LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso accise: decadenza dal singolo pagamento

Una società energetica ha richiesto il rimborso delle accise sul gas naturale. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di pagamento non dovuto sin dall’origine (indebito ab origine), il termine di decadenza biennale per la richiesta di rimborso accise decorre dalla data di ogni singolo versamento e non dalla presentazione della dichiarazione annuale dei consumi. La richiesta della società è stata quindi considerata tardiva per il periodo in contestazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rimborso Accise: Quando Scade il Termine? La Cassazione Chiarisce il ‘Dies a quo’

Nel complesso mondo del diritto tributario, il rispetto delle scadenze è fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per molte aziende: il termine per richiedere il rimborso accise versate indebitamente. La pronuncia chiarisce da quale momento esatto inizia a decorrere il termine di decadenza biennale, distinguendo nettamente tra pagamenti non dovuti fin dall’origine e crediti maturati a fine anno.

I Fatti del Caso

Una nota società operante nel settore energetico aveva versato le accise sul gas naturale utilizzato per la produzione di energia elettrica. Successivamente, alla luce di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-226/07), che sanciva l’esenzione da tale imposta in base alla Direttiva 2003/96/CE, la società presentava un’istanza di rimborso per un periodo che andava dal 2005 al 2007.

L’Agenzia delle Dogane respingeva parzialmente la richiesta, eccependo la decadenza per i versamenti effettuati oltre due anni prima della data dell’istanza. La Commissione Tributaria di primo grado accoglieva parzialmente il ricorso della società, riconoscendo il rimborso solo per il periodo non coperto da decadenza. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, invece, riformava la decisione, ritenendo che il termine biennale decorresse non dai singoli pagamenti, ma dalla data di presentazione della dichiarazione annuale dei consumi. Secondo i giudici d’appello, l’istanza era quindi tempestiva anche per l’annualità 2006. L’Agenzia delle Dogane ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Il Dies a Quo per il Rimborso Accise

Il nodo centrale della controversia era l’individuazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio del termine di decadenza di due anni previsto dall’art. 14 del Testo Unico delle Accise (TUA) per la richiesta di rimborso. Le opzioni erano due:

1. La data di ogni singolo versamento in acconto.
2. La data di presentazione della dichiarazione annuale dei consumi, momento in cui si determina il saldo finale (a debito o a credito) per l’anno d’imposta.

La scelta tra queste due opzioni dipende dalla natura del pagamento indebito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Dogane, cassando la sentenza di secondo grado e rigettando la richiesta della società contribuente per il periodo contestato. La Corte ha stabilito un principio chiaro: quando un’imposta non è dovuta fin dall’origine (indebito ab origine), il diritto al rimborso sorge immediatamente con ogni pagamento. Di conseguenza, il termine di decadenza biennale per il rimborso accise inizia a decorrere dalla data di ogni singolo versamento.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha articolato il suo ragionamento su una distinzione fondamentale. Un conto è il meccanismo ordinario di pagamento delle accise, che prevede acconti e un conguaglio finale. In questo scenario, un eventuale credito d’imposta emerge solo con la dichiarazione annuale, e solo da quel momento il contribuente può chiederne il rimborso. Pertanto, il dies a quo coincide con la data di presentazione della dichiarazione.

Il caso in esame, tuttavia, è diverso. La non debenza dell’accisa derivava direttamente dal diritto dell’Unione Europea, come interpretato dalla Corte di Giustizia. Questo significa che ogni singolo pagamento effettuato dalla società era, fin dal principio, privo di causa giuridica: un pagamento indebito ab origine. In una simile situazione, il contribuente non deve attendere la fine dell’anno per accorgersi di aver pagato più del dovuto; il suo diritto al rimborso sorge contestualmente a ogni versamento non dovuto. La Corte ha sottolineato che questo principio non è scalfito dal fatto che l’incompatibilità della norma nazionale con quella europea sia stata accertata da una sentenza successiva, poiché tali pronunce hanno efficacia meramente dichiarativa e non costitutiva del diritto.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. Le aziende che versano imposte la cui debenza è dubbia, specialmente alla luce del diritto europeo, devono agire con tempestività. Non possono attendere la dichiarazione annuale per richiedere il rimborso di versamenti che ritengono non dovuti sin dall’origine. Il termine di decadenza biennale decorre inesorabilmente da ogni singolo pagamento. Questa decisione rafforza il principio di certezza del diritto, impedendo che le situazioni giuridiche possano essere rimesse in discussione a distanza di troppo tempo, anche a seguito di importanti pronunce giurisprudenziali. Per i contribuenti, la lezione è chiara: monitorare costantemente la legittimità dei tributi versati e attivarsi prontamente per il recupero di eventuali indebiti.

Da quando decorre il termine di due anni per chiedere il rimborso di accise pagate ma non dovute sin dall’origine?
Secondo la Corte di Cassazione, quando il pagamento dell’accisa è indebito ‘ab origine’ (cioè non dovuto fin dal principio), il termine di decadenza biennale per la richiesta di rimborso decorre dalla data di ogni singolo versamento e non dalla dichiarazione annuale.

Qual è la differenza tra un rimborso per ‘indebito ab origine’ e un rimborso per un credito a conguaglio?
Il credito a conguaglio emerge alla fine dell’anno fiscale quando gli acconti versati superano il debito totale e il termine per il rimborso decorre dalla dichiarazione annuale. L’indebito ‘ab origine’ si verifica quando il tributo stesso non è dovuto, e il diritto al rimborso sorge immediatamente con ogni singolo pagamento, da cui decorre il termine di decadenza.

Una sentenza della Corte di Giustizia UE che dichiara un’imposta nazionale illegittima può riaprire i termini per la richiesta di rimborso?
No. La sentenza della Corte di Giustizia ha efficacia dichiarativa, cioè accerta una situazione giuridica preesistente, ma non costituisce un nuovo diritto. Pertanto, non sposta il ‘dies a quo’ della decadenza, che rimane ancorato alla data del pagamento originario. I rapporti giuridici già ‘esauriti’ per decorrenza dei termini non possono essere riaperti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati