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Rimborso spese di accesso: quando è tassabile?

Un medico ha ricevuto un rimborso spese forfettario per il tragitto casa-lavoro, situato in un comune diverso. La Corte di Cassazione ha stabilito che questo tipo di rimborso spese di accesso non è un’indennità di trasferta esente, ma costituisce reddito da lavoro tassabile in base al principio di onnicomprensività.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Spese di Accesso: La Cassazione Chiarisce la Tassabilità

Il trattamento fiscale del rimborso spese di accesso alla sede di lavoro è un tema che genera spesso dubbi e contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, distinguendo nettamente tale rimborso dall’indennità di trasferta e affermandone la piena tassabilità. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le implicazioni per lavoratori e datori di lavoro.

I Fatti di Causa

Un medico specialista ambulatoriale aveva richiesto il rimborso di una somma relativa a spese di viaggio sostenute per esercitare la sua professione in ambulatori situati fuori dal suo comune di residenza. Ritenendo tali somme esenti da tassazione, aveva presentato istanza di restituzione all’Amministrazione Finanziaria.

Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Agenzia, il contribuente ha avviato un contenzioso. I giudici di primo e secondo grado hanno dato ragione al medico, accogliendo il suo ricorso. L’Agenzia delle Entrate, non condividendo le decisioni dei giudici di merito, ha proposto ricorso per Cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Distinzione tra Rimborso Spese di Accesso e Trasferta

Il punto centrale della controversia ruota attorno alla natura del rimborso percepito dal medico. La difesa del contribuente sosteneva che si trattasse di un’indennità assimilabile a quella di trasferta, come tale esente da imposte secondo l’art. 51, comma 5, del TUIR.

La Corte di Cassazione ha respinto questa interpretazione. I giudici hanno chiarito che l’indennità di trasferta si riferisce a spostamenti temporanei dal luogo abituale di lavoro verso una sede diversa, effettuati su richiesta e nell’interesse del datore di lavoro.

Al contrario, il rimborso spese di accesso riguarda i costi sostenuti per raggiungere la sede di lavoro fissa e abituale, anche se situata in un comune diverso da quello di residenza. Questo tipo di rimborso non rientra nelle deroghe legali previste per le trasferte.

L’Applicazione del Principio di Onnicomprensività

La Corte ha ribadito la validità del principio di onnicomprensività del reddito da lavoro dipendente (art. 51, comma 1, TUIR). Secondo tale principio, tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro, costituiscono reddito imponibile.

Il rimborso forfettario, calcolato in base alla distanza chilometrica tra il comune di residenza e la sede di lavoro, non è altro che una componente della retribuzione, volta a compensare il disagio di raggiungere il luogo di lavoro. Pertanto, non può essere considerato esente da tassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un orientamento ormai consolidato. Il ‘rimborso spese di accesso’ alla sede di lavoro, determinato con criterio forfettario come l’indennità chilometrica, è ontologicamente diverso dalle ‘indennità percepite per le trasferte’. Queste ultime, per essere esenti, devono compensare spostamenti temporanei e imprevedibili, non il tragitto sistematico casa-lavoro.

Nel caso specifico, era pacifico che il rimborso fosse una forma di indennità forfettaria stabilita per compensare l’accesso a una sede di lavoro fissa, seppur in un comune diverso. Non si trattava né di rimborsi a piè di lista (analitici) né di una vera indennità di trasferta. Di conseguenza, tale somma rientra a pieno titolo nel reddito da lavoro e deve essere assoggettata a tassazione. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per una nuova valutazione basata sui principi enunciati.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di diritto tributario del lavoro: le somme erogate per compensare il costo del tragitto casa-lavoro, anche se determinate forfettariamente, sono tassabili. Solo le indennità per trasferte occasionali e i rimborsi analitici documentati possono beneficiare di un regime fiscale agevolato. La decisione serve da monito per lavoratori e datori di lavoro sulla corretta qualificazione e gestione fiscale dei rimborsi spese, al fine di evitare futuri contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria.

Il rimborso forfettario per il tragitto casa-lavoro è tassabile?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il rimborso spese corrisposto in modo forfettario per compensare il costo del viaggio dalla residenza alla sede fissa di lavoro è considerato parte del reddito e, quindi, è soggetto a tassazione in base al principio di onnicomprensività.

Qual è la differenza tra ‘rimborso spese di accesso’ e ‘indennità di trasferta’?
Il ‘rimborso spese di accesso’ si riferisce al costo per raggiungere la sede di lavoro abituale. L”indennità di trasferta’, invece, compensa spostamenti temporanei e occasionali verso un luogo di lavoro diverso da quello abituale, richiesti dal datore di lavoro. Solo quest’ultima può beneficiare, a certe condizioni, di un regime di esenzione fiscale.

Una sentenza tributaria favorevole per un anno d’imposta vale automaticamente per gli anni successivi?
No. La Corte ha specificato che una sentenza relativa a un determinato anno d’imposta non ha efficacia vincolante automatica per gli anni successivi, specialmente quando l’accertamento si basa su presupposti di fatto (come la natura di un rimborso) che possono variare di anno in anno e richiedono una nuova valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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