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Rimborso spese medici: tassabile l’indennità di accesso

La Cassazione ha stabilito che il rimborso spese medici, noto come ‘indennità di accesso’, per raggiungere una sede lavorativa in un Comune diverso da quello di residenza, è tassabile. Non rientra nelle esenzioni per le trasferte e costituisce reddito da lavoro dipendente.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso spese medici: tassabile l’indennità per l’accesso alla sede di lavoro

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale in materia fiscale, affermando che il rimborso spese medici per raggiungere la sede di lavoro, se diversa dal comune di residenza, è da considerarsi reddito imponibile. Questa decisione ribalta l’orientamento di merito precedente e stabilisce un principio importante per i professionisti sanitari convenzionati, distinguendo nettamente tale indennità da quella, fiscalmente agevolata, prevista per le trasferte.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso Spese Medici

Un medico specialista ambulatoriale, in convenzione con un’Azienda Sanitaria Locale, aveva richiesto il rimborso dell’IRPEF versata su una specifica voce stipendiale. Tale somma, denominata “indennità di accesso”, era stata corrisposta a titolo di rimborso per le spese di viaggio sostenute per recarsi a svolgere la propria attività in un comune diverso da quello di residenza. La richiesta copriva un arco temporale di cinque anni, per un importo complessivo superiore a diecimila euro.

L’Agenzia delle Entrate aveva respinto tacitamente la richiesta di rimborso. Il medico aveva quindi impugnato il silenzio-rifiuto, ottenendo ragione sia in primo grado, presso la Commissione Tributaria Provinciale, sia in appello, presso la Commissione Tributaria Regionale. Entrambi i giudici di merito avevano ritenuto che tali somme non fossero imponibili. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Tassabilità del Rimborso Spese Medici per l’Accesso alla Sede Lavorativa

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, annullando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Decidendo nel merito, ha rigettato l’originaria richiesta di rimborso del contribuente, stabilendo che le somme percepite a titolo di “rimborso spese di accesso” sono pienamente soggette a tassazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su una distinzione fondamentale, di natura giuridica e ontologica, tra due tipi di indennità:

1. Indennità di Trasferta (art. 51, comma 5, t.u.i.r.): Questa indennità, che gode di un regime fiscale di favore (parziale o totale esenzione), è corrisposta per spostamenti temporanei del luogo di lavoro, in un comune diverso da quello della sede di lavoro abituale. Questi spostamenti avvengono su richiesta e nell’interesse del datore di lavoro.

2. Rimborso Spese di Accesso: L’indennità in esame, invece, non riguarda uno spostamento temporaneo, ma il tragitto quotidiano o abituale dal luogo di residenza del professionista alla sua sede di lavoro fissa. Questo spostamento non è una missione o una trasferta, ma semplicemente il modo per raggiungere il luogo dove la prestazione lavorativa viene ordinariamente eseguita.

Secondo la Cassazione, il rimborso spese medici in questo caso non rientra in alcuna delle ipotesi di deroga al principio generale di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente (art. 51, comma 1, t.u.i.r.). Tale principio stabilisce che tutto ciò che il lavoratore riceve in relazione al rapporto di lavoro, in denaro o in natura, costituisce reddito imponibile, a meno che una specifica norma non preveda un’esenzione.

L’indennità chilometrica forfettaria, pur essendo calcolata su parametri oggettivi, non perde la sua natura reddituale, poiché non serve a ristorare un costo sostenuto per un’esigenza eccezionale del datore di lavoro (la trasferta), ma a compensare un costo ordinario del lavoratore per recarsi al lavoro. Si tratta, in sostanza, di una componente della retribuzione e come tale va tassata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso e ha implicazioni significative per tutti i medici specialisti ambulatoriali e, per estensione, per altre categorie di lavoratori con sedi di lavoro fisse in comuni diversi da quello di residenza. La decisione chiarisce che qualsiasi emolumento erogato per coprire i costi del tragitto casa-lavoro, anche se denominato “rimborso spese”, è da considerarsi parte integrante del reddito imponibile ai fini IRPEF. Per ottenere un’esenzione fiscale, è necessario che l’indennità sia specificamente legata a una trasferta temporanea e occasionale, disposta dal datore di lavoro, e non al raggiungimento della sede contrattualmente stabilita per l’esecuzione della prestazione lavorativa.

L’indennità per le ‘spese di accesso’ a una sede di lavoro diversa dalla residenza è considerata reddito tassabile?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale indennità è ontologicamente diversa dalle indennità di trasferta e non rientra in alcuna delle ipotesi legali di deroga al principio di onnicomprensività del reddito da lavoro, pertanto è soggetta a tassazione.

Qual è la differenza tra ‘rimborso spese di accesso’ e ‘indennità di trasferta’?
Il ‘rimborso spese di accesso’ copre i costi dello spostamento dal comune di residenza del lavoratore alla sua sede di lavoro abituale. L”indennità di trasferta’, invece, riguarda gli spostamenti temporanei dalla sede di lavoro abituale a un’altra sede, richiesti dal datore di lavoro per sue esigenze.

Perché il rimborso spese forfettario basato sui chilometri è stato considerato tassabile in questo caso?
Perché, secondo la Corte, non si tratta di un rimborso per una trasferta o una missione fuori dalla sede di lavoro, ma di una somma corrisposta per raggiungere la sede ordinaria di lavoro. Di conseguenza, rientra nel principio generale di onnicomprensività del reddito e non gode di specifiche esenzioni fiscali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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