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Riduzione IMU immobile inagibile: quando si applica?

Un Comune ha contestato la richiesta di un contribuente per una riduzione del 50% dell’IMU su un immobile ritenuto inagibile per mancanza di utenze. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, stabilendo che la riduzione IMU per immobile inagibile si applica solo in caso di degrado strutturale o obsolescenza grave, non superabile con semplici interventi di manutenzione. La temporanea assenza di servizi come luce e acqua, se ripristinabile, non è sufficiente per ottenere il beneficio fiscale.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione IMU immobile inagibile: i chiarimenti della Cassazione

La possibilità di ottenere una riduzione IMU per immobile inagibile è una questione di grande interesse per molti proprietari. Spesso, però, i requisiti per accedere a questo beneficio fiscale non sono chiari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri da rispettare, specificando che la semplice mancanza di utenze, se facilmente risolvibile, non è sufficiente a giustificare lo sconto del 50% sull’imposta. Analizziamo insieme la vicenda e i principi stabiliti dai giudici.

I Fatti del Contenzioso: la Richiesta di Sconto IMU

Il caso nasce dalla richiesta di una contribuente di ottenere la riduzione dell’IMU per l’anno 2013, sostenendo che il suo immobile fosse inagibile e di fatto non utilizzato. La causa principale dell’inabitabilità era, a suo dire, la mancanza del servizio elettrico e idrico. La Commissione Tributaria Provinciale prima, e quella Regionale poi, avevano dato ragione alla contribuente, basandosi anche su un sopralluogo del Comune, effettuato nel 2014, che confermava l’assenza delle utenze. In particolare, i giudici di merito avevano evidenziato come la mancata fornitura di energia elettrica fosse imputabile a un’omissione dello stesso Comune nel rilasciare le necessarie autorizzazioni.

Contro questa decisione, il Comune ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando una violazione della normativa di riferimento. Secondo l’ente locale, per ottenere la riduzione è necessaria una formale declaratoria di inagibilità, che nel caso specifico mancava. Inoltre, il sopralluogo del 2014 non poteva essere considerato una prova valida per l’anno d’imposta 2013.

L’Analisi della Cassazione sulla Riduzione IMU per Immobile Inagibile

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando l’esito dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno chiarito in modo definitivo quali sono le condizioni per poter beneficiare della riduzione IMU per immobile inagibile.

La normativa (art. 13, comma 3, lett. b), del D.L. n. 201/2011) prevede che la base imponibile sia ridotta del 50% per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati. Tuttavia, la Corte ha sottolineato che non qualsiasi condizione di disagio o inutilizzo integra i requisiti di legge.

Le Motivazioni: la Differenza tra Inagibilità Strutturale e Inutilizzo Temporaneo

Il punto centrale della decisione della Cassazione risiede nella distinzione tra una condizione di inagibilità strutturale, profonda e non facilmente rimediabile, e una situazione di inabitabilità temporanea, superabile con interventi di manutenzione.

Secondo la Corte, per ottenere la riduzione del 50%, l’inagibilità deve essere legata a un degrado fisico sopravvenuto (ad esempio, un fabbricato diroccato, pericolante o fatiscente) o a un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica. La caratteristica fondamentale di tali condizioni è che non devono essere superabili con semplici interventi di manutenzione, sia essa ordinaria o straordinaria.

Nel caso specifico, la mancanza di allacciamento alla rete elettrica e idrica non è stata ritenuta una causa di inagibilità strutturale. Si trattava, infatti, di una situazione facilmente risolvibile attraverso interventi di manutenzione, come il ripristino dell’impianto. La possibilità di allacciare le utenze, contattando liberamente i fornitori sul mercato, rende lo stato di inabitabilità superabile e, di conseguenza, non idoneo a giustificare il beneficio fiscale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza fornisce un’indicazione chiara ai proprietari di immobili. Per richiedere e ottenere la riduzione IMU per immobile inagibile, non basta che l’edificio sia temporaneamente privo di servizi essenziali. È necessario dimostrare, attraverso una perizia tecnica o una dichiarazione sostitutiva, che l’immobile versa in uno stato di degrado fisico o di obsolescenza tale da non poter essere risolto con normali interventi di manutenzione. La legge mira a concedere l’agevolazione solo per quelle situazioni in cui l’utilizzo dell’immobile è oggettivamente e strutturalmente compromesso, e non per semplici difficoltà temporanee o per scelta del proprietario.

La sola mancanza di luce e acqua rende un immobile inagibile ai fini della riduzione IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza di utenze non è di per sé sufficiente se la situazione è risolvibile con interventi di manutenzione. L’inagibilità che dà diritto alla riduzione deve derivare da un degrado fisico o un’obsolescenza strutturale non superabile con tali interventi.

Quale procedura deve seguire il contribuente per ottenere la riduzione IMU per un immobile inagibile?
Il contribuente deve far accertare l’inagibilità dall’ufficio tecnico comunale tramite una perizia a proprie spese, allegando la documentazione alla dichiarazione. In alternativa, può presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio ai sensi del d.P.R. 445/2000.

Che tipo di degrado deve avere un immobile per essere considerato ‘inagibile’ secondo la Cassazione?
L’immobile deve presentare un degrado fisico sopravvenuto (come essere diroccato, pericolante, fatiscente) o un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica così grave da non poter essere sanata con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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