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Rimborso accise: la comunicazione è obbligatoria

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33834/2024, ha stabilito principi fondamentali in materia di rimborso accise. Il caso riguardava il diniego di un rimborso a un’azienda per la mancata comunicazione dell’istanza all’Agenzia delle Entrate. La Corte ha chiarito che, nelle procedure di rimborso, l’Amministrazione finanziaria agisce come ‘convenuto’ e non è tenuta ad attivare un contraddittorio preventivo. Inoltre, ha confermato che la comunicazione dell’istanza di rimborso all’Agenzia delle Entrate è un requisito di ammissibilità, la cui omissione rende la richiesta irricevibile, in quanto necessaria per verificare le implicazioni fiscali sul reddito d’impresa.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Accise: La Cassazione Sancisce l’Obbligo di Comunicazione

L’ottenimento di un rimborso accise è un processo che richiede non solo la sussistenza del diritto sostanziale, ma anche il rigoroso rispetto delle procedure formali. Con la recente ordinanza n. 33834/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire due aspetti cruciali di queste procedure: l’assenza di un obbligo di contraddittorio preventivo da parte dell’amministrazione e il carattere vincolante della comunicazione dell’istanza all’Agenzia delle Entrate. Questa decisione sottolinea l’importanza della diligenza del contribuente nel seguire l’iter normativo per non vedere vanificato il proprio diritto.

I Fatti del Contenzioso

Una società operante nel settore dei trasporti presentava un’istanza all’Agenzia delle Dogane per ottenere il rimborso delle accise sui combustibili utilizzati per la produzione di forza motrice, relative agli anni 2015 e 2016. L’Agenzia respingeva la richiesta. La società impugnava il diniego, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. I giudici di merito ritenevano il provvedimento di diniego illegittimo principalmente per la mancata attivazione del contraddittorio endoprocedimentale, considerato necessario prima di emettere un atto lesivo per il contribuente. L’Agenzia delle Dogane, tuttavia, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che tale obbligo non sussistesse nelle procedure di rimborso e che, in ogni caso, l’istanza fosse inammissibile per un vizio formale: l’omessa comunicazione della stessa all’Agenzia delle Entrate.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Rimborso Accise

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Dogane, cassando la sentenza di secondo grado e ribaltando l’esito della controversia. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi distinti ma collegati.

Il Ruolo Passivo dell’Amministrazione nelle Istanze di Rimborso

Il primo punto chiarito dalla Corte riguarda la natura del rapporto che si instaura con una richiesta di rimborso. A differenza dei procedimenti di accertamento, dove l’Amministrazione Finanziaria agisce come creditore che pretende un’imposta, nel caso del rimborso i ruoli si invertono. È il contribuente a essere creditore, mentre l’Ufficio assume una posizione passiva, simile a quella di un debitore che si difende da una pretesa.

Di conseguenza, non sussiste un obbligo generalizzato per l’Ufficio di attivare un contraddittorio preventivo prima di negare un rimborso. Tale obbligo è previsto solo per gli atti impositivi (avvisi di accertamento, sanzioni), dove l’Amministrazione deve esporre in modo esaustivo le proprie ragioni. Nel rigettare un’istanza, è sufficiente che l’Ufficio motivi sinteticamente le ragioni del diniego, senza dover preventivamente discutere con il contribuente.

L’Inammissibilità per Omessa Comunicazione e il Rimborso Accise

Il secondo e decisivo motivo di accoglimento del ricorso riguarda l’obbligo, previsto dall’art. 29 della legge n. 428/1990, di comunicare l’istanza di rimborso anche all’Agenzia delle Entrate. La Corte ha ribadito che questa non è una mera formalità, ma un requisito di ammissibilità della domanda.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte risiedono nella ratio legis della norma. La comunicazione all’Agenzia delle Entrate è funzionale a un coordinamento tra i diversi enti impositori. Poiché l’accisa pagata rappresenta un costo deducibile che ha contribuito a ridurre il reddito imponibile dell’impresa, il suo eventuale rimborso genera una sopravvenienza attiva che deve essere tassata. La comunicazione serve quindi a rendere edotta l’Agenzia delle Entrate della potenziale variazione del reddito, evitando un danno all’Erario.

L’omissione di tale comunicazione, pertanto, costituisce un vizio insanabile che rende l’istanza inammissibile ab origine. Questo requisito, ha sottolineato la Corte, non contrasta con il diritto dell’Unione Europea ed è un onere preciso a carico del contribuente che intende ottenere il rimborso. La tardiva comunicazione, avvenuta quando il procedimento era già in corso, non può sanare il vizio iniziale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un importante vademecum per le imprese che richiedono il rimborso accise. In primo luogo, stabilisce che non ci si può attendere un’interlocuzione preventiva con l’Agenzia delle Dogane prima di un eventuale diniego. In secondo luogo, e con maggior forza, sancisce che la comunicazione dell’istanza all’Agenzia delle Entrate è un passaggio ineludibile e un requisito di ammissibilità che va soddisfatto contestualmente alla richiesta. La diligenza nelle procedure formali si conferma, quindi, un elemento essenziale per la tutela dei propri diritti in ambito tributario, al pari della fondatezza della pretesa nel merito.

L’Amministrazione finanziaria è obbligata ad avviare un contraddittorio prima di negare un rimborso di accise?
No. Secondo la Corte di Cassazione, nelle istanze di rimborso l’Amministrazione agisce come un debitore che si difende, non come un creditore che accerta. Pertanto, non è tenuta ad attivare un contraddittorio preventivo, obbligo che sussiste invece per gli atti impositivi come gli avvisi di accertamento.

Perché è necessario comunicare l’istanza di rimborso accise anche all’Agenzia delle Entrate?
La comunicazione è obbligatoria perché l’accisa versata è un costo che ha concorso a formare il reddito d’impresa. Il suo rimborso genera una sopravvenienza attiva che deve essere tassata ai fini delle imposte sui redditi. La comunicazione permette all’Agenzia delle Entrate di essere informata di questa potenziale variazione reddituale e di agire di conseguenza.

Cosa succede se la comunicazione dell’istanza di rimborso all’Agenzia delle Entrate viene omessa o effettuata in ritardo?
L’omessa comunicazione rende l’istanza di rimborso inammissibile. Si tratta di un requisito previsto dalla legge a pena di inammissibilità, che non può essere sanato da una comunicazione tardiva. La richiesta, pertanto, verrà respinta per un vizio procedurale senza che ne venga esaminato il merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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