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Rimborso sisma: il diritto è integrale anche senza fondi

Un contribuente, avente diritto al rimborso integrale delle imposte versate a seguito di un sisma, si è visto corrispondere solo il 50% della somma dall’amministrazione finanziaria a causa di una presunta insufficienza di fondi certificata. La Commissione Tributaria Regionale aveva respinto la sua richiesta di ottemperanza. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha stabilito che la carenza di fondi non può giustificare una riduzione del credito del contribuente. Il diritto al rimborso sisma è pieno e deve essere soddisfatto integralmente, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta che attivi le procedure contabili necessarie, come l’emissione di un ordine di pagamento in conto sospeso.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Sisma: Il Pagamento Deve Essere Integrale, Anche Senza Fondi

Il diritto al rimborso sisma per le imposte versate non può essere ridotto unilateralmente dall’Amministrazione Finanziaria, neanche in presenza di una certificata carenza di fondi. Questo è il principio fondamentale ribadito dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza, che tutela pienamente il diritto del contribuente a ottenere l’integrale soddisfazione del proprio credito, anche attraverso strumenti sostitutivi attivati dal giudice.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un contribuente di ottenere l’esecuzione di una sentenza a lui favorevole. Tale sentenza gli riconosceva il diritto al rimborso delle imposte pagate negli anni 1990-1992, in applicazione delle agevolazioni previste per le vittime di un evento sismico, come stabilito dalla legge n. 289/2002. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate, a seguito di una normativa successiva (legge n. 123/2017) e basandosi su una certificazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che attestava l’insufficienza dei fondi, aveva liquidato solo il 50% dell’importo dovuto. Il contribuente ha quindi avviato un giudizio di ottemperanza per ottenere il restante 50%, ma la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ha respinto la sua domanda.

Il Giudizio e il Diritto al Rimborso Sisma

Il contribuente ha impugnato la decisione della CTR dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione e la falsa applicazione di diverse norme, tra cui quelle che regolano il giudizio di ottemperanza e la responsabilità della Pubblica Amministrazione. Secondo il ricorrente, la CTR aveva errato nel considerare la certificazione di incapienza dei fondi come una valida giustificazione per non procedere al pagamento integrale del credito, di fatto legittimando una soddisfazione solo parziale di un diritto accertato con sentenza passata in giudicato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, affermando un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza. I giudici hanno chiarito che, nel giudizio di ottemperanza, una certificata insufficienza di fondi non determina l’estinzione, né parziale né totale, del diritto di credito del contribuente. L’incapienza non preclude l’attuazione del diritto, ma impone al giudice dell’ottemperanza di adottare misure specifiche per garantire la completa esecuzione della sentenza.

Tra queste misure vi è la nomina di un commissario ad acta. Questo soggetto, sostituendosi all’amministrazione inadempiente, ha il compito di attivare tutte le procedure previste dalla normativa di contabilità pubblica per reperire le somme necessarie. Ciò include anche l’emissione di uno ‘speciale ordine di pagamento in conto sospeso’, uno strumento contabile che permette di onorare il debito anche in assenza di immediata disponibilità di cassa. La Corte sottolinea che i principi costituzionali e convenzionali non ammettono alcuna possibile ‘falcidia’, cioè una riduzione arbitraria, dei diritti patrimoniali accertati in sede giudiziale.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione è di fondamentale importanza per la tutela dei contribuenti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Viene stabilito che il diritto a un rimborso sisma, una volta riconosciuto da una sentenza, è un diritto pieno e non negoziabile. La mancanza di fondi è un problema organizzativo e contabile dell’amministrazione, che non può ricadere sul cittadino. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà conformarsi a questo principio e assicurare al contribuente il pagamento integrale di quanto gli spetta, oltre a decidere sulle spese del giudizio.

L’Amministrazione Finanziaria può pagare solo una parte di un rimborso fiscale stabilito da una sentenza adducendo la mancanza di fondi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una certificata insufficienza di fondi non giustifica un pagamento parziale e non estingue il diritto del contribuente a ricevere l’intera somma riconosciuta dalla sentenza.

Cosa può fare il contribuente se l’Agenzia delle Entrate non paga un rimborso ordinato dal giudice per mancanza di fondi?
Il contribuente può avviare un giudizio di ottemperanza. In tale sede, il giudice può nominare un commissario ad acta che si sostituisca all’amministrazione per attivare tutte le procedure contabili necessarie a saldare il debito, come l’emissione di un ordine di pagamento in conto sospeso.

La certificazione di incapienza dei fondi da parte del MEF cancella o riduce permanentemente il credito del contribuente?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’eventuale incapienza non determina l’estinzione del diritto sostanziale del contribuente e non preclude, né ritarda a tempo indeterminato, la sua attuazione. Il diritto al credito rimane integro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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