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Rimborso costi fideiussione: sì dalla Cassazione

Una società estera ha richiesto il rimborso dei costi sostenuti per una garanzia fideiussoria, necessaria ad ottenere la restituzione di un credito IVA. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6069/2024, ha accolto il ricorso della società. I giudici hanno stabilito che il diritto al rimborso costi fideiussione è un principio generale, derivante dallo Statuto del Contribuente e dai principi UE di neutralità dell’IVA, e non è limitato ai soli casi successivi a specifiche leggi. La Corte ha chiarito che il contribuente non deve subire un pregiudizio patrimoniale per esercitare il proprio diritto al rimborso del credito d’imposta.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso costi fideiussione per crediti IVA: un diritto fondamentale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6069 del 6 marzo 2024, ha stabilito un principio cruciale per le imprese: il rimborso costi fideiussione, sostenuti per ottenere la restituzione di un credito IVA, è un diritto del contribuente. Questa importante decisione chiarisce che tale diritto non nasce con una legge specifica del 2017, ma affonda le sue radici nei principi generali dello Statuto del Contribuente e nel diritto dell’Unione Europea, in particolare nel principio di neutralità dell’IVA.

I Fatti del Caso

Una società internazionale aveva richiesto all’Amministrazione Finanziaria il rimborso di un ingente credito IVA maturato tra il 2003 e il 2009. Per ottenere tale rimborso in tempi rapidi, la legge imponeva la prestazione di una garanzia fideiussoria. Una volta ottenuto il rimborso IVA, la società ha chiesto la restituzione dei costi sostenuti per la stipula di tale garanzia, per un valore di oltre 2 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso di tali costi, dando il via a un contenzioso tributario.

Nei primi due gradi di giudizio, i giudici avevano dato ragione all’erario, sostenendo che il diritto al rimborso delle spese di garanzia fosse limitato ai casi di accertamenti fiscali poi rivelatisi illegittimi, e non ai rimborsi IVA. Inoltre, ritenevano che una legge del 2017, che introduceva un ristoro forfettario, non potesse essere applicata retroattivamente al caso in esame.

La Decisione della Corte: il Diritto al Rimborso Costi Fideiussione è un Principio Generale

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente le decisioni precedenti, accogliendo le ragioni della società contribuente. I giudici supremi hanno affermato che il diritto al rimborso delle spese per la garanzia non è una concessione eccezionale, ma un principio fondamentale per tutelare l’integrità patrimoniale del contribuente.

La Corte ha inoltre affrontato la questione della decadenza, sollevata dall’Agenzia delle Entrate. Ha stabilito che il termine biennale previsto per la richiesta di rimborso dei tributi non si applica all’azione per il rimborso dei costi della fideiussione, poiché quest’ultima ha una natura autonoma e non accessoria rispetto al rapporto d’imposta.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 8, comma 4, della Legge n. 212/2000 (Statuto del Contribuente) e dei principi europei. Secondo la Cassazione, tale norma impone all’amministrazione finanziaria di rimborsare i costi di tutte le garanzie che il contribuente ‘ha dovuto richiedere’ per ottenere la sospensione, la rateizzazione o il rimborso dei tributi. Questo principio ha una portata generale e non può essere limitato.

Inoltre, la Corte ha sottolineato come negare il rimborso costi fideiussione violerebbe il principio di neutralità dell’IVA. Tale principio impone che l’onere dell’imposta gravi unicamente sul consumatore finale. Se un’impresa dovesse sostenere costi non rimborsabili per recuperare un proprio credito IVA, verrebbe di fatto gravata di una parte dell’imposta, in contrasto con il diritto unionale. Il sistema di rimborso non deve comportare alcun rischio finanziario per il soggetto passivo.

Infine, i giudici hanno chiarito l’errore commesso dalla corte d’appello nell’invocare la Legge europea 2017. Sebbene quella legge abbia introdotto un meccanismo di ristoro forfettario per le richieste a partire dal 2017, essa non ha creato il diritto dal nulla. Piuttosto, ha disciplinato un diritto già esistente, fondato sui principi generali dell’ordinamento. L’inapplicabilità di quella specifica legge al caso di specie non poteva, quindi, giustificare il rigetto della domanda.

Le Conclusioni

La sentenza 6069/2024 della Cassazione rappresenta una vittoria significativa per i contribuenti. Consolida l’orientamento secondo cui le spese sostenute per le garanzie necessarie a ottenere i rimborsi IVA devono essere integralmente restituite dall’Amministrazione Finanziaria. Questa decisione rafforza la tutela patrimoniale delle imprese, garantendo che l’esercizio di un diritto, come quello al rimborso di un credito d’imposta, non si traduca in un costo ingiusto. Il principio affermato è chiaro: il costo per l’ottenimento di una garanzia obbligatoria per legge non può gravare sul contribuente, ma deve essere ristorato per assicurare la piena effettività del rimborso e la neutralità del tributo.

Un contribuente ha diritto al rimborso dei costi sostenuti per una fideiussione necessaria a ottenere la restituzione di un credito IVA?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che esiste un diritto generale al rimborso dei costi di tutte le garanzie che il contribuente è obbligato a prestare per ottenere un rimborso fiscale. Questo diritto si fonda sullo Statuto del Contribuente e sul principio di neutralità dell’IVA, che impone di non gravare l’impresa di oneri finanziari per il recupero del proprio credito.

Questo diritto al rimborso si applica anche a periodi d’imposta precedenti alla Legge europea 2017, che ha introdotto un ristoro forfettario?
Sì. La Corte ha chiarito che il diritto al rimborso non è stato creato dalla Legge n. 167 del 2017, ma è un principio preesistente nell’ordinamento. Pertanto, si applica anche alle annualità antecedenti, come quelle dal 2003 al 2009 oggetto del caso di specie.

La richiesta di rimborso dei costi della fideiussione è soggetta al termine di decadenza biennale previsto per i rimborsi tributari?
No. La Cassazione ha specificato che l’azione per il rimborso dei costi della garanzia fideiussoria è autonoma rispetto al rapporto d’imposta. Di conseguenza, non si applica il termine di decadenza biennale previsto dall’art. 21 del d.lgs. n. 546/1992, che riguarda la restituzione di tributi e sanzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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