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Riduzione base imponibile IMU: la Cassazione decide

Una società ha richiesto la riduzione della base imponibile IMU per un complesso industriale in disuso. La Corte di Cassazione ha chiarito che il silenzio del Comune non equivale ad assenso (silenzio-assenso). Ha però accolto il ricorso su un punto cruciale: la necessità di applicare una rendita catastale ridotta con effetto retroattivo. La Corte ha stabilito che i giudici precedenti avevano errato nel non considerare la rideterminazione della rendita, rinviando il caso per una nuova valutazione del tributo dovuto.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riduzione base imponibile IMU: la Cassazione su silenzio-assenso e rendita retroattiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta temi cruciali per i proprietari di immobili inagibili, chiarendo i limiti del silenzio-assenso in ambito fiscale e l’importanza della corretta applicazione della rendita catastale. La decisione offre spunti fondamentali sulla riduzione della base imponibile IMU, un’agevolazione fiscale spesso al centro di contenziosi tra contribuenti e Comuni. Vediamo nel dettaglio i fatti e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: la Richiesta di Riduzione per un Immobile Inutilizzato

Una società, proprietaria di un vasto complesso industriale abbandonato da anni, ha impugnato diversi avvisi di accertamento per il parziale versamento di IMU e TASI relativi a più annualità. La società sosteneva di aver diritto a una riduzione del 50% della base imponibile, data la condizione di inagibilità e inutilizzabilità di fatto dell’immobile. A sostegno della propria tesi, invocava la formazione del cosiddetto “silenzio-assenso” da parte del Comune, che non aveva risposto esplicitamente a una sua istanza di riduzione. Inoltre, contestava l’applicazione di una rendita catastale ritenuta errata, poiché successivamente rideterminata in misura inferiore dall’Agenzia delle Entrate.

I giudici di primo e secondo grado avevano dato solo parzialmente ragione alla società, annullando le sanzioni ma confermando l’imposta dovuta, negando la formazione del silenzio-assenso e ritenendo corretta la base imponibile utilizzata dal Comune.

La Decisione della Corte di Cassazione: Accoglimento Parziale e Rinvio

La Corte di Cassazione ha esaminato sia il ricorso principale della società che quello incidentale del Comune. I giudici hanno rigettato quasi tutti i motivi del ricorso della società, confermando l’orientamento consolidato su diversi punti. Tuttavia, hanno accolto un motivo di ricorso decisivo: quello relativo all’errata determinazione della rendita catastale. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata e il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per una nuova valutazione.

Le Motivazioni della Sentenza: i Punti Salienti sulla Riduzione Base Imponibile IMU

L’ordinanza della Cassazione è ricca di principi giuridici importanti. Analizziamo i passaggi chiave che hanno portato alla decisione.

Il Silenzio-Assenso in Materia Tributaria: Un Principio da Non Invocare

La Corte ha ribadito con fermezza che, in materia tributaria, l’inerzia dell’ente impositore di fronte a una richiesta di agevolazione o riduzione non comporta la formazione del silenzio-assenso. A differenza del diritto amministrativo generale, dove il silenzio può valere come accoglimento, nel diritto tributario vige il principio opposto: il silenzio equivale a un rigetto tacito dell’istanza. L’atto impositivo successivo non necessita di una motivazione specifica per giustificare il mancato accoglimento della richiesta, essendo sufficiente che si fondi sui presupposti del tributo stesso. Per ottenere il beneficio, è onere del contribuente dimostrare in giudizio di possederne tutti i requisiti.

I Requisiti per la Riduzione dell’Imponibile per Inagibilità

I giudici hanno confermato che la riduzione della base imponibile IMU al 50% è subordinata a precise condizioni. L’immobile deve essere inagibile o inabitabile e di fatto non utilizzato. Questa condizione deve essere accertata dall’ufficio tecnico comunale o, in alternativa, dichiarata dal contribuente tramite perizia o dichiarazione sostitutiva. La normativa tributaria in materia è speciale e non può essere interpretata estensivamente. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente ritenuto insussistenti i requisiti, basandosi sulle perizie del Comune che contraddicevano quelle del contribuente.

L’Unico Punto Accolto: La Rendita Catastale Retroattiva

Il punto di svolta del giudizio è stato il sesto motivo di ricorso, ritenuto fondato dalla Corte. La società lamentava che i giudici di appello non si fossero pronunciati sulla questione della rendita catastale, che era stata rideterminata dall’Agenzia delle Entrate con efficacia ex tunc, cioè retroattiva. La società aveva sostenuto, sin dal primo grado, che il Comune avrebbe dovuto applicare la nuova rendita, più bassa, anche per le annualità pregresse, e non quella originaria, più alta.

La Corte di Cassazione ha rilevato che la sentenza d’appello aveva ignorato questo specifico profilo del gravame, limitandosi a discutere dell’efficacia retroattiva di una rendita notificata nel 2017, senza considerare la successiva rettifica in autotutela. Questa omissione ha viziato la sentenza, poiché una corretta applicazione della rendita ridotta avrebbe comportato una diversa determinazione della base imponibile e, di conseguenza, del tributo dovuto. Per questo motivo, il caso è stato rinviato a un nuovo giudice per ricalcolare l’imposta tenendo conto della corretta rendita catastale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre tre importanti lezioni per i contribuenti:

1. Non fare affidamento sul silenzio-assenso: In ambito fiscale, il silenzio dell’amministrazione su un’istanza di agevolazione non significa che la richiesta sia stata accettata. È necessario attivarsi per ottenere una risposta esplicita o, in mancanza, essere pronti a dimostrare il proprio diritto in sede di contenzioso.
2. La prova dell’inagibilità deve essere solida: Per ottenere la riduzione della base imponibile IMU, non basta affermare che un immobile è inagibile. È fondamentale supportare la richiesta con perizie tecniche dettagliate, consapevoli che il Comune potrà effettuare le proprie verifiche.
3. Verificare sempre la rendita catastale applicata: È cruciale controllare che la rendita utilizzata per il calcolo delle imposte sia quella corretta, specialmente se ci sono state variazioni o rettifiche. Come dimostra questo caso, una rendita ridotta con efficacia retroattiva deve essere applicata anche per il passato, e la mancata considerazione di questo elemento da parte del giudice costituisce un vizio della sentenza.

Il silenzio del Comune su una richiesta di riduzione IMU per inagibilità vale come accettazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia tributaria, il silenzio dell’amministrazione di fronte a una richiesta di agevolazione fiscale non costituisce ‘silenzio-assenso’, ma si interpreta come un rigetto tacito della richiesta.

Quali sono i requisiti per ottenere la riduzione del 50% della base imponibile IMU?
È necessario che l’immobile sia dichiarato inagibile o inabitabile e che sia di fatto non utilizzato. Questa condizione deve essere accertata dall’ufficio tecnico comunale o documentata dal contribuente tramite una perizia di parte o una dichiarazione sostitutiva. La valutazione del giudice si baserà sulle prove fornite, potendo dare prevalenza alle perizie dell’ente impositore.

Una rendita catastale ridotta ha effetto anche per gli anni passati?
Sì. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente su questo punto, affermando che il giudice di merito ha sbagliato a non considerare l’effetto retroattivo (‘ex tunc’) di una rendita catastale rideterminata in autotutela dall’Agenzia delle Entrate. La nuova rendita, più bassa, doveva essere applicata anche per le annualità precedenti a quella della sua annotazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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