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Rimborso sisma: anche il dipendente può chiederlo

Il caso analizza la richiesta di un contribuente per un rimborso sisma relativo alle imposte IRPEF degli anni ’90. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che solo il datore di lavoro potesse richiederlo. La Corte di Cassazione, dichiarando il ricorso dell’Agenzia inammissibile, ha confermato il principio secondo cui anche il lavoratore dipendente, quale beneficiario diretto dell’agevolazione, è pienamente legittimato a chiedere e ottenere il rimborso.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Sisma: La Cassazione Conferma il Diritto del Lavoratore Dipendente

L’ordinanza n. 8395/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione di grande rilevanza pratica: la legittimazione a richiedere il rimborso sisma previsto per i soggetti colpiti da eventi calamitosi. In particolare, la Corte chiarisce se il diritto al rimborso delle imposte versate spetti solo al datore di lavoro (sostituto d’imposta) o anche al lavoratore dipendente (sostituito). Questa decisione consolida un principio fondamentale a tutela dei contribuenti che sono i diretti beneficiari delle misure di sostegno.

I Fatti del Caso

Un lavoratore dipendente aveva richiesto il rimborso dell’IRPEF versata negli anni 1990, 1991 e 1992, in applicazione delle misure di sostegno previste dalla legge per le vittime del sisma che colpì alcune province siciliane nel dicembre 1990. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente, riconoscendo il suo diritto al rimborso.

L’Agenzia delle Entrate, non concordando con le decisioni dei giudici di merito, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il lavoratore non fosse legittimato a presentare la richiesta.

La questione del rimborso sisma e i motivi del ricorso

Il fulcro del ricorso dell’Amministrazione finanziaria si basava su due argomenti principali:
1. Violazione di legge: Secondo l’Agenzia, l’unico soggetto legittimato a chiedere il rimborso delle ritenute operate era il sostituto d’imposta (il datore di lavoro), e non il sostituito (il lavoratore dipendente).
2. Nullità della sentenza: Si lamentava un vizio di motivazione della sentenza d’appello, ritenuta apparente e carente su un punto decisivo della controversia.

La difesa del contribuente, tramite controricorso, ha contestato le argomentazioni dell’Agenzia, evidenziando come la questione della legittimazione fosse stata sollevata tardivamente e, in ogni caso, fosse infondata nel merito.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate inammissibile per ragioni procedurali. I giudici hanno rilevato un’assoluta mancanza di specificità nei motivi del ricorso e hanno notato che la questione cruciale della legittimazione del lavoratore sembrava essere stata sollevata per la prima volta solo nel giudizio di legittimità, una pratica non consentita.

Tuttavia, la Corte non si è fermata alla declaratoria di inammissibilità. Ha colto l’occasione per ribadire e consolidare un principio di diritto già affermato in precedenti pronunce (Cass. n. 17472/2017 e n. 29399/2019). Il principio è il seguente: in tema di misure di sostegno come il rimborso sisma, è legittimato a richiedere il rimborso e a impugnare l’eventuale diniego non solo il soggetto che ha materialmente effettuato il versamento (il sostituto), ma anche e soprattutto colui che ha subito la ritenuta (il sostituito). Quest’ultimo, infatti, è il beneficiario diretto del provvedimento agevolativo e, pertanto, titolare del diritto a ottenere la restituzione delle somme.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la posizione del contribuente-lavoratore dipendente, confermandone il diritto di agire in prima persona per ottenere i benefici fiscali a cui ha diritto, senza dover dipendere dall’iniziativa del proprio datore di lavoro. In secondo luogo, consolida un orientamento giurisprudenziale che interpreta le norme agevolative in modo sostanziale, dando prevalenza alla tutela del soggetto che la legge intende effettivamente favorire. La decisione finale, che ha condannato l’Agenzia delle Entrate anche al pagamento delle spese processuali, chiude la vicenda a favore del cittadino, riaffermando un principio di equità e giustizia tributaria.

In caso di agevolazioni fiscali come il rimborso sisma, chi è legittimato a chiedere il rimborso delle ritenute versate?
La Corte di Cassazione ha stabilito che sono legittimati a richiedere il rimborso sia il soggetto che ha effettuato il versamento (il sostituto d’imposta, come il datore di lavoro), sia colui che ha subito la ritenuta (il sostituito d’imposta, ovvero il lavoratore dipendente), in quanto quest’ultimo è il beneficiario diretto del provvedimento agevolativo.

Un lavoratore dipendente può agire direttamente contro l’Agenzia delle Entrate per ottenere un rimborso fiscale legato a un evento calamitoso?
Sì, sulla base del principio consolidato citato nell’ordinanza, il lavoratore dipendente (sostituito d’imposta) è legittimato non solo a richiedere il rimborso all’Amministrazione finanziaria, ma anche a impugnare l’eventuale rifiuto davanti al giudice tributario.

Qual è stato l’esito del ricorso dell’Agenzia delle Entrate in questo caso?
Il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso non validi dal punto di vista procedurale e ha comunque ribadito il principio di diritto a favore del contribuente, condannando l’Agenzia al pagamento delle spese legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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