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Riduzione canone locazione: prova senza registrazione

Una contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IRPEF che non riconosceva una riduzione del canone di locazione perché l’accordo non era stato registrato. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la prova della riduzione canone locazione e della sua data certa non dipende esclusivamente dalla registrazione dell’atto. Altri elementi probatori possono essere valutati dal giudice per dimostrare l’anteriorità dell’accordo rispetto al periodo d’imposta, ribaltando la decisione precedente.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione canone locazione: la prova non dipende solo dalla registrazione

La stipula di un accordo per la riduzione canone locazione è una pratica comune, ma quali sono le sue implicazioni fiscali? È fondamentale la registrazione di tale accordo per poterlo far valere nei confronti del Fisco? Con l’ordinanza n. 34533/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale: la prova della riduzione del canone non è vincolata alla sola registrazione, aprendo la porta a mezzi di prova alternativi per dimostrare la data certa dell’accordo.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento IRPEF per l’anno 2014. L’Agenzia delle Entrate aveva recuperato a tassazione un importo maggiore rispetto a quello dichiarato da una contribuente, basandosi sul canone originariamente pattuito in un contratto di locazione. La locatrice sosteneva, invece, di aver concordato con l’inquilino una riduzione del canone, ma l’accordo era stato registrato solo nel 2018, ben dopo il periodo d’imposta contestato.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al Fisco. Il loro ragionamento si basava su un presupposto rigido: in assenza di registrazione, l’accordo di riduzione del canone era privo di ‘data certa’ e, di conseguenza, non opponibile all’Amministrazione Finanziaria.

La Questione Giuridica: È Necessaria la Registrazione?

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, ponendo una domanda fondamentale: la registrazione di una scrittura privata che modifica il canone di locazione è l’unico strumento per provare la sua esistenza e la sua data di fronte al Fisco? O il contribuente può utilizzare altri mezzi per dimostrare che il canone percepito in un determinato anno era effettivamente inferiore a quello del contratto originario?

Le motivazioni della Cassazione sulla riduzione canone locazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della contribuente, cassando la sentenza precedente e delineando un principio di diritto di grande importanza pratica.

Nessun Obbligo di Registrazione

In primo luogo, i giudici hanno ribadito un concetto già espresso in passato (anche dalla stessa Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 60/E del 2010): non esiste un obbligo fiscale di registrare gli accordi che dispongono una mera riduzione canone locazione. La normativa tributaria (DPR 131/1986) impone la registrazione per cessioni, risoluzioni e proroghe del contratto, ma non per una semplice diminuzione dell’importo. La registrazione, in questi casi, è una facoltà, non un dovere.

La Prova della Data Certa Oltre la Registrazione

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 2704 del Codice Civile. Questa norma stabilisce che la data di una scrittura privata non autenticata è opponibile ai terzi (incluso il Fisco) dal giorno della sua registrazione. Tuttavia, la stessa norma prevede che la certezza della data possa derivare anche da altri fatti che stabiliscano in modo ‘egualmente certo’ l’anteriorità del documento.

La Corte ha sottolineato che l’elenco di questi fatti non è tassativo. Ciò significa che il giudice di merito ha il potere e il dovere di valutare qualsiasi elemento di prova offerto dal contribuente. Questi elementi possono includere, ad esempio, la corrispondenza tra le parti, le ricevute di pagamento di un canone inferiore, o qualsiasi altro documento idoneo a dimostrare, con un adeguato grado di certezza, che l’accordo di riduzione è stato concluso prima o durante il periodo d’imposta in questione.

L’Errore della Corte Territoriale

La Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore di diritto nel considerare la registrazione come l’unica prova ammissibile. Affermando che ‘in assenza di registrazione dell’accordo di riduzione, non può che essere quello indicato nel contratto registrato’, ha precluso alla contribuente la possibilità di dimostrare le proprie ragioni con altri mezzi, violando i principi sulla valutazione delle prove.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha concluso che l’affermazione della Commissione Tributaria era ‘errata in diritto nella sua assolutezza’. La prova della data certa di un accordo di riduzione canone locazione può essere fornita anche senza la registrazione. La sentenza è stata annullata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria del Piemonte, che dovrà riesaminare il caso tenendo conto di questo principio e valutando tutte le prove prodotte dalla contribuente.

Questa ordinanza rappresenta una vittoria per i contribuenti, garantendo maggiore flessibilità probatoria. Sebbene la registrazione resti lo strumento più semplice e sicuro per dare data certa a un accordo, non è più l’unica via percorribile. Spetta ora al contribuente l’onere di fornire prove ‘egualmente certe’ per dimostrare la veridicità e l’anteriorità di un accordo modificativo non registrato.

È obbligatorio registrare un accordo di riduzione del canone di locazione?
No, secondo la Corte di Cassazione e la stessa Agenzia delle Entrate, non sussiste un obbligo fiscale di registrare un accordo che si limita a ridurre l’importo del canone precedentemente pattuito. La registrazione è facoltativa.

Senza registrazione, come posso provare al Fisco che il canone è stato ridotto?
La prova della data certa dell’accordo può essere fornita attraverso altri mezzi. L’articolo 2704 c.c. permette di dimostrare l’anteriorità del documento tramite qualsiasi fatto che la stabilisca in modo ‘egualmente certo’. Spetta al giudice di merito valutare, con prudente apprezzamento, le prove alternative offerte dal contribuente (es. pagamenti, email, etc.).

Perché la decisione della Commissione Tributaria Regionale è stata annullata?
La decisione è stata annullata perché ha erroneamente considerato la registrazione come l’unico mezzo di prova idoneo a stabilire la data certa dell’accordo di riduzione del canone, escludendo a priori la possibilità per il contribuente di dimostrare le proprie ragioni con altri elementi probatori, in violazione della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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