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Rimborso accise energia: chi può chiederlo?

Una società ha richiesto il rimborso di un’addizionale sull’accisa per l’energia elettrica, sostenendone l’incompatibilità con il diritto UE. I giudici di merito hanno negato la richiesta, affermando che solo il fornitore di energia, e non il consumatore finale, ha la legittimazione per agire. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha deciso di sospendere il giudizio. L’ordinanza interlocutoria rinvia la causa in attesa di una pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea su un caso analogo, che chiarirà la questione del diritto al rimborso accise energia per il consumatore finale.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Accise Energia: Il Consumatore Finale Può Agire Direttamente?

La questione del rimborso accise energia pagate indebitamente è un tema di grande attualità che tocca sia le imprese che i consumatori. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, la n. 4119 del 14 febbraio 2024, ha messo in pausa una decisione cruciale, scegliendo di attendere il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Al centro del dibattito vi è una domanda fondamentale: chi ha il diritto di chiedere allo Stato la restituzione di un’imposta sull’energia se questa si rivela contraria al diritto europeo? Solo il fornitore che l’ha materialmente versata o anche l’azienda consumatrice che ne ha sostenuto il costo finale?

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso

Una società operante nel settore industriale ha contestato il diniego dell’amministrazione finanziaria alla sua richiesta di rimborso dell’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica, versata per il proprio stabilimento produttivo tra il 2010 e il 2011. La società sosteneva che tale addizionale fosse in contrasto con la normativa europea, in particolare con la Direttiva 2008/118/CE, e che, in qualità di consumatore finale che aveva effettivamente sopportato l’onere economico del tributo, avesse pieno diritto a richiederne la restituzione.

La Decisione dei Giudici di Merito

Nei primi due gradi di giudizio, le corti tributarie hanno respinto le ragioni dell’azienda. La Commissione Tributaria Regionale, in particolare, ha affermato un principio consolidato: il rapporto tributario sull’accisa intercorre esclusivamente tra lo Stato e il fornitore di energia. Di conseguenza, solo quest’ultimo sarebbe legittimato a chiedere il rimborso. Il consumatore finale, pur pagando l’imposta attraverso la bolletta, sarebbe un soggetto estraneo a tale rapporto e, pertanto, privo di legittimazione attiva per agire direttamente contro l’Erario.

Le Argomentazioni sul Rimborso Accise Energia in Cassazione

L’azienda ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: la violazione e falsa applicazione dell’articolo 14 del Testo Unico delle Accise (D.Lgs. 504/1995). Secondo la difesa, questa norma sarebbe volta a tutelare chiunque abbia subito la ripercussione di un’imposta indebita, a prescindere dal fatto che sia il soggetto passivo formale (il fornitore) o il soggetto inciso economicamente (il consumatore).

Inoltre, il ricorrente ha sollevato una complessa questione legata al diritto dell’Unione Europea. Se il consumatore non può agire contro lo Stato, dovrebbe poter agire contro il fornitore (azione di rivalsa). Tuttavia, le direttive UE, come quella invocata, non hanno “efficacia diretta orizzontale”, cioè non possono essere fatte valere direttamente in un giudizio tra privati. Questo creerebbe un vuoto di tutela, lasciando il consumatore finale senza alcun rimedio per recuperare l’imposta pagata ingiustamente.

Le Motivazioni della Sospensione

La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità e la rilevanza della questione, ha deciso di non pronunciarsi nel merito. I giudici hanno preso atto che una causa simile (C-316/22) è attualmente pendente dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Tale causa verte proprio sul principio della “eccessiva difficoltà” che un consumatore potrebbe incontrare nel recuperare un’imposta non dovuta, qualora gli venisse preclusa l’azione diretta contro lo Stato.
Poiché la decisione della Corte di Giustizia UE sarà vincolante per l’interpretazione del diritto nazionale, la Cassazione ha ritenuto opportuno e necessario sospendere il procedimento italiano. Questa scelta, formalizzata con un’ordinanza interlocutoria, mira a evitare possibili contrasti tra la giurisprudenza nazionale e quella europea, garantendo una soluzione uniforme e coerente con i principi comunitari.

Le Conclusioni: In Attesa della Corte di Giustizia Europea

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rinviato la causa a nuovo ruolo, mettendo di fatto in stand-by la decisione finale. L’esito di questo caso, e di molti altri simili, dipenderà interamente dalla sentenza che verrà emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Tale pronuncia stabilirà se il principio di effettività della tutela giurisdizionale imponga agli Stati membri di riconoscere al consumatore finale il diritto di agire direttamente per il rimborso accise energia quando l’azione contro il fornitore risulti eccessivamente difficile o impossibile. Fino ad allora, la questione della legittimazione attiva del consumatore finale rimane aperta.

Chi ha diritto a chiedere il rimborso di un’accisa sull’energia se questa è contraria al diritto UE?
Secondo i giudici di merito, solo il fornitore di energia è legittimato, in quanto è il soggetto che versa materialmente l’imposta allo Stato. Tuttavia, la società ricorrente sostiene che anche il consumatore finale, che sopporta il costo economico, debba avere questo diritto. La questione è ora sospesa in attesa di una decisione della Corte di Giustizia UE.

Perché il consumatore finale non può semplicemente chiedere il rimborso al proprio fornitore di energia?
Perché la contestazione si basa sulla violazione di una direttiva UE. Le direttive, secondo un principio consolidato, non hanno ‘efficacia diretta orizzontale’, cioè non possono essere usate da un privato (il consumatore) per fondare una pretesa direttamente contro un altro privato (il fornitore). L’azione, quindi, deve essere rivolta verso lo Stato.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva. Ha pubblicato un’ordinanza interlocutoria con cui ha deciso di sospendere il giudizio e rinviare la causa a nuovo ruolo, in attesa che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronunci su un caso analogo che risolverà la questione di fondo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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