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Rimborso IRBA: a chi chiederlo? Cassazione decide

Una società energetica ha richiesto a una Regione la restituzione dell’Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione (IRBA). La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3774/2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il punto cruciale della decisione è la legittimazione passiva: per ottenere il rimborso IRBA, l’azione legale deve essere intentata contro l’Agenzia delle Dogane, che gestisce il tributo a livello nazionale, e non contro la Regione, che agisce solo come ente collettore. Citare in giudizio l’ente sbagliato comporta l’inammissibilità della domanda.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso IRBA: la Guida Definitiva su a Chi Rivolgersi

L’Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione (IRBA) è stata per anni una voce di costo per automobilisti e imprese. Sebbene sia stata abrogata dal 2021 per incompatibilità con il diritto europeo, le questioni legali relative ai versamenti passati sono ancora attuali. Una delle domande più complesse riguarda proprio il rimborso IRBA: a quale ente bisogna rivolgersi per ottenere la restituzione delle somme indebitamente pagate? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3774 del 14 febbraio 2025, ha fornito una risposta definitiva, chiarendo un punto cruciale del contenzioso tributario: la legittimazione passiva.

I Fatti: La Controversia sul Rimborso

Una società operante nel settore energetico aveva versato l’IRBA per gli anni 2019 e 2020. Dopo l’abrogazione del tributo, ha presentato istanza di rimborso all’ente regionale, che però l’ha respinta. La società ha quindi avviato un contenzioso tributario.

In secondo grado, i giudici avevano dato ragione alla società, affermando che l’IRBA era contraria alla normativa UE perché non perseguiva una ‘finalità specifica’ (come la tutela ambientale), ma era destinata a mere esigenze di bilancio. Di conseguenza, i giudici avevano ordinato all’ente territoriale di restituire le somme.

L’ente regionale ha però impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, la quale ha ribaltato il verdetto, ma per una ragione di natura puramente procedurale, esaminata d’ufficio.

La questione della Legittimazione Passiva: Chi paga il rimborso IRBA?

Il cuore della sentenza della Cassazione non è la legittimità o meno del tributo, ormai pacificamente riconosciuto come incompatibile con le norme UE. Il vero nodo da sciogliere era un altro: chi è il soggetto giusto da citare in giudizio per la restituzione? La società aveva citato l’ente regionale, in quanto beneficiario finale del gettito. La Cassazione ha ritenuto questa scelta un errore fatale.

La Corte ha sollevato d’ufficio la questione della legittimazione passiva, ovvero l’individuazione del corretto soggetto contro cui deve essere proposta l’azione legale. Questa verifica è un presupposto fondamentale per la validità del processo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito che, nonostante il nome ‘Imposta Regionale’, l’IRBA è in realtà un ‘tributo proprio derivato’. Questo significa che è stato istituito e disciplinato da leggi dello Stato, anche se il suo incasso era destinato alle Regioni.

1. Natura Statale del Tributo: Le procedure di accertamento, liquidazione, riscossione e contenzioso non erano gestite dalle Regioni, ma seguivano le norme statali in materia di accise, con competenza specifica dell’Amministrazione finanziaria centrale (l’Agenzia delle Dogane).

2. Ruolo Marginale della Regione: L’ente territoriale svolgeva un ruolo di ‘mera tesoreria’. Riceveva i flussi finanziari ma non aveva potere decisionale sulla gestione del tributo né possedeva gli strumenti per verificare i singoli versamenti ai fini del rimborso.

3. Competenza Esclusiva dell’Agenzia Fiscale: Di conseguenza, l’unico ente dotato della competenza e degli strumenti per gestire le istanze di rimborso è l’Agenzia delle Dogane. È quest’ultima l’interlocutore corretto per i contribuenti.

Poiché la società energetica aveva intentato la causa contro l’ente territoriale, un soggetto privo di legittimazione passiva, il suo ricorso originario era viziato da un difetto insanabile. Per questo motivo, la Cassazione ha ‘cassato senza rinvio’ la sentenza d’appello, dichiarando inammissibile l’intera azione legale fin dal principio.

Conclusioni

La sentenza n. 3774/2025 della Corte di Cassazione stabilisce un principio procedurale di enorme importanza pratica per chiunque intenda chiedere il rimborso IRBA: la domanda, sia in via amministrativa che giudiziale, deve essere rivolta esclusivamente all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Rivolgersi all’ente regionale, anche se appare come il beneficiario logico, è un errore che porta all’inammissibilità della richiesta. Questa pronuncia offre una guida chiara ai contribuenti e ai loro legali, evitando contenziosi destinati a fallire per un vizio di forma, e sottolinea l’importanza di individuare correttamente il soggetto passivo del rapporto tributario prima di avviare qualsiasi azione legale.

L’Imposta Regionale sulla Benzina (IRBA) è ancora in vigore?
No, il tributo è stato abrogato a partire dal 1° gennaio 2021 perché la sua struttura, finalizzata a scopi generici di bilancio, è stata giudicata incompatibile con le direttive dell’Unione Europea in materia di accise.

A chi bisogna chiedere il rimborso IRBA per gli anni precedenti all’abrogazione?
La richiesta di rimborso e l’eventuale successiva azione legale devono essere indirizzate esclusivamente all’Agenzia delle Dogane. La Corte di Cassazione ha chiarito che, nonostante il gettito fosse destinato alle Regioni, la gestione del tributo era di competenza statale.

Cosa succede se si fa causa all’ente sbagliato per ottenere il rimborso IRBA?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come stabilito dalla sentenza, citare in giudizio la Regione, anziché l’Agenzia delle Dogane, costituisce un errore sulla legittimazione passiva che determina il rigetto in rito della domanda, senza alcuna valutazione sul merito del diritto al rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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