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Riassunzione processo tributario: la Cassazione chiarisce

Un’agenzia fiscale ha impugnato una sentenza favorevole a un’azienda. Durante l’appello, l’azienda è fallita, interrompendo il processo. L’agenzia ha tempestivamente richiesto la riassunzione del processo tributario. Il tribunale d’appello ha erroneamente dichiarato estinto il giudizio per inattività, poiché la società fallita non si era presentata all’udienza. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la semplice presentazione dell’istanza di riassunzione da parte di una qualsiasi delle parti è sufficiente per proseguire il processo, rendendo irrilevante l’assenza in udienza.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riassunzione Processo Tributario: Basta l’Istanza, la Presenza non Serve

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15716 del 5 giugno 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla riassunzione processo tributario a seguito di un evento interruttivo come il fallimento. Questa decisione sottolinea che per la prosecuzione del giudizio è sufficiente il deposito tempestivo dell’istanza di trattazione da parte di una delle parti, rendendo irrilevante la successiva assenza in udienza. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante principio.

Il Contesto: Un Processo Interrotto dal Fallimento

Il caso ha origine da un controllo sulle operazioni di importazione di una società di elettronica, a seguito del quale l’Agenzia delle Dogane aveva emesso un avviso di rettifica e un provvedimento sanzionatorio. La società contribuente aveva impugnato con successo tali atti in primo grado.

L’Agenzia delle Dogane proponeva appello. Tuttavia, durante il giudizio di secondo grado, la società veniva dichiarata fallita. Questo evento, come previsto dalla legge, causava l’interruzione automatica del processo. Per evitare l’estinzione del giudizio, l’Agenzia delle Dogane depositava tempestivamente un’istanza di trattazione, chiedendo al giudice di fissare una nuova udienza per la prosecuzione della causa nei confronti della curatela fallimentare.

L’Errata Decisione della Commissione Tributaria Regionale

Nonostante la regolare istanza di riassunzione presentata dall’Ufficio, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) giungeva a una conclusione sorprendente. All’udienza fissata per la discussione, si presentava unicamente il funzionario dell’Agenzia, mentre nessuno compariva per la curatela fallimentare. La CTR, interpretando erroneamente la normativa, dichiarava estinto il giudizio per ‘inattività delle parti’. Secondo i giudici d’appello, la mancata costituzione o comparizione della parte fallita equivaleva a una mancata riassunzione, portando alla chiusura del caso senza una decisione nel merito.

La Riassunzione Processo Tributario secondo la Cassazione

L’Agenzia delle Dogane ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la CTR avesse violato le norme sulla riassunzione processo tributario. La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni dell’Agenzia, cassando la sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: nel contenzioso tributario, la riassunzione di una controversia interrotta avviene con la mera presentazione dell’istanza di trattazione al presidente della sezione. Tale istanza deve essere depositata nel termine di sei mesi dal provvedimento che dichiara l’interruzione. Una volta depositata l’istanza, è compito della segreteria della commissione comunicare alle parti la data della nuova udienza. La Corte ha specificato due punti cruciali:

1. Chiunque può riassumere: L’istanza di riassunzione può essere presentata indifferentemente da una qualsiasi delle parti in causa. Non è onere esclusivo della parte colpita dall’evento interruttivo (in questo caso, la curatela fallimentare).
2. L’assenza in udienza è irrilevante: La mancata presenza di una o addirittura di entrambe le parti all’udienza fissata dopo la riassunzione non ha alcun effetto sulla prosecuzione del giudizio. Il giudice non può dichiarare l’estinzione del processo per questo motivo, ma ha il dovere di pronunciarsi sul merito della causa. L’attività necessaria a impedire l’estinzione si esaurisce con il deposito dell’istanza di riassunzione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la certezza del diritto nelle procedure di contenzioso tributario. Stabilisce chiaramente che l’impulso processuale necessario per proseguire una causa interrotta è rappresentato dal semplice atto di deposito dell’istanza di trattazione. Le parti, e in particolare gli enti impositori, hanno così la garanzia che, una volta attivata correttamente la procedura di riassunzione, il processo andrà avanti fino a una decisione di merito, senza essere vanificato da formalismi errati o dalla mancata comparizione della controparte all’udienza.

Cosa è necessario fare per la riassunzione di un processo tributario interrotto?
È sufficiente la mera presentazione di un’istanza di trattazione al presidente della sezione, da effettuarsi nel termine di sei mesi dal provvedimento che dichiara l’interruzione.

La mancata presenza di una parte all’udienza dopo la riassunzione causa l’estinzione del processo?
No, la mancata presenza di una o di entrambe le parti all’udienza di trattazione è del tutto irrilevante ai fini della prosecuzione del giudizio e non ne può causare l’estinzione.

Chi può richiedere la riassunzione del processo?
La riassunzione può essere richiesta indifferentemente da una qualsiasi delle parti del processo, non solo da quella nei cui confronti si è verificato l’evento interruttivo (es. il fallimento).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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