LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso IVA impianti: sì anche su beni di terzi

Una società installava impianti fotovoltaici su un terreno di terzi, detenuto in comodato, richiedendo il rimborso IVA. L’Amministrazione Finanziaria negava il rimborso, sostenendo che gli impianti fossero diventati di proprietà dei terzi per accessione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo che il diritto al rimborso IVA non dipende dalla proprietà del bene su cui si interviene, ma dal nesso di strumentalità tra l’investimento e l’attività d’impresa. La disponibilità del bene e la sua utilità pluriennale sono i veri requisiti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IVA e Beni di Terzi: La Strumentalità Vince sulla Proprietà

Un’impresa può ottenere il rimborso IVA per l’acquisto di beni, come impianti fotovoltaici, installati su un immobile di cui non è proprietaria ma che detiene in comodato? Questa è la domanda centrale a cui la Corte di Cassazione ha dato una risposta chiara e affermativa, consolidando un principio fondamentale in materia fiscale: ai fini IVA, ciò che conta è la strumentalità del bene all’attività d’impresa, non il titolo di proprietà del suolo su cui è installato.

I Fatti del Caso

Una società semplice agricola aveva realizzato degli impianti fotovoltaici su un terreno di proprietà di terzi (nello specifico, i genitori dei soci), che la società utilizzava in virtù di un contratto di comodato. Successivamente, l’azienda presentava istanza per il rimborso dell’IVA assolta sull’acquisto di tali impianti.

L’Amministrazione Finanziaria respingeva la richiesta, sostenendo che gli impianti, una volta installati, fossero divenuti di proprietà dei titolari del terreno per il principio civilistico dell’accessione. Di conseguenza, secondo il Fisco, tali beni non potevano essere considerati “beni ammortizzabili” della società e, pertanto, non davano diritto al rimborso dell’imposta.

La controversia approdava prima dinanzi alle commissioni tributarie di merito, che davano ragione alla società, e infine in Cassazione su ricorso dell’Agenzia Fiscale.

Le Motivazioni della Corte e il Principio di Strumentalità nel Rimborso IVA

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ha basato la sua decisione su un orientamento ormai consolidato, anche a livello delle Sezioni Unite e in linea con la giurisprudenza europea. Il fulcro del ragionamento risiede nel concetto di nesso di strumentalità.

I giudici hanno chiarito che il diritto alla detrazione, e al suo alternativo rimborso IVA, sorge quando un bene o servizio è acquistato nell’ambito di un’attività d’impresa. Questo diritto non è subordinato alla proprietà del bene immobile su cui vengono eseguite le opere, ma alla circostanza che tali opere siano funzionali e collegate all’attività economica svolta dal contribuente, anche se solo potenziale o in prospettiva.

La Corte ha specificato che interpretare la normativa IVA in modo restrittivo, legandola a concetti civilistici come la proprietà o l’accessione, sarebbe in contrasto con i principi di neutralità dell’imposta sul valore aggiunto sanciti dall’Unione Europea.

Le Sezioni Unite, con la recente pronuncia n. 13162 del 2024, hanno fornito una lettura “unionalmente orientata” della normativa interna, affermando che:

1. Per “acquisto” si deve intendere, in senso lato, la disponibilità del bene.
2. Per “ammortizzabile” si deve intendere la sua durevolezza e utilità pluriennale.

In questo quadro, il concetto imprescindibile diventa quello della “strumentalità” ai fini imprenditoriali. L’imprenditore che detiene un immobile tramite un diritto personale di godimento (come il comodato) e vi investe per la propria attività ha pieno diritto al recupero dell’IVA, poiché quell’investimento è direttamente inerente alla sua sfera economica.

Di conseguenza, il motivo di ricorso dell’Agenzia, basato sulla presunta mancanza della qualità di bene ammortizzabile a causa dell’accessione, è stato ritenuto infondato, rendendo inammissibili per carenza di interesse anche gli altri motivi sollevati.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un’importante conferma per tutti gli operatori economici che svolgono la propria attività utilizzando beni di terzi. La decisione ribadisce con forza che, nel sistema IVA, la sostanza economica prevale sulla forma giuridica. Il diritto al rimborso IVA non è un privilegio legato alla proprietà, ma un diritto fondamentale del contribuente che investe in beni strumentali per la propria attività.

Le imprese possono quindi procedere con maggiore serenità a effettuare investimenti su immobili detenuti in locazione, comodato o con altri titoli di godimento, avendo la certezza che, se tali investimenti sono funzionali al business, l’IVA pagata potrà essere legittimamente recuperata, garantendo così la piena neutralità dell’imposta come richiesto dal diritto europeo.

È possibile ottenere il rimborso IVA per impianti installati su un terreno non di mia proprietà?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è possibile ottenere il rimborso dell’IVA, a condizione che l’impianto sia strumentale all’esercizio della propria attività d’impresa, anche se potenziale o futura. La proprietà del terreno non è il requisito decisivo.

Il principio di accessione, per cui ciò che è costruito sul suolo appartiene al proprietario, impedisce il rimborso IVA?
No. Secondo la sentenza, ai fini del diritto alla detrazione o al rimborso IVA, il principio civilistico dell’accessione non è determinante. Prevale il concetto di “strumentalità” del bene rispetto all’attività economica del soggetto che ha sostenuto il costo.

Cosa significa “nesso di strumentalità” ai fini IVA?
Significa che deve esistere un collegamento diretto e funzionale tra il bene acquistato (in questo caso, l’impianto fotovoltaico) e l’attività d’impresa svolta. L’impianto deve servire a produrre reddito o a essere utilizzato nel ciclo produttivo dell’impresa, giustificando così il diritto al recupero dell’imposta pagata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati