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Rimborso Irap: come ottenerlo con dichiarazione tardiva

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che un contribuente ha diritto al rimborso Irap per imposte versate in eccesso anche se non ha presentato una dichiarazione integrativa nei termini. L’istanza di rimborso, presentata entro 48 mesi dal versamento, è uno strumento autonomo e alternativo. Il caso riguardava un ente che, pur avendo maturato un cospicuo credito Irap, aveva presentato la dichiarazione in ritardo e omesso di riportare il credito l’anno successivo. La Corte ha cassato la decisione di merito che negava il rimborso, affermando la prevalenza della sostanza sulla forma e rinviando il caso per un nuovo esame.

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Pubblicato il 29 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Irap: diritto al recupero anche con dichiarazione tardiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione per tutti i contribuenti, stabilendo che il diritto al rimborso Irap e di altre imposte non viene meno a causa di errori formali come la presentazione tardiva della dichiarazione. La sentenza sottolinea la netta distinzione tra la dichiarazione integrativa e l’istanza di rimborso, due strumenti che operano su piani diversi e offrono al contribuente opzioni alternative per tutelare i propri diritti.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Corte riguardava un ente pubblico che, a seguito di versamenti in eccesso per l’anno d’imposta 2011, aveva maturato un significativo credito Irap di oltre 174.000 euro. Tuttavia, l’ente aveva commesso alcuni errori procedurali:

1. Aveva presentato la dichiarazione Irap relativa al 2011 in ritardo, solo il 30 settembre 2013.
2. Aveva omesso di riportare tale credito nella dichiarazione dell’anno successivo (2012).
3. Successivamente, nel 2015, aveva tentato di sanare la situazione presentando una dichiarazione integrativa e, in seguito, un’istanza di rimborso formale.

L’amministrazione finanziaria aveva opposto un silenzio rifiuto all’istanza, e la Commissione Tributaria Regionale aveva confermato la posizione del fisco, negando il rimborso. La motivazione dei giudici di merito si basava sulla tardività della dichiarazione originaria (considerata omessa) e sulla conseguente inefficacia della dichiarazione integrativa per il recupero del credito. Inoltre, l’istanza di rimborso era stata giudicata tardiva.

La Decisione della Corte sul Rimborso Irap

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria per un nuovo esame. Gli Ermellini hanno ribaltato l’interpretazione formalistica dei giudici di merito, riaffermando principi consolidati a tutela del contribuente.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nella distinzione fondamentale tra due percorsi a disposizione del contribuente per recuperare le imposte pagate in eccesso:

1. La Dichiarazione Integrativa a Favore: Questo strumento, previsto dall’art. 2, comma 8-bis, del d.P.R. n. 322/1998, opera nell’ambito dell’accertamento del tributo. Permette di correggere errori a proprio favore, ma deve essere presentata, a pena di inammissibilità, entro il termine di presentazione della dichiarazione per l’anno successivo. Il suo scopo principale è consentire la compensazione del credito con futuri debiti fiscali.

2. L’Istanza di Rimborso: Disciplinata dall’art. 38 del d.P.R. n. 602/1973, questa opzione opera nell’ambito della riscossione. Il contribuente può richiederla entro il termine di decadenza di 48 mesi dal giorno del versamento in eccesso. È un diritto autonomo che sorge dal semplice fatto dell’indebito pagamento, indipendentemente dalla correttezza formale della dichiarazione.

La Cassazione ha chiarito che queste due opzioni sono concorrenti e non alternative. L’aver perso la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa non preclude in alcun modo la possibilità di presentare un’istanza di rimborso. La Commissione Tributaria Regionale ha quindi errato nel collegare il diritto al rimborso alla validità della dichiarazione integrativa. Il diritto al rimborso Irap nasceva dall’oggettivo pagamento in eccesso, un fatto che la stessa CTR aveva riconosciuto come pacifico.

Inoltre, la Corte ha censurato la motivazione dei giudici di merito riguardo alla presunta tardività dell’istanza di rimborso, definendola “del tutto apparente” perché priva di un’analisi concreta del dies a quo, ovvero del giorno esatto da cui far partire il calcolo dei 48 mesi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è di grande importanza pratica. Conferma che il diritto del contribuente alla restituzione delle somme indebitamente versate è un principio fondamentale che non può essere sacrificato da meri vizi procedurali. La sostanza prevale sulla forma. I contribuenti che si accorgono di aver pagato più del dovuto hanno a disposizione una finestra di 48 mesi per agire tramite istanza di rimborso, anche se hanno commesso errori nella compilazione o nella tempistica delle loro dichiarazioni fiscali. La decisione rafforza la tutela del cittadino nei confronti del fisco, ribadendo che la richiesta di rimborso è un diritto autonomo e robusto, fondato sull’effettivo pagamento non dovuto.

Se presento la dichiarazione dei redditi in ritardo, perdo il diritto al rimborso di un credito d’imposta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la presentazione tardiva della dichiarazione non preclude di per sé il diritto al rimborso. È possibile presentare un’apposita istanza di rimborso entro 48 mesi dalla data del versamento in eccesso, poiché questo diritto è autonomo rispetto agli obblighi dichiarativi.

Qual è la differenza tra dichiarazione integrativa e istanza di rimborso?
La dichiarazione integrativa serve a correggere errori nella dichiarazione originaria e va presentata entro il termine della dichiarazione successiva, operando nella fase di accertamento del tributo. L’istanza di rimborso, invece, è una richiesta di restituzione di somme versate in eccesso, da presentare entro 48 mesi dal pagamento, e opera nella fase della riscossione. Sono due strumenti alternativi e concorrenti.

Entro quanto tempo posso chiedere il rimborso di un’imposta versata in eccesso come l’Irap?
Il contribuente può chiedere il rimborso entro il termine di decadenza di 48 mesi, che decorre dalla data in cui è stato effettuato il versamento in eccesso. Questo termine è stabilito dall’art. 38 del d.P.R. n. 602/1973.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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