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Rimborso ILOR royalties: la Cassazione chiarisce

Una società statunitense aveva richiesto il rimborso dell’ILOR (Imposta Locale sui Redditi) versata su royalties percepite da una società italiana negli anni 1983-1984. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1133/2024, ha respinto la richiesta. Ha stabilito che l’esenzione dall’ILOR si applica solo ai redditi che hanno effettivamente subito una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta. Poiché le convenzioni internazionali esentavano tali royalties dalla ritenuta nazionale, la condizione per l’esenzione dall’imposta locale non era soddisfatta, negando così il diritto al rimborso ILOR royalties.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso ILOR Royalties: la Cassazione nega l’esenzione per società USA

Con la recente sentenza n. 1133 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema complesso di fiscalità internazionale: la richiesta di rimborso ILOR royalties da parte di una società estera. La decisione chiarisce in modo definitivo che l’esenzione da imposte nazionali prevista dalle convenzioni contro la doppia imposizione non si estende automaticamente alle imposte locali, come la vecchia ILOR, se non sono soddisfatte specifiche condizioni previste dalla legge italiana.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine negli anni ’80. Una società di diritto statunitense, priva di stabile organizzazione in Italia, aveva percepito royalties da una società italiana. Prudenzialmente, era stata versata l’ILOR (Imposta Locale sui Redditi) su tali somme per gli anni 1983 e 1984. Successivamente, la società statunitense presentava istanza di rimborso, ritenendo che tali redditi non fossero soggetti a tassazione locale.

L’Amministrazione finanziaria respingeva la richiesta con un silenzio-rifiuto. La controversia nasceva dalla diversa interpretazione delle norme: la società sosteneva che il requisito per l’esenzione dall’ILOR dovesse essere valutato in astratto, mentre l’ente impositore replicava che la valutazione dovesse essere concreta. Poiché, in base alla convenzione tra Italia e USA, su quelle royalties non era stata operata alcuna ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (IRPEF/IRPEG), secondo il Fisco non sussisteva il presupposto per l’esenzione dall’imposta locale.

L’Iter Giudiziario

Il caso ha attraversato un lungo percorso giudiziario. Le Commissioni Tributarie di primo e secondo grado avevano inizialmente dato ragione alla società, accogliendo la richiesta di rimborso. Tuttavia, l’Amministrazione finanziaria ha proseguito l’azione legale fino a raggiungere la Corte di Cassazione, la quale, dopo un precedente annullamento con rinvio, ha infine risolto la questione in modo definitivo.

La Questione del Rimborso ILOR Royalties secondo la Cassazione

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nell’interpretazione dell’art. 1 del D.P.R. n. 599/1973. Questa norma escludeva dalla base imponibile ILOR i redditi “assoggettati a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta”.

I giudici di legittimità, confermando un orientamento ormai consolidato, hanno chiarito che tale espressione non si riferisce ai redditi che sono astrattamente o teoricamente soggetti a ritenuta, ma a quelli che effettivamente la subiscono. Nel caso di specie, le royalties percepite dalla società statunitense erano esentate dalla ritenuta alla fonte nazionale (IRPEF/IRPEG) in virtù della disciplina transitoria prevista da uno scambio di note tra Italia e USA.

Di conseguenza, non essendo stata applicata concretamente alcuna ritenuta a titolo d’imposta, veniva a mancare il presupposto normativo per l’esclusione di tali redditi dalla base imponibile dell’ILOR.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su diversi pilastri argomentativi. Innanzitutto, ha sottolineato la distinzione tra tassazione nazionale e tassazione locale. Le convenzioni contro la doppia imposizione, come quella tra Italia e USA, mirano a prevenire la doppia imposizione sui redditi a livello nazionale (IRPEF/IRPEG), ma generalmente non si estendono alle imposte di carattere locale come l’ILOR.

In secondo luogo, la sentenza ribadisce il principio di stretta interpretazione delle norme di esenzione fiscale. L’esclusione dall’ILOR prevista dalla legge italiana era condizionata a un evento specifico: l’effettivo assoggettamento del reddito a una ritenuta alla fonte. Se tale ritenuta non viene applicata, per effetto di una norma convenzionale o di qualsiasi altra disposizione, la condizione per l’esenzione non si verifica. Pertanto, l’ILOR restava dovuta.

Infine, la Corte ha respinto l’argomento secondo cui questa interpretazione violerebbe il principio di non discriminazione, affermando che la disciplina non contrasta con i principi comunitari.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante principio in materia di fiscalità internazionale: i benefici previsti dalle convenzioni contro le doppie imposizioni non possono essere estesi in via analogica a tributi non espressamente contemplati. La decisione evidenzia l’importanza di analizzare attentamente il tenore letterale delle norme interne che prevedono esenzioni o esclusioni d’imposta. Per le imprese che operano a livello internazionale, ciò significa che l’esenzione da un’imposta nazionale non garantisce automaticamente l’esenzione da tutte le altre imposte applicabili, specialmente quelle di natura locale. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’Amministrazione finanziaria e rigettato la richiesta di rimborso originaria della società contribuente.

Le royalties pagate a una società statunitense erano soggette a ILOR in Italia nel periodo 1983-1984?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, le royalties erano soggette a ILOR perché, pur essendo esenti da ritenute nazionali (IRPEF/IRPEG) per effetto della convenzione tra Italia e USA, non soddisfacevano la condizione richiesta dalla legge italiana per l’esenzione dall’ILOR, ovvero l’aver effettivamente subito una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta.

L’esenzione fiscale prevista da una convenzione internazionale si estende automaticamente alle imposte locali come l’ILOR?
No. La sentenza chiarisce che le convenzioni contro la doppia imposizione si riferiscono generalmente alle imposte sul reddito nazionali e non si estendono automaticamente ai tributi locali, a meno che non sia espressamente previsto. L’ILOR, pertanto, non era coperta dall’esenzione convenzionale.

Per ottenere l’esenzione dall’ILOR, è sufficiente che un reddito sia solo teoricamente soggetto a ritenuta alla fonte?
No. Il principio affermato dalla Corte è che l’esenzione dall’ILOR prevista dall’art. 1 del D.P.R. n. 599/1973 si applica solo ai proventi che hanno effettivamente e concretamente subito una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta, e non a quelli che erano solo astrattamente esposti a tale prelievo ma ne godevano in concreto l’esenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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