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Rimborso aiuti di Stato: onere della prova del limite

Dei contribuenti richiedono un rimborso fiscale a seguito di una calamità naturale, configurabile come aiuto di Stato. L’Agenzia delle Entrate contesta la richiesta per mancata verifica dei limiti europei ‘de minimis’. La Corte di Cassazione stabilisce che nel caso di un rimborso aiuti di Stato, l’onere di dimostrare il rispetto di tali limiti spetta interamente al contribuente che richiede il beneficio, annullando la decisione del giudice d’appello.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Aiuti di Stato: La Cassazione Chiarisce l’Onere della Prova

In materia di agevolazioni fiscali successive a calamità naturali, sorge spesso il dubbio su chi debba dimostrare il rispetto dei limiti europei. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: in una richiesta di rimborso aiuti di Stato, l’onere di provare la conformità al regolamento “de minimis” grava interamente sul contribuente. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di due contribuenti volta a ottenere il rimborso del 90% delle imposte versate negli anni 1990, 1991 e 1992. Tale richiesta era motivata dagli eventi sismici che avevano colpito la Sicilia orientale in quel periodo.

Nei primi due gradi di giudizio, i giudici avevano dato ragione ai contribuenti. In particolare, la corte d’appello aveva ritenuto tardiva l’eccezione sollevata dall’Agenzia delle Entrate riguardo alla necessità di verificare la compatibilità del rimborso con il regolamento europeo “de minimis”, previsto per gli aiuti di Stato. La corte aveva inoltre osservato che l’importo richiesto, circa 45.000 euro, era comunque inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria. L’Amministrazione finanziaria, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per Cassazione.

Il ricorso e la questione del rimborso aiuti di Stato

L’Agenzia delle Entrate ha basato il suo ricorso su due motivi principali, strettamente connessi tra loro:

1. Violazione delle norme procedurali: L’Ufficio ha sostenuto che, trattandosi di una domanda di rimborso, l’Amministrazione ha la facoltà di difendersi a tutto campo, sollevando eccezioni anche in fasi avanzate del giudizio. Di conseguenza, l’eccezione sulla compatibilità comunitaria non poteva essere considerata tardiva.
2. Violazione delle norme sugli aiuti di Stato: È stato richiamato il regolamento “de minimis” e la necessità di calcolare gli aiuti ricevuti su un triennio mobile per assicurarsi di non superare la soglia comunitaria. Secondo l’Agenzia, la prova di tale rispetto spetta al contribuente.

Il punto centrale della controversia ruota attorno alla natura del rimborso aiuti di Stato e alla ripartizione dell’onere della prova tra il cittadino e l’amministrazione fiscale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello e fornendo un’interpretazione chiara e rigorosa della normativa.

I giudici hanno affermato un principio fondamentale: quando un contribuente presenta un’istanza di rimborso, spetta a lui dimostrare di possedere tutti i requisiti previsti dalla legge per ottenere il beneficio. Questo include non solo la prova delle condizioni positive, ma anche la dimostrazione dell’insussistenza di eventuali fatti negativi o impeditivi. In questo contesto, il rispetto del limite “de minimis” è una condizione essenziale.

La Corte ha specificato che le norme europee sugli aiuti di Stato prevalgono su quelle nazionali e che il triennio di riferimento per il calcolo della soglia “de minimis” è un sistema “mobile”, da verificare per ciascun anno per cui si chiede il rimborso. La prova di non aver superato tale limite è un onere che ricade interamente sul contribuente.

La Cassazione ha inoltre ribadito che un’impresa, per beneficiare di aiuti legati a calamità naturali, deve fornire una doppia prova:
– Il rispetto generale della disciplina “de minimis”.
– L’esistenza di un nesso chiaro e diretto tra i danni subiti a causa dell’evento calamitoso e l’aiuto di Stato concesso.

Pur confermando l’onere probatorio a carico del richiedente, la Corte ha richiamato un principio di collaborazione e buona fede, secondo cui l’Amministrazione finanziaria è tenuta ad allegare fatti specifici (impeditivi, modificativi o estintivi) desumibili dalle informazioni in suo possesso, come le dichiarazioni dei redditi.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione è stata quindi di accogliere il ricorso, annullare la sentenza impugnata e rinviare la causa al giudice di merito per una nuova valutazione basata sui principi enunciati.

L’implicazione pratica è di grande rilevanza: chiunque richieda un beneficio fiscale che si configuri come aiuto di Stato, anche se a seguito di eventi eccezionali come una calamità naturale, deve essere pronto a documentare e dimostrare in modo inequivocabile di non aver superato le soglie previste dalla normativa europea. Non è sufficiente avanzare la richiesta, ma è necessario corredarla di tutte le prove che attestino la piena legittimità del beneficio richiesto.

A chi spetta l’onere della prova in una richiesta di rimborso aiuti di Stato?
Spetta alla parte contribuente dimostrare di essere nelle condizioni previste dalla legge per ottenere quanto richiede, provando anche l’insussistenza di fatti negativi, come il superamento della soglia “de minimis”.

L’eccezione sulla compatibilità con le norme europee sugli aiuti di Stato può essere sollevata in appello?
Sì, l’Ufficio può sollevare un’eccezione circa l’incompletezza del ricorso introduttivo, inclusa la mancata prova del rispetto dei limiti europei, anche in secondo grado di giudizio.

Come si calcola il triennio per la verifica del limite “de minimis”?
Il triennio di rilevanza del sistema “de minimis” è un sistema mobile. Deve essere calcolato per ciascun anno di richiesta del rimborso, e la prova di non aver superato il limite in tale periodo è a carico del contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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