specialisti e i professionisti che si trovano in situazioni analoghe, i quali devono considerare tali rimborsi come parte del proprio reddito imponibile.

Il rimborso spese corrisposto a un medico specialista per lavorare in un Comune diverso da quello di residenza è tassabile ai fini IRPEF?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è tassabile. Tali somme rientrano nel reddito da lavoro e sono soggette a IRPEF perché non costituiscono una delle specifiche eccezioni previste dalla legge.

Qual è la differenza tra ‘rimborso spese di accesso’ e ‘indennità di trasferta’?
Il ‘rimborso spese di accesso’ si riferisce ai costi sostenuti per raggiungere la sede di lavoro abituale dal proprio domicilio. L’ ‘indennità di trasferta’, invece, copre le spese per spostamenti temporanei e occasionali verso un luogo diverso dalla sede di lavoro abituale, richiesti dal datore di lavoro.

Perché questo tipo di rimborso è considerato reddito imponibile?
È considerato reddito imponibile a causa del principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente (art. 51 TUIR). Questo principio stabilisce che tutti i compensi legati al rapporto di lavoro sono tassabili, a meno che una norma specifica non li escluda. Il rimborso per il tragitto casa-lavoro non rientra tra queste eccezioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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