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Riduzione IMU immobili inagibili: quando si applica?

Una società di costruzioni ha richiesto la riduzione IMU per immobili inagibili sostenendo che l’assenza del certificato di abitabilità, non rilasciato dal Comune, rendesse gli immobili invenduti di fatto inutilizzabili. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che il beneficio fiscale è legato esclusivamente a un degrado fisico e strutturale dell’immobile, non a impedimenti di natura giuridico-amministrativa. L’iscrizione al catasto è sufficiente a considerare un fabbricato come presupposto per l’imposta.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione IMU Immobili Inagibili: La Cassazione Chiarisce i Requisiti

La questione della riduzione IMU per immobili inagibili è spesso fonte di contenzioso tra contribuenti e amministrazioni comunali. Un’impresa di costruzioni può ottenere lo sconto del 50% sull’imposta per immobili nuovi e invenduti, qualora non possieda il certificato di abitabilità a causa di ritardi burocratici del Comune stesso? Con l’ordinanza n. 1955/2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara, tracciando una netta linea di demarcazione tra l’inagibilità fisica, che dà diritto al beneficio, e gli impedimenti di natura puramente amministrativa.

I Fatti del Caso: Un Contenzioso sull’IMU per Immobili Invenduti

Una società operante nel settore delle costruzioni proponeva ricorso contro un avviso di accertamento IMU relativo all’anno 2013, emesso da un importante Comune italiano. La società sosteneva di aver diritto alla riduzione del 50% della base imponibile, prevista per i fabbricati inagibili o inabitabili, per alcune unità immobiliari di sua proprietà. La ragione addotta era che, pur essendo gli immobili ultimati, non era stato possibile venderli a causa del mancato rilascio, da parte dello stesso Comune, delle concessioni edilizie in sanatoria e, di conseguenza, del certificato di abitabilità. Secondo l’impresa, questa situazione rendeva gli immobili di fatto non utilizzabili, equiparandoli a quelli inagibili.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le ragioni della società, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Inagibilità Fisica vs. Impedimento Amministrativo

Il fulcro della controversia risiedeva nell’interpretazione del concetto di ‘inagibilità’ ai fini fiscali. La normativa di riferimento, contenuta principalmente nel D.Lgs. 504/1992 e nel D.L. 201/2011, subordina la riduzione IMU per immobili inagibili a una duplice condizione: che i fabbricati siano dichiarati inagibili o inabitabili e che siano di fatto non utilizzati. La società ricorrente tentava di estendere tale nozione fino a includervi l’impossibilità di commercializzazione dovuta a un ostacolo burocratico.

La Corte era quindi chiamata a decidere se la mancanza di un certificato amministrativo potesse essere equiparata a un degrado fisico-strutturale, unico presupposto, secondo l’orientamento consolidato, per l’applicazione dell’agevolazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della società, basando la sua decisione su principi giuridici consolidati e su una rigorosa interpretazione della normativa fiscale.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che le norme che prevedono agevolazioni ed esenzioni fiscali sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia a casi non espressamente previsti. Il legislatore ha chiaramente definito le condizioni per la riduzione, legandole a uno stato oggettivo dell’immobile.

In secondo luogo, e questo è il punto centrale, l’inagibilità che rileva ai fini della riduzione IMU è esclusivamente quella di natura fisica e strutturale. La Corte ha specificato che per ‘inagibile’ si intende un immobile che presenta un degrado fisico sopravvenuto (come un fabbricato diroccato, pericolante, fatiscente) o un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica non superabile con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Si tratta, in sostanza, di una ‘obiettiva inidoneità all’utilizzazione’.

La mancanza del certificato di abitabilità, invece, costituisce una mera qualità giuridica, un impedimento amministrativo che non incide sulla consistenza fisica del fabbricato. Tale certificato, hanno ricordato i giudici, attesta l’idoneità igienico-sanitaria del manufatto, ma la sua assenza non rende l’immobile fisicamente inesistente o degradato. Il presupposto impositivo dell’IMU, infatti, sorge con l’iscrizione dell’immobile al catasto, che lo qualifica come ‘fabbricato’ a tutti gli effetti fiscali, indipendentemente dalla sua ‘abitabilità’ formale.

La Corte ha concluso che, nel caso di specie, non si trattava di immobili inagibili, ma di ‘unità immobiliari di fatto ultimate per le quali devono ancora essere messi i titoli abilitanti in sanatoria e il certificato di abitabilità’. Una condizione che non rientra in alcun modo nella fattispecie agevolativa invocata.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio fondamentale del diritto tributario: le agevolazioni fiscali non possono essere utilizzate come strumento per compensare difficoltà commerciali o ritardi burocratici. La riduzione IMU per immobili inagibili è una misura pensata per alleggerire il carico fiscale su proprietari di beni che hanno perso la loro utilità economica a causa di un effettivo e comprovato degrado fisico.

Per le imprese di costruzione e per i proprietari immobiliari, l’insegnamento è chiaro: per poter beneficiare della riduzione del 50%, non è sufficiente lamentare l’impossibilità di utilizzare o vendere un immobile a causa di questioni amministrative. È necessario dimostrare, attraverso perizie tecniche o documentazione idonea, uno stato di fatiscenza o obsolescenza strutturale che renda l’immobile oggettivamente inidoneo al suo uso. La sola assenza del certificato di abitabilità, pur essendo un limite, non è una condizione sufficiente per ottenere lo sconto sull’imposta.

La mancanza del certificato di abitabilità dà diritto alla riduzione IMU del 50% per immobili inagibili?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la riduzione si applica solo in caso di degrado fisico e strutturale dell’immobile, e non per impedimenti di natura puramente amministrativa come la mancanza del certificato di abitabilità.

Quali sono le condizioni per ottenere la riduzione IMU per inagibilità?
L’immobile deve trovarsi in uno stato di degrado fisico sopravvenuto (es. diroccato, pericolante, fatiscente) o di obsolescenza funzionale e strutturale non superabile con interventi di manutenzione ordinaria. Tale condizione deve essere accertata dall’ufficio tecnico comunale o tramite idonea documentazione, e l’immobile deve essere di fatto non utilizzato.

Da quale momento un fabbricato è soggetto a IMU?
Un’unità immobiliare è considerata un fabbricato soggetto a imposta dal momento della sua iscrizione nel catasto edilizio. Per i fabbricati di nuova costruzione non ancora iscritti, l’imposta è dovuta dalla data di ultimazione dei lavori ovvero da quella in cui il fabbricato è comunque utilizzato, se antecedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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