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Riforma Fiscale IVA: Rimborso anche senza proprietà

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione introduce una significativa Riforma Fiscale IVA nell’interpretazione delle norme. Un’imprenditrice si era vista negare un rimborso IVA per lavori eseguiti su un terreno non di sua proprietà, ma utilizzato per la sua attività. La Corte ha ribaltato la decisione, stabilendo che la proprietà del bene non è un requisito indispensabile per il rimborso. Ciò che conta è il ‘nesso di strumentalità’, ovvero il legame funzionale tra il bene e l’attività d’impresa, in linea con il principio di neutralità dell’IVA europeo.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riforma Fiscale IVA: Sì al Rimborso Anche Senza Proprietà del Bene

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione segna un punto di svolta, attuando una vera e propria Riforma Fiscale IVA nell’interpretazione delle norme sul rimborso. La Suprema Corte ha stabilito che un’impresa può ottenere il rimborso dell’IVA per lavori su beni strumentali anche se non ne è proprietaria, a condizione che esista un chiaro nesso di strumentalità con l’attività svolta. Questa decisione, allineata ai principi europei, amplia notevolmente i diritti dei contribuenti e chiarisce i requisiti per l’accesso al rimborso.

Il Caso: Rimborso IVA Negato per Lavori su Terreno in Comodato

La vicenda ha origine dalla richiesta di un’imprenditrice individuale di ottenere un rimborso IVA di 25.000 euro, relativo a spese per la realizzazione di opere su un terreno. Tali opere, pur essendo strumentali all’attività, erano state realizzate su un bene di cui l’imprenditrice aveva la disponibilità a titolo di comodato, ma non la proprietà. L’Agenzia delle Entrate aveva negato il rimborso, sostenendo che, trattandosi di beni realizzati su suolo altrui e non separabili da esso, non potessero essere considerati ‘beni ammortizzabili’ ai sensi della normativa IVA (art. 30, comma 3, lett. c, D.P.R. 633/1972).

La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente dato ragione alla contribuente. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in sede di appello, aveva ribaltato la decisione, accogliendo la tesi dell’Ufficio e confermando il diniego del rimborso. La questione è quindi approdata in Cassazione.

La Riforma Fiscale IVA e l’Interpretazione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. L’errore di diritto commesso dalla corte territoriale, secondo i giudici di legittimità, è stato quello di considerare la proprietà del bene un presupposto indispensabile per il rimborso IVA.

L’Evoluzione Giurisprudenziale e il Ruolo del Diritto Europeo

La Corte ha fondato la sua decisione su un recente e fondamentale intervento delle Sezioni Unite (Sentenza n. 13162/2024), che ha risolto un contrasto giurisprudenziale in materia. La nuova interpretazione, definibile come una Riforma Fiscale IVA di natura applicativa, si basa sui seguenti pilastri:

1. Interpretazione Funzionale: I termini ‘acquisto’ e ‘bene ammortizzabile’ non devono essere letti in senso stretto e civilistico, ma in una prospettiva funzionale e allineata al diritto dell’Unione Europea.
2. Disponibilità vs. Proprietà: Per ‘acquisto’ si deve intendere non solo il trasferimento di proprietà, ma più ampiamente la ‘disponibilità’ del bene, garantita da un titolo giuridico (come un contratto di locazione o comodato) che ne assicuri il possesso per un periodo di tempo significativo.
3. Strumentalità come Chiave di Volta: Il vero requisito è il ‘nesso di strumentalità’. Il bene, anche se di proprietà di terzi, deve essere essenziale e direttamente collegato all’esercizio dell’attività d’impresa. È questa caratteristica a renderlo un ‘investimento’ e, di conseguenza, un bene ammortizzabile ai fini IVA.

le motivazioni

La motivazione della Corte si centra sul principio di neutralità dell’IVA, un cardine del sistema fiscale europeo. L’IVA non deve mai rappresentare un costo per l’impresa, ma deve gravare unicamente sul consumatore finale. Negare il rimborso a un’impresa per il solo fatto di non essere proprietaria del bene su cui ha investito violerebbe questo principio, trasformando l’imprenditore in un consumatore finale e l’IVA in un costo indetraibile. La Corte ha chiarito che l’interpretazione delle norme interne deve essere ‘unionalmente orientata’, privilegiando la sostanza economica dell’operazione (l’investimento per l’attività) rispetto alla forma giuridica (il titolo di proprietà). Il concetto di ‘bene ammortizzabile’ ai fini IVA, pertanto, non coincide necessariamente con quello delle imposte dirette, ma si allarga per includere tutti quei ‘beni di investimento’ destinati a essere utilizzati durevolmente nell’attività d’impresa.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione stabilisce un principio di grande importanza pratica: il diritto al rimborso IVA sui beni strumentali non dipende dalla proprietà, ma dalla loro effettiva e durevole destinazione all’attività d’impresa. Questa decisione allinea la giurisprudenza italiana a quella europea, rafforzando il principio di neutralità fiscale e garantendo una maggiore certezza del diritto per le imprese che investono in beni di cui hanno la disponibilità, ma non la proprietà formale. Si tratta di una vittoria per la sostanza economica sulla forma giuridica, che avrà un impatto significativo su innumerevoli situazioni, dai lavori di ristrutturazione su immobili in affitto alla realizzazione di impianti su terreni in comodato.

È possibile ottenere il rimborso IVA per lavori su un immobile non di proprietà?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’esercente un’attività d’impresa o professionale ha diritto al rimborso dell’IVA per lavori su immobili di cui non è proprietario, a condizione che li detenga in virtù di un diritto personale di godimento (come un contratto di locazione o comodato) e che esista un nesso di strumentalità tra tali beni e l’attività svolta.

Cosa si intende per ‘bene ammortizzabile’ ai fini del rimborso IVA secondo questa sentenza?
Ai fini del rimborso IVA, il concetto di ‘bene ammortizzabile’ va inteso in senso ampio e funzionale. Non si limita ai beni di proprietà iscritti in bilancio, ma include tutti i ‘beni di investimento’ che hanno un’utilità pluriennale e sono strumentali all’attività d’impresa, indipendentemente dal titolo di proprietà. Ciò che conta è la loro durevolezza e la loro funzione economica.

Quale principio guida la decisione della Corte di Cassazione in materia di rimborso IVA?
La decisione è guidata dal principio eurounitario di neutralità dell’IVA. Secondo questo principio, l’imposta non deve costituire un costo per l’impresa ma deve gravare solo sul consumatore finale. Negare il rimborso all’impresa per motivi puramente formali, come la mancata proprietà del bene, violerebbe tale principio, trasformando l’IVA in un costo operativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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