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Rimborso IRBA: a chi chiederlo? La Cassazione decide

Una società petrolifera ha richiesto a una Regione il rimborso dell’imposta regionale sulla benzina (IRBA), sostenendone l’illegittimità secondo il diritto europeo. Dopo una vittoria in appello per la società, la Regione ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile la domanda originaria. La motivazione cruciale è che il soggetto corretto da citare in giudizio per il rimborso IRBA non è la Regione, bensì l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in quanto l’imposta, pur avendo destinazione regionale, ha natura di tributo statale (erariale) la cui gestione e contenzioso sono di competenza esclusiva dello Stato.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IRBA: la Cassazione chiarisce a chi va presentata la domanda

Con la recente sentenza n. 3109/2025, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione procedurale di grande importanza per le aziende del settore energetico: a chi va richiesto il rimborso IRBA, l’imposta regionale sulla benzina per autotrazione? La risposta, che potrebbe sorprendere molti, è che l’interlocutore corretto non è la Regione beneficiaria del gettito, ma l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questa decisione ribalta l’impostazione seguita in diversi giudizi di merito e definisce in modo chiaro la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia.

I Fatti di Causa

Una nota società petrolifera aveva agito in giudizio contro una Regione italiana per ottenere la restituzione dell’IRBA versata negli anni 2018 e 2019. La richiesta si fondava sull’incompatibilità di tale imposta con la normativa dell’Unione Europea (in particolare, la Direttiva 2008/118/CE), che non consente l’applicazione di imposte indirette sui prodotti energetici se non per “finalità specifiche”, requisito che secondo la società l’IRBA non possedeva.

La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva dato ragione alla società, condannando la Regione alla restituzione delle somme. La Regione, tuttavia, non si è arresa e ha proposto ricorso per cassazione, contestando vari aspetti della decisione, tra cui la ripartizione dell’onere della prova sulla traslazione dell’imposta al consumatore finale.

Il problema del rimborso IRBA e la legittimazione passiva

La Corte di Cassazione, anziché entrare nel merito dei motivi del ricorso, ha sollevato d’ufficio una questione preliminare e decisiva: quella della legittimazione passiva. In parole semplici, ha verificato se la società avesse fatto causa all’ente giusto. La conclusione è stata negativa, portando a una decisione drastica che ha chiuso la controversia.

La Natura del Tributo: IRBA come tributo erariale

Il cuore del ragionamento della Suprema Corte risiede nella qualificazione giuridica dell’IRBA. Sebbene il nome richiami una competenza regionale e il gettito sia effettivamente destinato alle Regioni, la sua struttura e gestione la configurano come un tributo erariale, ovvero un’imposta statale. La Corte ha evidenziato come l’intera disciplina del tributo – dalle procedure di dichiarazione e liquidazione fino alla riscossione coattiva e alla gestione del contenzioso – sia affidata per legge agli uffici dello Stato, specificamente all’Agenzia delle Dogane.

Il Ruolo delle Regioni: Mero Tesoriere

Di conseguenza, il ruolo delle Regioni in questo schema è stato definito come quello di una “mera tesoreria”. Esse sono le destinatarie finali delle somme incassate, ma non hanno alcuna competenza operativa nella gestione del tributo. Non effettuano accertamenti, non gestiscono la riscossione né il contenzioso. Questa marginalità operativa è fondamentale per stabilire chi debba rispondere in giudizio a una richiesta di restituzione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul rimborso IRBA

Sulla base di queste premesse, la Corte ha stabilito un principio di diritto chiaro: la legittimazione passiva esclusiva nelle cause di rimborso IRBA spetta all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Aver citato in giudizio la Regione costituisce un errore procedurale che rende la domanda inammissibile.

Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza d’appello senza rinvio, dichiarando inammissibile il ricorso introduttivo del giudizio. La causa, di fatto, è terminata senza una decisione sul merito della richiesta di rimborso, ma per un vizio di individuazione del convenuto.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’analisi sistematica della normativa nazionale che ha istituito e regolato l’IRBA. Fin dalla sua origine, la legge statale ha delineato un meccanismo centralizzato. L’art. 3, comma 13, della legge n. 549/1995 è stato un punto di riferimento cruciale, poiché stabilisce che per la riscossione coattiva, gli interessi, il contenzioso e altri aspetti non disciplinati, si applicano le norme vigenti in materia di accise sugli oli minerali, la cui competenza è indiscutibilmente dell’Agenzia delle Dogane.
La Corte ha inoltre richiamato un suo precedente orientamento relativo a un caso analogo, quello dell’addizionale provinciale sull’energia elettrica, dove era già stato affermato il medesimo principio della legittimazione passiva esclusiva dell’Agenzia. La natura di “tributo proprio derivato” non è sufficiente a radicare la competenza giurisdizionale passiva in capo alla Regione, quando lo Stato mantiene per sé tutte le funzioni gestorie e contenziose. Le Regioni non hanno neppure gli strumenti per verificare l’effettivo versamento del tributo da parte dei singoli contribuenti, ricevendo solo dati aggregati. Pertanto, non sarebbero in grado di difendersi adeguatamente in un giudizio di rimborso.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante guida pratica per tutti gli operatori economici che intendono richiedere la restituzione dell’IRBA. L’insegnamento è inequivocabile: l’azione legale deve essere intentata esclusivamente nei confronti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Qualsiasi azione promossa contro le Regioni è destinata a essere dichiarata inammissibile, con conseguente spreco di tempo e risorse. Questa pronuncia chiarisce la struttura del federalismo fiscale italiano, sottolineando come, per alcuni tributi, la competenza statale rimanga predominante nonostante la destinazione regionale del gettito.

A chi bisogna richiedere il rimborso dell’imposta regionale sulla benzina (IRBA)?
La richiesta di rimborso e l’eventuale azione legale devono essere indirizzate esclusivamente all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e non alla Regione che beneficia del gettito.

Perché la Regione non è il soggetto corretto a cui chiedere il rimborso IRBA?
Secondo la Corte di Cassazione, l’IRBA è un tributo di natura statale (erariale). La Regione ha un ruolo di mera tesoreria, ovvero è solo la destinataria finale delle somme, mentre tutte le funzioni di gestione, accertamento, riscossione e contenzioso sono di competenza esclusiva dello Stato, tramite l’Agenzia delle Dogane.

Qual è la conseguenza se si fa causa alla Regione per il rimborso IRBA invece che all’Agenzia delle Dogane?
L’azione giudiziaria viene dichiarata inammissibile per difetto di legittimazione passiva. Ciò significa che il giudice non esamina neanche il merito della richiesta di rimborso, ma chiude il processo a causa dell’errore nell’individuazione della parte convenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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