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Rimborso IVA beni strumentali: la proprietà non conta

Una società si è vista negare il rimborso dell’IVA per un impianto fotovoltaico costruito su un terreno in affitto. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che per il rimborso IVA beni strumentali ciò che conta è l’effettivo utilizzo del bene nell’attività d’impresa (principio di strumentalità) e non la proprietà formale dello stesso. La Corte ha adottato un’interpretazione estensiva, in linea con il diritto europeo, chiarendo che il termine ‘acquisto’ significa disponibilità giuridica del bene e ‘bene ammortizzabile’ si riferisce a qualsiasi bene di investimento a utilità pluriennale.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IVA Beni Strumentali: La Proprietà del Bene Non è Requisito Essenziale

Il tema del rimborso IVA beni strumentali rappresenta un aspetto cruciale per la liquidità e la pianificazione fiscale delle imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che il diritto al rimborso dell’IVA per l’acquisto di beni a utilità pluriennale non dipende dalla proprietà formale del bene, ma dalla sua effettiva strumentalità all’attività d’impresa. Questa decisione, allineata ai principi del diritto europeo, amplia le tutele per i contribuenti.

Il Contesto: Un Impianto Fotovoltaico su Terreno di Terzi

Il caso ha origine dalla richiesta di una società operante nel settore energetico di ottenere il rimborso dell’IVA versata per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. La particolarità della situazione risiedeva nel fatto che l’impianto era stato costruito su un terreno di proprietà di terzi, condotto in locazione dalla società. L’Agenzia delle Entrate, dopo aver inizialmente concesso i rimborsi, ne ha richiesto la restituzione, sostenendo che l’operazione non desse diritto al rimborso ma solo alla compensazione del credito IVA. Secondo l’amministrazione finanziaria, l’impianto, insistendo su un bene altrui, doveva essere qualificato come immobilizzazione immateriale (‘spese per migliorie su beni di terzi’), escludendo così la possibilità di rimborso prevista per l’acquisto di beni materiali ammortizzabili.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto la tesi dell’Agenzia delle Entrate, ritenendo decisivo il fatto che l’impianto fosse stato realizzato su un terreno non di proprietà della società. Questa interpretazione restrittiva legava indissolubilmente il diritto al rimborso alla titolarità di un diritto reale sul bene, escludendo di fatto tutte le situazioni, pur molto comuni nella pratica commerciale, in cui un’impresa investe su beni che detiene in virtù di un contratto di godimento, come la locazione.

Il Principio di Diritto sul Rimborso IVA Beni Strumentali

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la prospettiva. Accogliendo il ricorso della società, i giudici di legittimità hanno affermato che la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore di diritto attribuendo rilevanza decisiva al presupposto della proprietà dei beni.

La Svolta delle Sezioni Unite

La Corte ha basato la sua decisione su un precedente fondamentale delle Sezioni Unite (Sentenza n. 13162/2024), che ha stabilito come l’esercente attività d’impresa abbia diritto al rimborso dell’IVA anche per lavori su immobili di cui non è proprietario, ma che detiene tramite un diritto personale di godimento (es. locazione). Il requisito essenziale non è la proprietà, ma il nesso di strumentalità tra i beni e l’attività svolta.

L’Interpretazione Estensiva e Conforme al Diritto UE

La Cassazione ha chiarito che la nozione di ‘acquisto di beni ammortizzabili’ contenuta nell’art. 30 del D.P.R. 633/1972 deve essere interpretata in modo ampio e funzionale, in conformità con il principio europeo di neutralità dell’IVA. In questa ottica:

‘Acquisto’ non significa solo acquisizione della proprietà, ma più latamente la ‘disponibilità’ del bene in virtù di un titolo giuridico che ne garantisca il possesso per un periodo di tempo apprezzabile.
‘Bene ammortizzabile’ non va inteso secondo le rigide regole delle imposte dirette o del codice civile, ma fa riferimento alla nozione economica di ‘bene di investimento’, ovvero qualsiasi bene destinato a essere utilizzato durevolmente nell’attività d’impresa.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di garantire il principio di neutralità dell’IVA, che impone che l’imposta non debba mai diventare un costo per il soggetto passivo. Un’interpretazione restrittiva, che nega il rimborso basandosi sulla sola assenza di proprietà, violerebbe questo principio fondamentale. La Corte sottolinea che l’elemento imprescindibile è la ‘strumentalità’ del bene rispetto all’esercizio dell’impresa. Se il bene è utilizzato per l’attività produttiva e ha un’utilità pluriennale, l’IVA assolta per la sua acquisizione o realizzazione deve poter essere recuperata, a prescindere dal titolo giuridico in base al quale l’imprenditore ne ha la disponibilità. Pertanto, l’errore del giudice di merito è stato quello di ancorarsi a un formalismo superato, ignorando la sostanza economica dell’operazione e i principi cardine del sistema IVA europeo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata con rinvio, stabilendo un principio di grande importanza pratica. Per ottenere il rimborso IVA beni strumentali, un’impresa non deve necessariamente dimostrare di essere proprietaria del bene su cui ha investito. È sufficiente provare che il bene è detenuto in base a un titolo giuridico valido (come un contratto di locazione) e che è strumentale all’esercizio della propria attività economica. Questa ordinanza rafforza la posizione delle imprese che investono in beni di terzi, garantendo una corretta applicazione del principio di neutralità fiscale e favorendo gli investimenti produttivi.

È possibile ottenere il rimborso IVA per un bene strumentale costruito su un terreno non di proprietà?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la proprietà del bene o del terreno su cui insiste non è un requisito necessario. Ciò che conta è che l’impresa abbia la disponibilità giuridica del bene (ad esempio, tramite un contratto di locazione) e che questo sia strumentale alla sua attività economica.

Come va interpretato il concetto di ‘acquisto di beni ammortizzabili’ ai fini del rimborso IVA?
Deve essere interpretato in senso ampio e sostanziale. ‘Acquisto’ si riferisce alla disponibilità del bene per un periodo di tempo significativo, mentre ‘bene ammortizzabile’ va inteso come ‘bene di investimento’ con utilità pluriennale, in linea con la normativa europea e il principio di neutralità dell’IVA.

Quale principio è stato decisivo per la decisione della Corte di Cassazione?
Il principio decisivo è quello della neutralità dell’IVA, un cardine del sistema fiscale europeo. Secondo questo principio, l’IVA non deve mai diventare un costo per l’impresa. Pertanto, le norme nazionali devono essere interpretate in modo da garantire che l’imposta pagata su beni e servizi utilizzati per l’attività d’impresa sia sempre recuperabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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