LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso sisma 1990: la Cassazione conferma il diritto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando il diritto di un lavoratore dipendente a ottenere il rimborso Irpef per gli anni 1990-1992. Il caso riguarda le agevolazioni fiscali per le vittime del terremoto in Sicilia del 1990. La Corte ha stabilito che il diritto al rimborso sisma 1990 spetta al lavoratore (sostituito) e non al datore di lavoro (sostituto d’imposta), e che la domanda, presentata nel 2008, era tempestiva in quanto il termine di decadenza decorreva dal 1° marzo 2008, come stabilito da una specifica norma di interpretazione autentica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso sisma 1990: la Cassazione fa chiarezza su beneficiari e scadenze

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha messo un punto fermo su una questione di grande importanza per i contribuenti delle province siciliane colpite dal terremoto del 1990. La decisione conferma il diritto al rimborso sisma 1990 anche per i lavoratori dipendenti e chiarisce definitivamente i termini per la presentazione della domanda. Questa sentenza rappresenta una vittoria per i cittadini che per anni hanno atteso il riconoscimento di un loro diritto, sorto a seguito di una legislazione volta a indennizzare le vittime di eventi calamitosi.

I fatti di causa: la richiesta di rimborso

Un contribuente, residente in una delle aree colpite dal sisma del dicembre 1990, aveva presentato all’Agenzia delle Entrate un’istanza per ottenere il rimborso dell’IRPEF versata per gli anni 1990, 1991 e 1992. La richiesta si basava sulle norme agevolative che consentivano ai soggetti danneggiati di definire la propria posizione fiscale pagando solo il 10% del dovuto, con diritto al rimborso del 90% di quanto già versato.

L’Agenzia delle Entrate non aveva risposto all’istanza, facendo così scattare il meccanismo del silenzio-rifiuto. Il contribuente ha quindi impugnato tale rigetto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che ha accolto il suo ricorso. La decisione è stata poi confermata in appello dalla Commissione Tributaria Regionale, che ha riconosciuto il diritto al rimborso quantificandolo in oltre 23.000 euro, oltre interessi.

La controversia legale e il ricorso dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione, sollevando tre principali motivi di ricorso:

1. Insussistenza delle condizioni: secondo l’amministrazione finanziaria, l’agevolazione non spettava a chi aveva già definito il proprio rapporto d’imposta e quindi non poteva chiedere il rimborso.
2. Difetto di legittimazione: l’Agenzia sosteneva che il diritto al rimborso, se esistente, spettasse al datore di lavoro (sostituto d’imposta) che aveva materialmente effettuato i versamenti, e non al lavoratore dipendente (sostituito).
3. Tardività della domanda: la domanda di rimborso, presentata nel 2008, sarebbe stata tardiva perché il termine di decadenza avrebbe dovuto decorrere dall’entrata in vigore della legge del 2002, scadendo quindi all’inizio del 2005.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, fornendo una chiara interpretazione delle norme.

Sul primo punto, la Corte ha ribadito che la logica del condono fiscale per eventi calamitosi è peculiare e mira a indennizzare le vittime. Pertanto, il beneficio si applica sia a chi non ha ancora pagato (che può versare solo il 10%), sia a chi ha già pagato (che ha diritto al rimborso del 90%).

In merito alla legittimazione del lavoratore dipendente a richiedere il rimborso sisma 1990, la Cassazione ha stabilito che il diritto spetta inequivocabilmente al soggetto passivo d’imposta in senso sostanziale, ovvero colui che ha subito il prelievo fiscale, cioè il lavoratore. Questo principio è stato ulteriormente sancito da norme successive, come la legge n. 190 del 2014 e la legge n. 123 del 2017, che hanno espressamente incluso i titolari di redditi di lavoro dipendente tra i beneficiari del rimborso.

Infine, per quanto riguarda la presunta tardività della domanda, la Corte ha chiarito un punto cruciale. Il termine per la presentazione dell’istanza non decorreva dalla legge del 2002, ma dalla data di entrata in vigore di una successiva norma di interpretazione autentica (legge n. 31 del 2008). Questa legge ha fissato il dies a quo (la data di inizio del termine) al 1° marzo 2008, concedendo due anni per la presentazione delle istanze. Di conseguenza, la domanda del contribuente, datata 28 ottobre 2008, risultava pienamente tempestiva.

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione è di fondamentale importanza. Essa non solo conferma il diritto al rimborso sisma 1990 per una vasta platea di contribuenti, ma stabilisce anche principi chiari sulla titolarità del diritto (in capo al lavoratore) e sulla corretta decorrenza dei termini di decadenza. L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole ai cittadini colpiti da calamità naturali, riconoscendo la finalità indennitaria e non meramente fiscale delle norme agevolative. L’Agenzia delle Entrate è stata quindi condannata al pagamento delle spese legali, chiudendo definitivamente una lunga vicenda giudiziaria a favore del contribuente.

A chi spetta il diritto al rimborso per le imposte versate a seguito del sisma del 1990, al lavoratore o al datore di lavoro?
Il diritto al rimborso spetta al lavoratore dipendente (soggetto sostituito), in quanto è il soggetto passivo d’imposta in senso sostanziale, cioè colui che ha effettivamente subito il prelievo fiscale, e non al datore di lavoro che ha agito solo come sostituto d’imposta.

Qual è il termine corretto per presentare la domanda di rimborso per le imposte relative al sisma del 1990?
Il termine di decadenza di due anni per la presentazione della domanda di rimborso decorre dal 1° marzo 2008, data di entrata in vigore della legge n. 31 del 2008, che ha fornito un’interpretazione autentica delle norme precedenti. Pertanto, una domanda presentata il 28 ottobre 2008 è da considerarsi tempestiva.

Il rimborso spetta anche a chi aveva già pagato tutte le imposte dovute prima dell’entrata in vigore della legge di agevolazione?
Sì, la Corte ha confermato che l’agevolazione si applica sia a chi non ha ancora pagato (che può saldare versando solo il 10% del dovuto), sia a chi ha già pagato integralmente, il quale ha diritto al rimborso del 90% di quanto versato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati