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Rimborso sisma aiuti di stato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un imprenditore che richiedeva il rimborso del 90% delle imposte versate, in base a una legge a favore delle vittime del sisma del 1990. La Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, stabilendo che tale agevolazione per le imprese costituisce un aiuto di Stato illegittimo, secondo le decisioni della Commissione e della Corte di Giustizia Europea. Il rimborso dell’IVA è stato escluso del tutto per violazione del principio di neutralità fiscale. Per le altre imposte, il caso è stato rinviato al giudice di merito per verificare se l’aiuto rientri nelle eccezioni “de minimis”, con l’onere della prova a carico del contribuente.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Sisma e Aiuti di Stato: La Cassazione Blocca i Rimborsi alle Imprese

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla complessa questione del rimborso sisma aiuti di stato, chiarendo i limiti invalicabili posti dal diritto dell’Unione Europea. La vicenda riguarda un imprenditore siciliano che, colpito dal sisma del 1990, aveva richiesto il rimborso del 90% delle imposte versate per il triennio 1990-1992, basandosi sulla legge n. 289/2002. Sebbene i primi gradi di giudizio gli avessero dato ragione, la Suprema Corte ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’Agenzia Fiscale e delineando un quadro giuridico rigoroso in cui la normativa europea prevale su quella nazionale.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso

Un imprenditore, residente in una delle province siciliane colpite dal terremoto del dicembre 1990, presentava nel 2009 un’istanza per ottenere il rimborso del 90% delle imposte (IRPEF, IVA e altro) versate per gli anni 1990, 1991 e 1992. La sua richiesta si fondava sull’articolo 9, comma 17, della legge n. 289/2002, che aveva introdotto un condono fiscale a favore dei soggetti danneggiati da quella calamità naturale.

Inizialmente, sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano accolto le ragioni del contribuente, ritenendo il rimborso dovuto e l’istanza tempestiva. L’Agenzia Fiscale, tuttavia, ha impugnato la decisione fino in Cassazione, sostenendo che l’agevolazione, per un soggetto esercente attività d’impresa, fosse incompatibile con le norme comunitarie sulla libera concorrenza, in quanto configurabile come un aiuto di Stato.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Contrasto con il Diritto UE

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, cassando la sentenza impugnata e rinviando il caso alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia per un nuovo esame. La decisione si fonda sull’impatto dirompente delle pronunce della Commissione Europea e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, intervenute successivamente all’introduzione della norma nazionale.

Queste decisioni hanno qualificato le misure di aiuto previste dalla legge italiana come aiuti di Stato illegittimi e incompatibili con il mercato interno. Secondo la Cassazione, i giudici di merito hanno errato nel non considerare questo ius superveniens (diritto sopravvenuto), che ha modificato radicalmente il quadro normativo di riferimento.

Le Motivazioni: Perché il Rimborso Sisma è un Aiuto di Stato

Le motivazioni della Corte si articolano su tre pilastri fondamentali che chiariscono la natura della problematica del rimborso sisma aiuti di stato.

Il Ruolo delle Decisioni Europee come ‘Ius Superveniens’

La Commissione Europea, con una decisione del 2015, ha stabilito che le agevolazioni fiscali concesse dall’Italia alle imprese nelle aree colpite da calamità naturali a partire dal 1990 sono incompatibili con il mercato interno. Tali misure, infatti, avvantaggiano selettivamente alcune imprese, falsando la concorrenza. La Corte di Cassazione ha sottolineato che questa decisione è un atto normativo vincolante e immediatamente applicabile nell’ordinamento italiano. I giudici nazionali, pertanto, hanno l’obbligo di darvi attuazione, anche d’ufficio, disapplicando la norma interna contrastante.

L’Onere della Prova e l’Eccezione ‘De Minimis’

La normativa europea prevede delle eccezioni. Un aiuto individuale può essere considerato compatibile se rientra nel regolamento de minimis (aiuti di importo esiguo che non necessitano di autorizzazione) o se è strettamente destinato a compensare i danni materiali subiti a causa della calamità, senza generare una sovracompensazione.

La Corte ha chiarito un punto cruciale: l’onere di dimostrare la sussistenza di tali condizioni eccezionali ricade interamente sul contribuente che intende beneficiare dell’aiuto. Nel caso di specie, il giudice di merito non aveva svolto alcuna indagine in tal senso, limitandosi ad applicare la legge nazionale senza verificarne la compatibilità europea. Il nuovo giudizio dovrà quindi accertare se l’aiuto richiesto rispetta i limiti del de minimis o delle altre deroghe previste.

La Questione Specifica dell’IVA

Per quanto riguarda l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), la posizione della Corte è ancora più netta. Richiamando un’ordinanza della Corte di Giustizia UE (causa C-82/14), la Cassazione ha ribadito che una riduzione del 90% dell’IVA dovuta viola il principio di neutralità fiscale. Questo principio cardine del sistema IVA europeo impone che l’imposta sia riscossa integralmente in ogni fase del processo produttivo e distributivo, gravando unicamente sul consumatore finale. Di conseguenza, il diritto al rimborso dell’IVA per le imprese colpite dal sisma è stato completamente escluso, a prescindere da qualsiasi altra valutazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito: le agevolazioni fiscali nazionali, anche se nate con l’intento lodevole di sostenere le vittime di calamità naturali, devono sempre essere conformi ai principi fondamentali dell’ordinamento europeo. Per le imprese, il rimborso sisma aiuti di stato non è un diritto automatico. È subordinato a una rigorosa verifica di compatibilità con le norme sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato, e la prova del rispetto delle condizioni richieste spetta al contribuente. La decisione esclude inoltre categoricamente qualsiasi rimborso relativo all’IVA, rafforzando la supremazia dei principi fiscali comunitari.

Un’impresa che ha subito danni da un sisma ha sempre diritto al rimborso del 90% delle imposte previsto dalla legge italiana?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se l’agevolazione si configura come un aiuto di Stato incompatibile con le norme UE sulla concorrenza, il rimborso non è automatico. Il contribuente deve dimostrare che l’aiuto rientra in specifiche deroghe, come la regola “de minimis” o che serve a compensare i danni senza sovracompensazione.

Perché il rimborso delle tasse per le imprese colpite dal sisma è stato considerato un aiuto di Stato illegittimo?
Perché, secondo la Commissione Europea, tale misura avvantaggia selettivamente determinate imprese situate in specifiche aree geografiche, falsando o minacciando di falsare la concorrenza e incidendo sugli scambi tra Stati membri, in violazione delle norme del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

È possibile ottenere il rimborso dell’IVA versata negli anni del sisma?
No. La Corte di Cassazione, in linea con la Corte di Giustizia dell’UE, ha stabilito che il rimborso del 90% dell’IVA è incompatibile con il principio di neutralità fiscale. Tale principio richiede la riscossione integrale dell’imposta, che non può essere ridotta per specifici soggetti, pertanto il rimborso dell’IVA è escluso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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