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Rimborso IVA agenzie viaggi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che il rimborso IVA per agenzie viaggi con sede fuori dall’UE non è dovuto per i pacchetti turistici. La Corte ha disapplicato una norma nazionale che faceva salvi i rimborsi passati, ritenendola in contrasto con il diritto dell’Unione Europea. Il caso è stato rinviato per verificare se l’agenzia vendesse pacchetti turistici o singoli servizi, unico caso in cui il regime speciale non si applica.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IVA Agenzie Viaggi: la Cassazione Nega il Diritto a Operatori Extra-UE

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale per gli operatori turistici internazionali, chiarendo le regole sul rimborso IVA agenzie viaggi non stabilite nell’Unione Europea. La Corte ha stabilito che, in linea con il diritto comunitario, tali agenzie non hanno diritto a detrarre o a ottenere il rimborso dell’IVA assolta in Italia per l’acquisto di beni e servizi inclusi nei pacchetti turistici. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire parità di trattamento e una corretta riscossione dell’imposta a livello europeo.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un’agenzia di viaggi e turismo con sede al di fuori dell’Unione Europea contro un avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria contestava l’indebita detrazione dell’IVA, sostenendo che il rimborso non fosse dovuto per le agenzie di viaggi non stabilite nel territorio dell’UE.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla società contribuente. In particolare, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva fondato la sua decisione sull’articolo 55 del D.L. n. 69/2013, una norma interpretativa del cosiddetto “regime speciale” previsto dall’art. 74-ter del Decreto IVA. Secondo la CTR, tale norma rendeva irrilevante la distinzione tra pacchetto turistico e servizio singolo e, soprattutto, conteneva una clausola di salvezza che impediva il recupero dei rimborsi già effettuati. L’Agenzia delle Entrate ha quindi impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

Il Regime Speciale e il Principio della Cassazione sul rimborso IVA agenzie viaggi

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 74-ter del d.P.R. 633/1972, che disciplina il regime IVA speciale per le agenzie di viaggio. Questo regime, noto come “base da base”, prevede che l’imposta si applichi sulla differenza tra il corrispettivo pagato dal viaggiatore e i costi sostenuti dall’agenzia per i servizi a diretto vantaggio del cliente (es. hotel, trasporti).

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione della CTR. I giudici supremi hanno affermato due principi fondamentali:

1. Indetraibilità dell’IVA per Tour Operator Extra-UE: Il regime speciale, interpretato alla luce della direttiva IVA europea (2006/112/CE), non consente alle agenzie di viaggio stabilite fuori dall’UE, che agiscono come “tour operator”, di detrarre o ottenere a rimborso l’IVA pagata in Italia per beni e servizi erogati da terzi a vantaggio dei viaggiatori.
2. Disapplicazione della Norma Nazionale Confliggente: La clausola di salvezza contenuta nell’art. 55 del D.L. 69/2013, che impediva il recupero dei rimborsi effettuati prima della sua entrata in vigore, deve essere disapplicata. Questa norma, infatti, crea una discriminazione ingiustificata tra contribuenti, basata sul dato puramente casuale della data di erogazione del rimborso, e si pone in contrasto con i principi del diritto dell’Unione Europea.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la necessità di garantire l’armonizzazione fiscale all’interno dell’Unione e di evitare disparità di trattamento. L’esclusione dal diritto alla detrazione per gli operatori extra-UE è funzionale ad assicurare che il gettito dell’imposta sia attribuito allo Stato in cui la prestazione è fruita, in linea con gli obiettivi della direttiva IVA.

Inoltre, la disapplicazione della clausola di salvezza nazionale è stata giustificata dal primato del diritto europeo. Una norma interna che produce una rinuncia ingiustificata alla riscossione di un’imposta armonizzata e crea discriminazioni tra operatori economici deve essere messa da parte dal giudice nazionale. La Corte ha anche chiarito un punto fondamentale: il regime speciale si applica solo quando l’agenzia vende “pacchetti turistici” in nome proprio, e non quando agisce come semplice intermediario o quando fornisce singoli servizi turistici svincolati da un pacchetto organizzato.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Il giudice del rinvio avrà il compito di accertare in concreto la natura delle prestazioni fornite dall’agenzia di viaggi: dovrà verificare se la società ha venduto pacchetti turistici, agendo come tour operator (nel qual caso non ha diritto al rimborso IVA), oppure se ha fornito servizi singoli o di intermediazione, che esulano dall’applicazione del regime speciale dell’art. 74-ter. Questa decisione rafforza la coerenza del sistema IVA nazionale con quello europeo, stabilendo un chiaro confine per il diritto al rimborso IVA agenzie viaggi non comunitarie.

Le agenzie di viaggio stabilite fuori dall’Unione Europea hanno diritto al rimborso dell’IVA pagata in Italia?
No, secondo la Corte di Cassazione, le agenzie di viaggio e i tour operator stabiliti fuori dall’UE che vendono pacchetti turistici non hanno diritto alla detrazione o al rimborso dell’IVA assolta in Italia per l’acquisto di beni e servizi a vantaggio dei viaggiatori.

La legge italiana che faceva salvi i rimborsi già effettuati prima del 2013 è ancora valida?
No. La Corte ha stabilito che la clausola di salvezza contenuta nell’art. 55 del D.L. n. 69/2013 deve essere disapplicata dal giudice nazionale perché contrasta con il diritto dell’Unione Europea, in quanto creava una discriminazione ingiustificata tra contribuenti.

Il divieto di rimborso IVA si applica a tutte le prestazioni delle agenzie di viaggio estere?
No. Il divieto si applica specificamente alle operazioni rientranti nel regime speciale dell’art. 74-ter, ovvero quando l’agenzia agisce come tour operator vendendo pacchetti turistici. Non si applica se l’agenzia agisce esclusivamente come intermediario o se fornisce singoli servizi turistici non inseriti in un pacchetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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