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Rimborso IVA OGSE: la Cassazione rinvia la decisione

Una società sanitaria ha chiesto il rimborso IVA OGSE (oneri generali di sistema) versata sulle bollette elettriche. Dopo una vittoria in appello, l’Agenzia Fiscale ha fatto ricorso in Cassazione. La Corte, riconoscendo la complessità della questione sulla natura degli oneri e sulla legittimazione al rimborso, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza emettere una decisione finale.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IVA OGSE: la Cassazione Prende Tempo su una Questione Cruciale

Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio su una questione di grande rilevanza per imprese e consumatori: la possibilità di ottenere il rimborso IVA OGSE, ovvero l’imposta sul valore aggiunto applicata agli oneri generali di sistema presenti nelle bollette elettriche. La Corte ha ritenuto la materia talmente complessa e di impatto generale da richiedere una trattazione in pubblica udienza, rinviando di fatto una decisione finale.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore sanitario presentava un’istanza all’Amministrazione Finanziaria per ottenere il rimborso di quasi 70.000 euro di IVA, versata nel 2017 in relazione agli OGSE. La tesi della società era che tali oneri, riscossi dal fornitore di energia solo in qualità di ‘incaricato’ per legge, non dovessero rientrare nella base imponibile IVA.

L’Amministrazione Finanziaria respingeva la richiesta, sostenendo che gli OGSE fossero costi legati all’interesse generale della collettività, assimilabili a oneri parafiscali, e quindi correttamente assoggettati a IVA. Il caso approdava in Commissione Tributaria Provinciale, che dava ragione all’erario. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia ribaltava la decisione, accogliendo il ricorso della società e riconoscendone il diritto a richiedere il rimborso. Contro questa sentenza, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la questione del Rimborso IVA OGSE

L’Amministrazione Finanziaria ha basato il proprio ricorso su due motivi principali, che delineano i nodi cruciali della controversia.

Primo Motivo: La Legittimazione ad Agire del Consumatore Finale

Il primo punto sollevato riguarda la legittimazione ad agire. Secondo l’erario, il consumatore finale (la società sanitaria) non avrebbe il diritto di chiedere direttamente allo Stato il rimborso dell’IVA, anche se indebitamente versata. Questo perché il rapporto tributario intercorre esclusivamente tra lo Stato e il soggetto passivo d’imposta, ovvero la società fornitrice di energia. Il consumatore paga l’IVA al fornitore tramite il meccanismo della rivalsa, ma non è il soggetto obbligato al versamento nelle casse dello Stato. Di conseguenza, secondo questa tesi, la società non avrebbe titolo per l’azione di rimborso.

Secondo Motivo: La Natura Giuridica degli OGSE

In via subordinata, l’Amministrazione Finanziaria ha contestato la decisione della corte d’appello sulla natura degli oneri. Contrariamente a quanto stabilito dai giudici di secondo grado, gli OGSE non sarebbero slegati dal rapporto di somministrazione di energia elettrica. Essi, pur avendo finalità generali, costituirebbero parte del corrispettivo del servizio e, come tali, dovrebbero essere inclusi nella base imponibile ai fini IVA, come previsto dall’art. 13 del DPR 633/1972.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito della controversia. Ha invece preso atto della straordinaria complessità e della rilevanza delle questioni sollevate. La Corte ha sottolineato che il caso tocca problematiche di ‘rilevante portata nomofilattica’, ovvero questioni la cui soluzione è destinata a influenzare un numero indeterminato di casi simili, richiedendo un’interpretazione uniforme della legge per garantire la certezza del diritto.

I giudici hanno evidenziato come la risoluzione della controversia richieda di affrontare due questioni fondamentali e interconnesse:
1. La sussistenza del diritto del consumatore finale di agire direttamente contro l’amministrazione finanziaria per il rimborso dell’IVA versata in rivalsa al fornitore.
2. L’esatta natura giuridica degli OGSE e, di conseguenza, la loro inclusione o esclusione dalla base imponibile IVA.

Proprio a causa di questa complessità e delle potenziali ricadute su tutto il sistema, la Corte ha ritenuto inopportuno decidere il caso nella camera di consiglio, optando per un rinvio a nuovo ruolo per una discussione più approfondita in pubblica udienza.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza non stabilisce chi ha ragione, ma segnala l’importanza cruciale della controversia sul rimborso IVA OGSE. La decisione finale, che arriverà solo dopo la pubblica udienza, è attesa con grande interesse, poiché creerà un precedente fondamentale. Stabilirà in modo definitivo se i consumatori finali abbiano o meno il diritto di richiedere il rimborso dell’IVA su questi oneri e chiarirà la natura fiscale degli stessi, con un impatto significativo su milioni di bollette elettriche in tutta Italia.

Perché la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva?
La Corte ha ritenuto le questioni trattate – il diritto del consumatore al rimborso diretto e la natura fiscale degli OGSE – di tale complessità e rilevanza nomofilattica da necessitare un’analisi più approfondita in una pubblica udienza, anziché una decisione in camera di consiglio.

Quali sono i due principali punti legali al centro della controversia?
I due punti chiave sono: 1) Se il consumatore finale abbia la ‘legittimazione ad agire’ per chiedere direttamente all’Amministrazione Finanziaria il rimborso dell’IVA versata al fornitore. 2) Se gli Oneri Generali di Sistema (OGSE) debbano essere considerati parte della base imponibile IVA o se ne siano esclusi per la loro natura parafiscale.

La società consumatrice ha il diritto di chiedere il rimborso dell’IVA pagata in bolletta?
L’ordinanza non dà una risposta definitiva a questa domanda. La Corte d’Appello aveva riconosciuto questo diritto, ma l’Amministrazione Finanziaria lo contesta. La Corte di Cassazione deciderà su questo punto cruciale solo dopo la trattazione della causa in pubblica udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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