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Rimborso sisma e aiuti di Stato: onere della prova

Un contribuente, colpito dal sisma del 1990 in Sicilia, ha richiesto il rimborso di imposte versate. Nonostante le decisioni favorevoli nei primi gradi di giudizio, l’Amministrazione Finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha accolto il ricorso, stabilendo che spetta al contribuente che chiede il rimborso sisma dimostrare di rispettare i limiti previsti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato, nota come ‘de minimis’. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Sisma e Aiuti di Stato: La Cassazione Chiarisce l’Onere della Prova

L’ottenimento di un rimborso sisma rappresenta un diritto fondamentale per i cittadini e le imprese colpite da calamità naturali. Tuttavia, questo diritto deve confrontarsi con le complesse normative europee in materia di aiuti di Stato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su chi abbia l’onere di dimostrare il rispetto di tali normative, ponendo un punto fermo in una questione di grande rilevanza pratica.

I Fatti di Causa: Un Contribuente Chiede Giustizia

Il caso trae origine dalla richiesta di un contribuente, residente in un’area della Sicilia orientale colpita dal terremoto del dicembre 1990, di ottenere il rimborso del 90% delle imposte pagate negli anni 1990, 1991 e 1992, come previsto da specifiche norme agevolative. I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione al contribuente.

Tuttavia, l’Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sollevando due motivi di ricorso. Il punto centrale della contestazione era la mancata valutazione, da parte dei giudici di secondo grado, della normativa europea sugli aiuti di Stato e, in particolare, del regime ‘de minimis’, la cui applicabilità, secondo l’ente impositore, non era stata provata dal richiedente.

La Questione del Rimborso Sisma e l’Onere della Prova

La controversia si è focalizzata su un aspetto tecnico ma decisivo: a chi spetta provare che il beneficio fiscale richiesto non superi le soglie previste dalla disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato? L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che tale prova fosse a carico del contribuente, in quanto requisito necessario per ottenere il beneficio. Secondo questa tesi, il contribuente deve dimostrare di essere nelle condizioni per ottenere il rimborso, provando anche l’insussistenza di fatti ‘negativi’, come il superamento del limite degli aiuti ‘de minimis’ nel triennio di riferimento.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi di ricorso presentati dall’Amministrazione Finanziaria, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al giudice di secondo grado per una nuova valutazione.

Il Principio dell’Onere della Prova

La Corte ha affermato un principio cardine: trattandosi di un’istanza di rimborso, spetta alla parte contribuente dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge per ottenerlo. Questo include la prova del rispetto della disciplina ‘de minimis’. L’organo giudicante ha chiarito che l’onere della prova non può essere semplicemente invertito, anche se l’Amministrazione Finanziaria ha un dovere di collaborazione e buona fede. È il richiedente che deve fornire la prova di non aver superato il limite di aiuti consentito, calcolato su un triennio mobile per ciascun anno di richiesta del rimborso.

La Rilevanza della Disciplina Eurounitaria

I giudici hanno sottolineato che il rispetto dei limiti eurounitari sugli aiuti di Stato precede e condiziona qualsiasi altra disposizione nazionale. La normativa fiscale agevolativa per le vittime del sisma, pur essendo un atto di solidarietà nazionale, non può violare i principi dell’Unione Europea. Pertanto, qualsiasi impresa o professionista che eserciti un’attività economica e richieda tali benefici deve dimostrare di rientrare nei limiti previsti, per evitare distorsioni della concorrenza nel mercato interno. La Corte ha specificato che anche i professionisti, in quanto esercenti attività economica, sono soggetti a queste regole.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame stabilisce con chiarezza che il contribuente che richiede un rimborso sisma ha l’onere di provare il rispetto dei limiti imposti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato (‘de minimis’). Questa decisione rafforza la prevalenza del diritto europeo sulle normative nazionali e chiarisce le responsabilità probatorie nel contenzioso tributario. Per i cittadini e le imprese, ciò significa che la preparazione di un’istanza di rimborso per calamità naturali richiede un’attenta verifica degli aiuti già ricevuti nel triennio di riferimento, al fine di poter documentare adeguatamente il rispetto delle soglie comunitarie. La sentenza, pur ribadendo l’onere a carico del contribuente, ricorda anche all’Amministrazione Finanziaria i suoi obblighi di collaborazione, invitandola a non limitarsi a una mera opposizione formale ma a contestare specifici fatti impeditivi sulla base delle informazioni in suo possesso.

A chi spetta dimostrare di rispettare i limiti UE sugli aiuti di Stato per ottenere il rimborso sisma?
Secondo la Corte di Cassazione, spetta al contribuente che presenta l’istanza di rimborso dimostrare di essere nelle condizioni per ottenerlo, inclusa la prova del rispetto dei limiti previsti dalla disciplina europea ‘de minimis’.

Il regime ‘de minimis’ si applica anche a professionisti e imprese in relazione ai rimborsi per calamità naturali?
Sì, la Corte ha specificato che chiunque svolga un’attività economica, inclusi i liberi professionisti, è soggetto alle regole europee sugli aiuti di Stato e deve quindi rispettare il regime ‘de minimis’ per beneficiare di agevolazioni fiscali come il rimborso sisma.

Qual è il ruolo dell’Amministrazione Finanziaria quando contesta una richiesta di rimborso sisma?
Sebbene l’onere della prova principale gravi sul contribuente, l’Amministrazione Finanziaria non può limitarsi a un’opposizione generica. In virtù degli obblighi di collaborazione e buona fede, deve allegare specifici fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto al rimborso, basandosi sulle informazioni in suo possesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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