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Ricorso improcedibile per mancato deposito: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8609/2024, ha dichiarato un ricorso improcedibile per mancato deposito dell’atto introduttivo. La società ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese legali e al raddoppio del contributo unificato, in applicazione dell’art. 369 c.p.c.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ricorso Improcedibile per Mancato Deposito: Analisi di una Recente Ordinanza

Nel processo civile e tributario, il rispetto delle forme e dei termini procedurali non è un mero formalismo, ma un requisito fondamentale per la valida instaurazione del giudizio. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 8609/2024, ribadisce con chiarezza le gravi conseguenze derivanti da una dimenticanza cruciale: il deposito del ricorso presso la cancelleria della Corte. L’esito è un ricorso improcedibile per mancato deposito, una decisione che chiude le porte a qualsiasi discussione nel merito e comporta pesanti sanzioni economiche.

I Fatti di Causa

Una società in liquidazione decideva di impugnare una sentenza emessa dalla Commissione tributaria regionale della Campania, notificando il proprio ricorso per cassazione all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, la notifica dell’atto alla controparte è solo il primo passo di un percorso ben definito. Il passo successivo, e indispensabile, consiste nel depositare il ricorso stesso, insieme alla prova dell’avvenuta notifica, presso la cancelleria della Corte di Cassazione. Questo adempimento non è mai stato effettuato dalla società ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, riunita in camera di consiglio, ha preso atto della certificazione della propria cancelleria, la quale attestava che, a distanza di oltre un anno dalla data prevista, il ricorso introduttivo del giudizio non risultava depositato. Di fronte a tale palese violazione procedurale, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso improcedibile, senza nemmeno entrare nel vivo delle questioni sollevate dalla società.

Le Motivazioni: Il Ricorso Improcedibile per Mancato Deposito

La decisione si fonda sull’applicazione diretta e rigorosa dell’articolo 369 del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce che il ricorso deve essere depositato nella cancelleria della Corte, a pena di improcedibilità, entro venti giorni dall’ultima notificazione alle parti contro le quali è proposto. Il mancato deposito costituisce un vizio insanabile che impedisce la prosecuzione del giudizio.

La Corte sottolinea come la certificazione della cancelleria faccia piena prova dell’omissione. Non vi è quindi alcun dubbio sulla sorte del ricorso: deve essere ritenuto improcedibile. La notifica all’Agenzia delle Entrate, seppur correttamente eseguita, si rivela un atto del tutto inutile se non seguito dal tempestivo deposito presso l’organo giudicante.

Le Conclusioni: Conseguenze Economiche e Principio di Diritto

Le conseguenze di questa omissione sono duplici e significative. In primo luogo, la società ricorrente è stata condannata alla refusione delle spese legali in favore dell’Agenzia delle Entrate, liquidate in 5.400,00 euro.

In secondo luogo, la Corte ha dato atto della sussistenza dei presupposti per il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Citando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 20621/2023), i giudici hanno confermato che una pronuncia di improcedibilità, come quella in esame, obbliga la parte ricorrente a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello originariamente dovuto. Questa misura ha una chiara finalità sanzionatoria e disincentivante rispetto alla proposizione di ricorsi destinati a un esito negativo per ragioni procedurali. In sostanza, un errore formale si traduce in una condanna economica severa, a monito dell’importanza cruciale del rispetto delle regole processuali.

Cosa significa che un ricorso è “improcedibile”?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte a causa di un vizio procedurale fondamentale. Nel caso specifico, il vizio è consistito nel mancato deposito dell’atto di ricorso presso la cancelleria della Corte di Cassazione entro i termini di legge.

Qual è la conseguenza principale del mancato deposito del ricorso in Cassazione?
La conseguenza diretta è la declaratoria di improcedibilità del ricorso stesso. Questo comporta la chiusura definitiva del giudizio senza che le ragioni dell’appellante vengano valutate, rendendo definitiva la sentenza impugnata.

Oltre a perdere la causa, quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso improcedibile?
Le conseguenze economiche sono due: la condanna alla refusione delle spese legali sostenute dalla controparte (in questo caso, 5.400,00 euro) e l’obbligo di versare un ulteriore importo pari al contributo unificato già pagato per l’iscrizione a ruolo del ricorso, a titolo di sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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