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Ricorso improcedibile per mancato deposito sentenza

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso improcedibile perché l’Agenzia delle Entrate non ha depositato la copia autentica della sentenza impugnata. Il caso evidenzia come un vizio di forma possa precludere l’esame nel merito di una controversia tributaria relativa a fatture per operazioni inesistenti.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ricorso Improcedibile: Quando un Errore Formale Costa il Giudizio

Il rigore delle norme processuali è un pilastro del nostro ordinamento giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda come la mancata osservanza di un adempimento formale possa portare a dichiarare un ricorso improcedibile, impedendo di fatto l’analisi delle questioni di merito. Il caso in esame, originato da una controversia tributaria, dimostra che la sostanza di una causa può essere irrimediabilmente compromessa da un vizio di forma, come il mancato deposito della sentenza impugnata.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da due avvisi di accertamento emessi dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di una società e di un suo socio per l’anno d’imposta 2009. Secondo il Fisco, la società aveva indebitamente utilizzato fatture per operazioni considerate inesistenti, emesse da altre due ditte.

I contribuenti avevano impugnato con successo gli atti impositivi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva i loro ricorsi. L’Agenzia delle Entrate aveva quindi proposto appello, ma anche in secondo grado le sue ragioni venivano respinte. Di conseguenza, l’Amministrazione decideva di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, affidando il proprio ricorso a due distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e la Difesa del Contribuente

L’Agenzia delle Entrate lamentava, con il primo motivo, la nullità della sentenza di secondo grado per motivazione solo apparente. Con il secondo motivo, invece, contestava la violazione e la falsa applicazione di numerose norme tributarie in materia di imposte sui redditi, IVA e IRAP, oltre a norme civilistiche in tema di onere della prova e presunzioni.

Dal canto suo, la società contribuente si costituiva in giudizio con un controricorso, resistendo alle pretese erariali e difendendo la correttezza della decisione impugnata.

Le motivazioni: il vizio che rende il ricorso improcedibile

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è mai entrata nel merito delle questioni sollevate dall’Agenzia delle Entrate. La decisione si è arrestata su un piano puramente processuale. I Giudici hanno rilevato una mancanza fondamentale: tra gli atti depositati dall’ente ricorrente, non figurava la sentenza impugnata.

Questa omissione costituisce una violazione diretta dell’articolo 369, comma 2, n. 2, del codice di procedura civile. Tale norma stabilisce, a pena di improcedibilità, che insieme al ricorso deve essere depositata una copia autentica della sentenza contro cui si ricorre, completa di tutti i suoi elementi costitutivi. Questo adempimento non è una mera formalità, ma un presupposto indispensabile per consentire alla Corte di Cassazione di avere piena conoscenza del provvedimento oggetto di censura e di valutare la fondatezza dei motivi di ricorso.

La mancanza di questo documento essenziale ha impedito alla Corte di procedere oltre. Il ricorso è stato quindi dichiarato ricorso improcedibile, senza alcuna valutazione sulle ragioni sostanziali che l’Amministrazione Finanziaria intendeva far valere.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla centralità delle regole processuali. Anche la causa con le argomentazioni di merito più solide può naufragare di fronte a un errore procedurale. Il mancato deposito della sentenza impugnata è un vizio insanabile che preclude alla radice la possibilità di un esame nel merito da parte della Suprema Corte. Per i professionisti legali, questa decisione ribadisce la necessità di una scrupolosa attenzione nella preparazione e nel deposito degli atti processuali, poiché ogni dettaglio formale può rivelarsi decisivo per l’esito del giudizio.

Perché il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato dichiarato improcedibile?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché l’Agenzia ricorrente non ha depositato, tra gli atti del fascicolo, una copia autentica della sentenza che stava impugnando, come richiesto dalla legge.

Cosa prevede la norma violata (art. 369, comma 2, n. 2, c.p.c.)?
Questa norma del codice di procedura civile esige, come condizione per la procedibilità del ricorso in Cassazione, il deposito di una copia autentica e completa della sentenza impugnata. La sua mancanza è un vizio che impedisce alla Corte di esaminare il ricorso.

La Corte di Cassazione ha analizzato le questioni fiscali sollevate nel ricorso?
No, la Corte non ha esaminato nel merito nessuna delle questioni fiscali (es. motivazione apparente, violazione di leggi tributarie). La dichiarazione di improcedibilità ha bloccato il giudizio a uno stadio preliminare, impedendo qualsiasi valutazione sulla fondatezza delle censure mosse dall’Agenzia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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