LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso costi fideiussione: quando scatta il termine?

Una società ha richiesto il rimborso dei costi di una fideiussione prestata per la compensazione di un credito IVA di gruppo. L’Agenzia delle Entrate ha negato il rimborso considerandolo tardivo. La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di due anni per la richiesta di rimborso non decorre dal pagamento dei costi della polizza, ma dal momento successivo in cui si è verificato il presupposto per la restituzione, ovvero quando il credito d’imposta si è cristallizzato e la garanzia non era più escutibile. Di conseguenza, la Corte ha accolto il ricorso del contribuente, affermando il principio che il rimborso costi fideiussione è un diritto volto a tutelare l’integrità patrimoniale del contribuente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Costi Fideiussione: La Cassazione Chiarisce il Termine per la Richiesta

Comprendere le scadenze fiscali è cruciale per ogni contribuente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto fondamentale: il termine per richiedere il rimborso costi fideiussione prestata all’Amministrazione Finanziaria. La decisione stabilisce un principio cardine a tutela del contribuente, chiarendo che il termine di due anni per la richiesta non parte dal momento del pagamento, ma da quando la garanzia ha esaurito la sua funzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Rimborso Negata

Una società, a seguito di una dichiarazione IVA da cui emergeva un’eccedenza d’imposta, aveva utilizzato parte di tale credito in compensazione nell’ambito della procedura IVA di gruppo. Per accedere a questa procedura, aveva dovuto presentare un contratto di fideiussione a garanzia. Successivamente, la società ha presentato un’istanza per ottenere il rimborso degli oneri sostenuti per tale fideiussione.

L’Amministrazione Finanziaria non ha risposto all’istanza, facendo scattare il meccanismo del silenzio-rifiuto. La società ha quindi adito la giustizia tributaria. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) ha accolto il ricorso, ordinando il rimborso, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ha ribaltato la decisione. Secondo i giudici d’appello, l’istanza di rimborso era tardiva, in quanto presentata oltre i due anni dal pagamento degli oneri fideiussori.

La Questione Giuridica: Da Quando Decorre il Termine?

Il cuore della controversia risiedeva nell’individuazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui far decorrere il termine biennale di decadenza per la richiesta di restituzione, previsto dall’art. 21 del D.Lgs. 546/1992. Le due tesi contrapposte erano:
1. Il termine decorre dal giorno del pagamento dei costi della fideiussione (tesi della CTR).
2. Il termine decorre dal giorno, se posteriore, in cui si è verificato il presupposto per la restituzione, cioè quando il credito IVA si è consolidato e la garanzia non era più necessaria (tesi del contribuente).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Rimborso Costi Fideiussione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha chiarito che l’interpretazione corretta dell’art. 21, co. 2, D.Lgs. n. 546 del 1992, privilegia il momento in cui si verifica il ‘presupposto per la restituzione’.

Secondo gli Ermellini, questo presupposto si concretizza non quando il costo viene sostenuto, ma quando la garanzia cessa di assolvere alla sua funzione. Nel caso specifico, ciò avviene nel momento in cui l’eccedenza d’imposta si cristallizza e diventa incontroversa, rendendo la fideiussione non più escutibile da parte del Fisco. Anticipare la decorrenza del termine al momento del pagamento creerebbe la situazione paradossale in cui il contribuente dovrebbe chiedere il rimborso quando la garanzia è ancora astrattamente attiva e potrebbe essere richiesta dall’erario.

La Corte ha inoltre rafforzato la sua decisione richiamando l’art. 8, comma 4, della Legge n. 212 del 2000 (Statuto del Contribuente). Questa norma impone all’amministrazione finanziaria di rimborsare il costo delle garanzie richieste al contribuente, configurando un diritto generale volto a preservare l’integrità patrimoniale di quest’ultimo in caso di infondatezza della pretesa impositiva o, come in questo caso, di legittimità della pretesa di rimborso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

La decisione della Cassazione rappresenta un punto fermo a favore dei contribuenti. Stabilisce che il diritto a richiedere il rimborso costi fideiussione non è eroso dal tempo mentre la garanzia è ancora in essere. Il termine di decadenza di due anni per presentare l’istanza inizia a decorrere solo quando il rischio per cui la garanzia era stata richiesta viene meno, ovvero quando la situazione fiscale sottostante è definita e consolidata. Questo principio garantisce una tutela più equa ed efficace, evitando che il contribuente perda il diritto al rimborso per il semplice decorso del tempo, in una fase in cui la garanzia è ancora pienamente funzionale.

Quando inizia a decorrere il termine di due anni per chiedere il rimborso dei costi di una fideiussione prestata all’Agenzia delle Entrate?
Il termine di due anni inizia a decorrere non dal giorno in cui sono stati pagati i costi della garanzia, ma dal momento successivo in cui si è verificato il presupposto per la restituzione. Tale presupposto si realizza quando il credito d’imposta sottostante diventa definitivo e la garanzia non è più escutibile dall’amministrazione finanziaria.

Il diritto al rimborso dei costi per le garanzie fiscali è un principio generale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’articolo 8 dello Statuto del Contribuente stabilisce un principio generale. Il contribuente ha diritto al rimborso di tutti i costi delle garanzie che ha dovuto richiedere per ottenere la sospensione del pagamento, la rateizzazione o il rimborso dei tributi, al fine di preservare la sua integrità patrimoniale.

Cosa succede se l’Agenzia delle Entrate non risponde a un’istanza di rimborso entro i termini?
Trascorsi 90 giorni dalla presentazione dell’istanza senza una risposta, si forma il cosiddetto ‘silenzio-rifiuto’, che equivale legalmente a un provvedimento di diniego. Da quel momento, il contribuente può impugnare il silenzio-rifiuto davanti al giudice tributario. Inoltre, dalla formazione del silenzio-rifiuto inizia a decorrere il termine di prescrizione decennale per far valere in giudizio il proprio diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati