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Rimborso sisma Sicilia: i limiti del de minimis

Un professionista ha richiesto il rimborso del 90% delle imposte versate, come previsto dalla legge sul “rimborso sisma Sicilia”. Le corti inferiori hanno concesso il rimborso, basandosi sul superamento della soglia de minimis di 200.000 euro. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che il giudice deve effettuare una verifica completa di tutti gli aiuti di Stato ricevuti dal contribuente nel triennio di riferimento e considerare eventuali altre compensazioni, ponendo l’onere della prova a carico del richiedente. Il semplice rispetto della soglia per il singolo aiuto non è sufficiente.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso sisma Sicilia: la Cassazione fissa i paletti sugli aiuti de minimis

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ridefinisce i criteri per accedere al rimborso sisma Sicilia, chiarendo l’interazione tra le agevolazioni nazionali e le stringenti normative europee sugli aiuti di Stato. La decisione riguarda il caso di un professionista che si era visto riconoscere in primo e secondo grado il diritto al rimborso del 90% delle imposte, ma la cui posizione è stata ribaltata dalla Suprema Corte per un’errata applicazione del regolamento de minimis. Vediamo nel dettaglio i fatti e le implicazioni di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Un medico oculista, residente in una delle province siciliane colpite dal terremoto del 1990, presentava istanza per ottenere il rimborso del 90% dell’IRPEF e dell’ILOR versate per gli anni 1991-1992, in base a una legge speciale a sostegno delle vittime del sisma. Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Amministrazione finanziaria, il contribuente adiva la Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva il ricorso. La decisione veniva confermata in appello dalla Commissione Tributaria Regionale, la quale riteneva il rimborso ammissibile, a condizione che l’importo complessivo degli aiuti ricevuti nel triennio non superasse la soglia di 200.000 euro, prevista dal regolamento europeo de minimis. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ricorreva per cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero valutato la questione in modo superficiale.

La Decisione della Corte e il corretto approccio al rimborso sisma Sicilia

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria della Sicilia. Il fulcro della decisione risiede nella corretta interpretazione delle norme sugli aiuti di Stato e sul relativo onere della prova.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito diversi punti fondamentali. In primo luogo, ha stabilito che l’agevolazione fiscale in questione, se concessa a soggetti che svolgono attività d’impresa o professionale, costituisce a tutti gli effetti un aiuto di Stato. Come tale, deve rispettare le normative dell’Unione Europea per essere considerato legittimo.

Secondo i giudici, non è sufficiente verificare che il singolo importo richiesto come rimborso sia inferiore alla soglia de minimis di 200.000 euro. Il giudice di merito ha il dovere di effettuare una valutazione molto più approfondita, che include:

1. Verifica Cumulativa: Accertare l’ammontare totale di tutti gli aiuti qualificabili come de minimis ricevuti dal contribuente nell’arco di tre anni. Il limite di 200.000 euro si riferisce alla somma di tutti i benefici, non al singolo aiuto.
2. Divieto di Sovracompensazione: Controllare che il contribuente non abbia già ricevuto compensazioni per i danni subiti da altre fonti, come polizze assicurative o altre forme di aiuto. L’obiettivo dell’aiuto è ristorare il danno, non creare un arricchimento.
3. Onere della Prova: È il contribuente, in quanto attore sostanziale che chiede un beneficio, a dover dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge, inclusa la conformità al regolamento de minimis. Non spetta all’Amministrazione provare il contrario.

La Corte ha specificato che i giudici di merito avevano errato nel limitarsi a valorizzare la sola circostanza del mancato superamento della soglia con riferimento al singolo rimborso, omettendo qualsiasi accertamento sugli altri punti cruciali. L’applicazione delle norme europee è cogente e deve essere verificata d’ufficio dal giudice.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito per professionisti e imprese che intendono accedere a benefici fiscali qualificabili come aiuti di Stato. La sentenza sottolinea che la conformità alle normative europee è un requisito imprescindibile e la sua verifica non può essere superficiale. I contribuenti devono essere pronti a documentare in modo esaustivo non solo il diritto al singolo beneficio, ma anche la loro posizione complessiva rispetto a tutti gli aiuti ricevuti, per evitare contestazioni e la revoca delle agevolazioni. La decisione ribadisce la prevalenza del diritto unionale e l’obbligo per i giudici nazionali di garantirne la corretta e integrale applicazione.

Un professionista che ha subito danni da una calamità naturale ha sempre diritto al rimborso fiscale previsto dalla legge?
No, non automaticamente. Se l’agevolazione è considerata un aiuto di Stato, il diritto al rimborso è subordinato al rispetto delle normative europee, in particolare del regolamento de minimis e del divieto di sovracompensazione dei danni.

Per ottenere un aiuto di Stato “de minimis”, basta che il singolo importo sia inferiore alla soglia di 200.000 euro?
No, non è sufficiente. La soglia di 200.000 euro si riferisce all’importo totale di tutti gli aiuti di questa categoria ricevuti dal beneficiario nell’arco di tre anni fiscali. Il giudice deve verificare l’ammontare complessivo.

Chi deve dimostrare di avere i requisiti per ottenere il rimborso fiscale in questi casi?
L’onere della prova grava interamente sul contribuente. È lui che deve dimostrare di soddisfare tutte le condizioni previste dalla legge nazionale e dalla normativa europea, inclusa la prova di non aver superato la soglia de minimis e di non aver ricevuto altre compensazioni per gli stessi danni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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