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Rimborso accise: quando scatta la decadenza?

Una società energetica si è vista negare il rimborso di un’eccedenza di accise a causa della presunta decadenza biennale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: il termine per la richiesta di rimborso accise non decorre dalla dichiarazione in cui matura il credito, ma dalla cessazione definitiva del rapporto tributario. Fino a quel momento, il credito è considerato ‘revolving’ e può essere riportato a nuovo e utilizzato in compensazione, senza limiti di tempo.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Accise: la Cassazione Spiega da Quando Parte la Decadenza

La gestione dei crediti d’imposta rappresenta un aspetto cruciale per le aziende, specialmente in settori ad alta intensità fiscale come quello energetico. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 33292 del 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul tema del rimborso accise, specificando il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine di decadenza per la richiesta. La decisione ribalta l’interpretazione restrittiva dell’amministrazione finanziaria, stabilendo che il diritto al rimborso non si ‘cristallizza’ nell’anno di maturazione del credito, ma segue la vita del rapporto tributario fino alla sua cessazione definitiva.

La Vicenda: una Richiesta di Rimborso Accise Contestata

Una società operante nel settore della distribuzione di gas naturale aveva maturato un’eccedenza di accisa nel periodo d’imposta 2014, risultante dalla dichiarazione annuale presentata nel 2015. Questo credito era sorto nell’ambito dell’attività svolta in una specifica provincia. Successivamente, pur avendo cessato l’attività in quel particolare ambito territoriale, la società ha continuato a operare in altre province.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha emesso un provvedimento di incameramento del credito, sostenendo che il termine biennale per richiederne il rimborso fosse scaduto. Secondo l’Agenzia, tale termine decorreva dalla data di presentazione della dichiarazione del 2015, da cui emergeva l’eccedenza. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’ente impositore, ritenendo irrilevante la prosecuzione dell’attività in altre sedi.

La Decisione della Cassazione e il calcolo del rimborso accise

La Corte di Cassazione ha capovolto l’esito dei precedenti gradi di giudizio, accogliendo il ricorso dell’azienda. I giudici di legittimità hanno delineato un principio cardine nella disciplina delle accise.

Il Principio del Credito “Revolving”

La Corte ha specificato che, finché il rapporto tributario tra contribuente e Fisco è attivo, l’eccedenza di imposta non costituisce un ‘indebito’ da rimborsare immediatamente. Al contrario, essa rappresenta un credito che viene automaticamente riportato a nuovo nei periodi d’imposta successivi. Questo meccanismo di ‘compensazione od accredito interno’ fa sì che il credito sia ‘revolving’, ovvero si rinnovi di anno in anno nelle successive dichiarazioni, fino al suo completo esaurimento o fino alla cessazione definitiva del rapporto tributario.

Quando Inizia a Decorrere la Decadenza?

La conseguenza diretta di questo principio è che il termine biennale di decadenza per la richiesta di rimborso accise non inizia a decorrere dalla dichiarazione in cui l’eccedenza si è formata. Il dies a quo, cioè il giorno da cui parte il conteggio, è invece quello della presentazione dell’ultima dichiarazione di consumo, che coincide con la cessazione definitiva di ogni attività soggetta ad accisa da parte del contribuente. Solo in quel momento, venendo meno la possibilità di utilizzare il credito in compensazione, sorge il diritto a chiederne la restituzione in denaro.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’interpretazione sistematica della normativa in materia di accise (Testo Unico delle Accise – TUA). L’articolo 14 del TUA, che disciplina il rimborso, va letto in combinato disposto con le norme che prevedono la compensazione come modalità ordinaria di estinzione del debito d’imposta. Il tributo, prima della cessazione del rapporto, non può essere considerato ‘indebito’ ma è semplicemente ‘utilizzabile’ attraverso la detrazione. La Corte ha affermato che questa obbligazione si rinnova di anno in anno fino alla chiusura definitiva del rapporto. Pertanto, un provvedimento di incameramento del credito è illegittimo se l’attività del contribuente, seppure in altre province, prosegue. L’esistenza del rapporto tributario, anche se relativo a diversi ambiti territoriali, giustifica la continua utilizzabilità dell’eccedenza.

Le Conclusioni

La sentenza n. 33292/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo di grande importanza per tutte le imprese soggette al versamento di accise. Viene sancito che un’eccedenza di imposta non è un diritto ‘a scadenza’ annuale, ma un credito che segue la vita dell’impresa. Il termine per chiederne il rimborso scatta solo quando l’impresa cessa completamente la propria attività soggetta a imposta, presentando l’ultima dichiarazione. Questa interpretazione garantisce una maggiore tutela per i contribuenti, evitando la perdita di crediti legittimamente maturati a causa di interpretazioni restrittive dei termini di decadenza.

Quando inizia a decorrere il termine di due anni per chiedere il rimborso di un’eccedenza di accise?
Il termine biennale di decadenza per la richiesta di rimborso decorre dalla presentazione dell’ultima dichiarazione annuale di consumo, che coincide con la cessazione definitiva del rapporto tributario, e non dalla dichiarazione in cui il credito si è originato.

Un’azienda che cessa l’attività in una provincia ma continua in altre perde il diritto al credito d’imposta maturato in quella provincia?
No. Secondo la Corte, finché il rapporto tributario persiste, anche se in ambiti territoriali diversi, il credito d’imposta non si perde. Esso può essere riportato a nuovo e utilizzato in compensazione nelle successive dichiarazioni, in quanto l’obbligazione è ‘revolving’ e si rinnova di anno in anno.

Il credito d’imposta da eccedenza di accise può essere utilizzato a tempo indeterminato?
Sì, il credito può essere utilizzato indefinitamente attraverso la compensazione e il riporto a nuovo nelle dichiarazioni successive, fino a quando il rapporto tributario non cessa definitivamente. La decadenza del diritto al rimborso opera solo in caso di cessazione del rapporto stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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