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Riduzione TARI: spetta per servizio di raccolta parziale

La Corte di Cassazione conferma che la riduzione TARI spetta di diritto quando il servizio di raccolta rifiuti non viene effettuato concretamente in una specifica zona, anche se formalmente istituito. Nel caso analizzato, una società ha ottenuto la riduzione della tassa poiché la raccolta avveniva solo nelle aree esterne alla sua proprietà e non all’interno. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, ribadendo che la riduzione è automatica (ope legis) e non necessita di una specifica previsione regolamentare. Il contribuente deve solo provare la mancata o parziale erogazione del servizio per vedersi riconosciuto il diritto.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione TARI per Servizio Incompleto: la Cassazione Conferma il Diritto del Contribuente

La questione della riduzione TARI è un tema di grande interesse per cittadini e imprese. Cosa succede quando il servizio di raccolta rifiuti, pur essendo attivo nel Comune, non copre adeguatamente tutte le aree? Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: se il servizio è parziale o assente in una determinata zona, il contribuente ha diritto a una riduzione della tassa, a prescindere da specifiche previsioni del regolamento comunale. Analizziamo questa decisione per capire meglio i contorni di questo diritto.

I Fatti del Caso: Una TARI Contesa tra Comune e Impresa

Una società si vedeva recapitare un avviso di pagamento per la TARI relativa all’anno 2018. L’azienda decideva di impugnarlo, sostenendo di aver diritto a una riduzione dell’imposta. Il motivo? Il servizio di raccolta dei rifiuti non veniva effettuato all’interno della sua vasta area aziendale, ma si limitava alla raccolta ‘porta a porta’ nelle zone di accesso esterne.

La Commissione Tributaria Regionale dava ragione alla società, applicando una riduzione del 15% sulla tassa dovuta. Il giudice di secondo grado basava la sua decisione sul fatto che, nonostante il passaggio dalla vecchia TARSU alla nuova TARI, il presupposto di fatto, ovvero un servizio svolto con modalità immutate e parziali, non era cambiato. Il Comune, non accettando la decisione, presentava ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: la riduzione TARI è un diritto automatico

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune, confermando la decisione dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai stabile. Gli Ermellini hanno chiarito che le riduzioni tariffarie cosiddette ‘tecniche’, previste dalla legge (L. 147/2013), spettano ope legis, cioè per effetto diretto della legge, ogni volta che si verifica una contrazione del servizio.

Questo significa che il diritto alla riduzione non dipende dalla sua inclusione in un regolamento comunale né da una domanda preventiva da parte del contribuente. È sufficiente che il servizio, pur istituito e attivato nel perimetro comunale, non venga concretamente svolto in una determinata zona di significativa estensione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha specificato che la riduzione prevista dalla legge (fino al 40% della tariffa) scatta per il solo fatto che la raccolta non avvenga in una zona, a patto che questa abbia un’estensione tale da configurare un ‘omesso servizio’. Il compito di graduare tale riduzione spetta al giudice di merito, che deve tenere conto di fattori come la distanza dal punto di raccolta più vicino. In assenza di una prova specifica da parte del contribuente per una riduzione maggiore, la TARI sarà dovuta nella misura minima del 40% della tariffa intera.

La Cassazione ha inoltre sottolineato che l’accertamento sulle modalità di svolgimento del servizio è una ‘quaestio facti’, una valutazione dei fatti materiali che compete al giudice di merito. In questo caso, il giudice aveva correttamente accertato che il servizio veniva prestato solo esternamente all’area aziendale. Tentare di rimettere in discussione questo accertamento in sede di legittimità è inammissibile.

Il fatto che il giudice d’appello avesse fatto riferimento a un vecchio accordo relativo alla TARSU non ha viziato la decisione, perché il nucleo della motivazione risiedeva nella corretta constatazione della persistenza di un servizio parziale, presupposto che giustifica pienamente la riduzione TARI.

Conclusioni: Implicazioni per Contribuenti e Comuni

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche. Per i contribuenti, rafforza la consapevolezza di avere un diritto alla riduzione TARI qualora il servizio di raccolta sia inefficiente o parziale nella loro zona. L’onere della prova ricade sul contribuente, che dovrà dimostrare (anche con documentazione fotografica, testimonianze o perizie) che il servizio non viene svolto come dovrebbe. Per i Comuni, la sentenza rappresenta un monito a garantire l’effettiva e completa erogazione del servizio di raccolta su tutto il territorio o, in alternativa, a riconoscere le riduzioni previste dalla legge per evitare contenziosi dall’esito quasi scontato.

Quando spetta la riduzione della TARI per mancato servizio?
La riduzione spetta per il solo fatto che il servizio di raccolta rifiuti, pur essendo formalmente istituito e attivato dal Comune, non venga concretamente svolto in una determinata zona municipale di significativa estensione.

È necessaria una previsione nel regolamento comunale per ottenere la riduzione TARI?
No, la riduzione spetta ‘ope legis’, cioè per effetto diretto della legge. Non è quindi necessario che sia prevista nel regolamento comunale o che il contribuente presenti una specifica domanda preventiva.

Chi deve provare il diritto alla riduzione della TARI?
L’onere di provare i presupposti normativi per la riduzione, ovvero il mancato o parziale svolgimento del servizio nella propria zona, spetta al contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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