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Rimborso fideiussione: sì anche per i crediti IVA

Una società ha richiesto il rimborso dei costi sostenuti per una polizza fideiussoria, necessaria per ottenere un rimborso IVA. Dopo il diniego nei primi gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha stabilito che il rimborso fideiussione è un diritto generale del contribuente, applicabile a tutti i casi in cui la garanzia sia richiesta per ottenere rimborsi, sospensioni o rateizzazioni di tributi. La Corte ha affermato che tale diritto, previsto dallo Statuto del Contribuente, mira a proteggere l’integrità patrimoniale del cittadino e si allinea ai principi del diritto unionale, annullando così la decisione precedente.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Fideiussione: La Cassazione Conferma il Diritto Anche per i Rimborsi IVA

Il tema del rimborso fideiussione rappresenta una questione di grande interesse per imprese e contribuenti. Spesso, per ottenere un rimborso fiscale, specialmente in materia di IVA, l’amministrazione finanziaria richiede la presentazione di una garanzia fideiussoria. Ma il costo sostenuto per questa garanzia può essere a sua volta rimborsato? Con la recente ordinanza n. 13065/2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e definitiva, rafforzando i diritti del contribuente.

I Fatti del Caso

Una società aveva presentato un’istanza per ottenere il rimborso di un cospicuo credito IVA maturato. Per accelerare la procedura e ottenere la liquidità, come previsto dalla normativa, la società ha dovuto stipulare una polizza fideiussoria a garanzia del credito richiesto. Successivamente, la stessa società ha chiesto all’Agenzia delle Entrate il rimborso del costo sostenuto per l’attivazione di tale garanzia, pari a oltre 130.000 euro.

L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso e la questione è approdata in tribunale. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato torto alla società. Secondo i giudici di merito, il diritto al rimborso dei costi della fideiussione, previsto dall’art. 8 dello Statuto dei Diritti del Contribuente, sarebbe limitato ai soli casi in cui la garanzia è prestata per sospendere il pagamento a seguito di un atto impositivo poi rivelatosi illegittimo, e non per le ordinarie richieste di rimborso IVA.

La Questione Giuridica

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 8, comma 4, della Legge n. 212/2000 (Statuto del Contribuente). La norma prevede che i costi delle fideiussioni che il contribuente ‘ha dovuto richiedere’ per ottenere la sospensione del pagamento, la rateizzazione o il rimborso dei tributi siano rimborsabili. La questione era se questa previsione avesse una portata generale o fosse circoscritta a specifici contesti contenziosi.

Il Principio del Rimborso Fideiussione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della società, ha ribaltato le decisioni precedenti. I giudici supremi hanno affermato, in linea con un orientamento ormai consolidato, che il diritto al rimborso fideiussione ha una portata generale e precettiva. Questo diritto mira a tutelare l’integrità patrimoniale del contribuente, evitando che subisca un costo per esercitare un proprio diritto, come quello al rimborso di un’imposta.

La Corte ha chiarito che l’espressione ‘ha dovuto richiedere’ non si riferisce a un obbligo normativo in senso stretto, ma alla necessità pratica (onere) di prestare la garanzia per raggiungere lo scopo desiderato (ottenere il rimborso). Di conseguenza, il diritto al rimborso dei costi sorge in tutti i casi in cui la fideiussione è condizione per l’accesso a un beneficio fiscale.

Le Motivazioni della Corte

La decisione si fonda su argomentazioni solide e coerenti. Innanzitutto, la Cassazione ha stabilito che la norma dello Statuto del Contribuente non opera distinzioni basate sulla ragione sottostante la richiesta di rimborso. Pertanto, è irrilevante che il rimborso derivi da un’eccedenza IVA o da un accertamento fiscale infondato.

In secondo luogo, i giudici hanno evidenziato come un’interpretazione restrittiva si porrebbe in contrasto con il diritto dell’Unione Europea. La Corte di Giustizia Europea ha più volte affermato che i sistemi di rimborso IVA nazionali non devono far correre rischi finanziari eccessivi al soggetto passivo. Negare il rimborso dei costi di garanzia costituirebbe proprio un onere finanziario ingiustificato.

Infine, la Corte ha ribadito che il diritto al rimborso è un ‘diritto soggettivo perfetto’, immediatamente azionabile dal contribuente per proteggere il proprio patrimonio, a prescindere dall’emanazione di decreti attuativi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza n. 13065/2024 rappresenta una vittoria significativa per i contribuenti. Le implicazioni pratiche sono immediate: qualsiasi impresa o professionista che debba sostenere un costo per una garanzia fideiussoria al fine di ottenere un rimborso fiscale (IVA o altro), una sospensione di pagamento o una rateizzazione, ha il pieno diritto di chiederne e ottenerne il rimborso dall’amministrazione finanziaria.

Questa pronuncia consolida il principio secondo cui i costi procedurali imposti dall’amministrazione per l’esercizio di un diritto non possono gravare sul contribuente, specialmente quando la sua pretesa è legittima. La sentenza rafforza così la tutela patrimoniale del contribuente e garantisce un’applicazione più equa e coerente della normativa fiscale, in armonia con i principi europei.

Il costo di una fideiussione richiesta per un rimborso IVA è rimborsabile?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il contribuente ha diritto al rimborso dei costi sostenuti per la garanzia fideiussoria, anche quando questa è stata prestata per ottenere un rimborso di crediti IVA.

Questo diritto al rimborso vale solo se si sta contestando un atto dell’Agenzia delle Entrate?
No, la Corte ha chiarito che il diritto al rimborso ha portata generale e non dipende dalla natura della controversia. Si applica a tutti i casi in cui la fideiussione è una condizione necessaria per ottenere la sospensione del pagamento, la rateizzazione o il rimborso dei tributi.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha dato ragione al contribuente?
La Corte ha ritenuto che l’art. 8, comma 4, della Legge 212/2000 (Statuto del Contribuente) debba essere interpretato nel senso più favorevole a tutelare l’integrità patrimoniale del contribuente. Negare il rimborso creerebbe un onere finanziario ingiusto e sarebbe in contrasto con i principi del diritto dell’Unione Europea, che richiedono sistemi di rimborso efficienti e non penalizzanti per le imprese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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