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Riduzione IMU inagibilità: no senza degrado fisico

Una società immobiliare ha richiesto la riduzione dell’IMU sostenendo l’inagibilità di alcuni immobili per la mancanza del certificato di agibilità. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, accogliendo il ricorso del Comune. La Corte ha stabilito che la riduzione IMU per inagibilità si applica solo in caso di degrado fisico strutturale dell’immobile (ad esempio, fabbricato pericolante o diroccato) e non per la semplice assenza di una certificazione amministrativa. La decisione chiarisce la netta distinzione tra ‘inagibilità’ fiscale e ‘agibilità’ urbanistica.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione IMU inagibilità: la Cassazione chiarisce che serve il degrado fisico

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’importante precisazione sui presupposti per ottenere la riduzione IMU per inagibilità di un immobile. La sentenza stabilisce un principio chiaro: la mancanza del certificato di agibilità, di per sé, non è sufficiente a giustificare lo sconto fiscale del 50%. È necessario dimostrare un degrado fisico effettivo e strutturale del fabbricato. Analizziamo insieme questa decisione che traccia una linea netta tra requisiti amministrativi e condizioni fiscali.

I Fatti del Caso

Una società di costruzioni si opponeva a un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’annualità 2014. La società sosteneva di aver diritto a una riduzione dell’imposta al 50% per alcuni immobili, ritenuti inagibili in quanto privi del certificato di agibilità. La Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto le ragioni della società, concedendo la riduzione. Contro questa decisione, sia la società (con ricorso principale, lamentando anche altri vizi dell’atto) sia il Comune (con ricorso incidentale) si sono rivolti alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, respingendo il ricorso della società e accogliendo quello del Comune. Gli Ermellini hanno chiarito la distinzione fondamentale tra il concetto di ‘agibilità’ urbanistica e quello di ‘inagibilità’ ai fini fiscali.

L’analisi del ricorso della società

La Corte ha prima esaminato e rigettato i motivi del ricorso principale della società contribuente. In particolare, è stato ritenuto infondato il motivo relativo alla presunta carenza di motivazione dell’avviso di accertamento. È stato inoltre respinto il motivo con cui la società chiedeva l’esenzione per gli immobili ‘beni merce’, in quanto non era stata presentata l’apposita dichiarazione richiesta dalla normativa, non essendo sufficiente la sola iscrizione in bilancio.

L’accoglimento del ricorso del Comune e la vera natura della riduzione IMU per inagibilità

Il punto cruciale della decisione risiede nell’accoglimento del ricorso del Comune. La Cassazione ha affermato che la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore nel confondere i due piani: quello amministrativo-urbanistico e quello tributario. L’imposta è dovuta per il solo fatto che l’immobile sia accatastato o accatastabile, a prescindere dalla sua effettiva abitabilità o regolarità urbanistica.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione rigorosa della normativa. La riduzione IMU del 50% prevista per i fabbricati ‘inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati’ è legata a una condizione di degrado fisico oggettivo e sopravvenuto. Si tratta di situazioni in cui l’immobile è diroccato, pericolante, fatiscente o presenta un’obsolescenza strutturale e tecnologica tale da impedirne l’utilizzo. Questa condizione deve essere così grave da non poter essere superata con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Al contrario, il certificato di agibilità attesta il rispetto delle norme igienico-sanitarie, di sicurezza e di salubrità. La sua assenza è una questione amministrativa che non incide, di per sé, sulla capacità contributiva legata al possesso dell’immobile. Un edificio può essere privo di agibilità ma strutturalmente integro e quindi non ‘inagibile’ ai fini fiscali. Confondere i due concetti, come fatto dal giudice di secondo grado, snaturerebbe la finalità della norma agevolativa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per i contribuenti e gli enti locali. Viene riaffermato che per beneficiare della riduzione IMU per inagibilità, non basta invocare la mancanza di un certificato amministrativo. È onere del contribuente dimostrare una condizione di degrado fisico strutturale che renda impossibile l’utilizzo del bene. La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a evitare un uso improprio delle agevolazioni fiscali, ancorandole a presupposti oggettivi e sostanziali piuttosto che a formalità burocratiche.

La mancanza del certificato di agibilità dà diritto alla riduzione dell’IMU al 50%?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sola assenza del certificato di agibilità, che è un requisito amministrativo-urbanistico, non è sufficiente per ottenere la riduzione dell’imposta. L’agevolazione è legata a una condizione di degrado fisico.

Quali condizioni deve avere un immobile per essere considerato ‘inagibile’ ai fini della riduzione IMU?
Un immobile è considerato ‘inagibile’ ai fini fiscali quando presenta un degrado fisico sopravvenuto (es. fabbricato diroccato, pericolante, fatiscente) o un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica non superabile con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, che ne impedisce di fatto l’utilizzo.

Per ottenere l’esenzione IMU per i cosiddetti ‘beni merce’ è sufficiente iscriverli in bilancio?
No. Secondo la Corte, la semplice iscrizione degli immobili invenduti nel bilancio dell’impresa costruttrice non è sufficiente per l’esenzione IMU. La normativa richiede la presentazione di un’apposita dichiarazione al Comune, a pena di decadenza dal beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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