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Rimborso spese di accesso: tassabile secondo la Cassazione

Un medico convenzionato ha richiesto il rimborso delle tasse su somme percepite come rimborso spese di viaggio per recarsi al lavoro fuori dal proprio comune. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2184/2024, ha stabilito che tale ‘rimborso spese di accesso’ non è una trasferta esente, ma costituisce reddito da lavoro dipendente e quindi va tassato, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Spese di Accesso: Tassabile o Esente? La Cassazione Chiarisce

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione di grande interesse per molti lavoratori: la tassabilità del rimborso spese di accesso alla sede di lavoro. Il caso, che vedeva contrapposti un medico specialista e l’Agenzia delle Entrate, ha permesso ai giudici di tracciare una linea netta tra le indennità di trasferta, parzialmente esenti, e i rimborsi per il tragitto casa-lavoro, anche quando il luogo di lavoro si trova in un comune diverso da quello di residenza.

I Fatti del Caso: Un Medico e le Spese di Viaggio

Un medico specialista, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, svolgeva la sua attività professionale presso ambulatori situati al di fuori del suo comune di residenza. Per gli anni dal 2012 al 2015, aveva percepito delle somme a titolo di rimborso per le spese di viaggio sostenute. Ritenendo che tali somme avessero natura risarcitoria e non retributiva, il medico aveva richiesto all’amministrazione finanziaria il rimborso delle ritenute IRPEF operate su di esse.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione al contribuente, affermando la natura non imponibile di tali rimborsi. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, non si è arresa e ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Controversia sul Rimborso Spese di Accesso

Il cuore della questione legale era stabilire la corretta qualificazione fiscale di queste somme. Erano da considerarsi come un’indennità di trasferta, che gode di un regime fiscale agevolato secondo l’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), oppure rientravano nel principio generale di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente?

L’Agenzia delle Entrate sosteneva che questi rimborsi, essendo legati al raggiungimento della sede di lavoro e non a una missione temporanea, dovessero essere considerati a tutti gli effetti parte della retribuzione imponibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando le decisioni dei gradi precedenti. I giudici hanno stabilito che il rimborso spese di accesso alla sede di lavoro, anche se situata in un comune diverso da quello di residenza del lavoratore, è ontologicamente diverso dall’indennità di trasferta e, di conseguenza, deve essere interamente assoggettato a tassazione.

Le Motivazioni: La Differenza tra Trasferta e Accesso al Lavoro

La Corte ha fondato la sua decisione su una distinzione cruciale. L’indennità di trasferta, disciplinata dall’art. 51, comma 5, del TUIR, riguarda gli spostamenti temporanei e occasionali del lavoratore dalla sua sede di lavoro abituale per eseguire una prestazione lavorativa in un luogo diverso. Questi spostamenti avvengono su richiesta e nell’interesse del datore di lavoro e, proprio per la loro natura eccezionale, beneficiano di un regime di parziale o totale esenzione fiscale.

Nel caso in esame, invece, il medico non si stava spostando temporaneamente dalla sua sede di lavoro, ma si stava recando alla sua sede di lavoro abituale, che per contratto si trovava in un comune diverso da quello di residenza. Il rimborso percepito, calcolato su base chilometrica secondo l’art. 35 del d.P.R. n. 271/2000, non copriva quindi i costi di una missione, ma quelli del tragitto casa-lavoro.

I giudici hanno quindi richiamato il principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente (art. 51, comma 1, TUIR), secondo cui tutte le somme e i valori percepiti in relazione al rapporto di lavoro costituiscono reddito imponibile, a meno che non sia prevista una specifica deroga legale. Poiché il rimborso spese di accesso non rientra in nessuna delle ipotesi di esenzione previste dalla legge, esso deve essere ricompreso nella base imponibile fiscale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza chiarisce in modo definitivo che la natura di un rimborso spese non dipende dalla distanza del tragitto, ma dalla sua funzione. Un conto è essere mandati in missione temporanea (trasferta), un altro è recarsi abitualmente al proprio posto di lavoro. Il rimborso per il tragitto casa-lavoro, anche se lungo e costoso, viene considerato dalla giurisprudenza come una componente della retribuzione, soggetta a tutte le imposte e i contributi previsti. Questa decisione rappresenta un importante punto di riferimento per lavoratori e datori di lavoro nella gestione e qualificazione fiscale dei rimborsi spese legati agli spostamenti.

Il rimborso spese per il viaggio casa-lavoro è tassabile se la sede di lavoro è in un altro comune?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il “rimborso spese di accesso”, ovvero il rimborso forfettario per recarsi dalla residenza a una sede di lavoro situata in un comune diverso, è da considerarsi reddito da lavoro dipendente e, pertanto, è soggetto a tassazione IRPEF.

Qual è la differenza tra “rimborso spese di accesso” e “indennità di trasferta”?
L’indennità di trasferta si riferisce a spostamenti temporanei dalla sede di lavoro abituale per svolgere una missione specifica, e gode di specifiche esenzioni fiscali. Il “rimborso spese di accesso”, invece, riguarda il tragitto abituale dalla propria abitazione alla sede di lavoro e, secondo la sentenza, rientra a pieno titolo nel reddito imponibile.

Il principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente ammette eccezioni?
Sì, ma solo quelle espressamente previste dalla legge, come le indennità di trasferta entro certi limiti (art. 51, comma 5, TUIR). La sentenza chiarisce che il rimborso per l’accesso alla sede di lavoro non rientra in queste eccezioni legali e quindi segue la regola generale della piena tassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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