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Riassunzione processo tributario: basta il deposito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5160/2025, ha stabilito un principio cruciale sulla riassunzione del processo tributario interrotto per morte di una parte. Contrariamente a quanto deciso dalla Commissione Tributaria Regionale, la Suprema Corte ha affermato che per la riassunzione del processo tributario è sufficiente il tempestivo deposito dell’istanza di trattazione in cancelleria. Non è onere della parte istante notificare l’atto agli eredi, in quanto tale compito di comunicazione della nuova udienza spetta alla segreteria dell’organo giudicante. La sentenza impugnata è stata quindi cassata con rinvio.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Riassunzione Processo Tributario: Il Deposito dell’Istanza è Sufficiente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto procedurale fondamentale: la riassunzione del processo tributario a seguito della sua interruzione. Quando una delle parti muore durante un giudizio, quali sono gli adempimenti necessari per far ripartire la causa? L’Agenzia delle Entrate deve notificare l’atto di riassunzione agli eredi o basta depositarlo in cancelleria? La Suprema Corte ha fornito una risposta chiara, ribaltando la decisione di merito e consolidando un importante principio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una cartella di pagamento emessa nei confronti di una società, e successivamente notificata a un ex socio a seguito della cessazione dell’attività. Il contribuente impugnava l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva il suo ricorso.

Durante il giudizio di appello promosso dall’Agenzia delle Entrate, il contribuente veniva a mancare. La Commissione Tributaria Regionale (CTR) dichiarava quindi l’interruzione del processo. L’Agenzia delle Entrate provvedeva tempestivamente a depositare un’istanza per la fissazione di una nuova udienza al fine di proseguire il giudizio nei confronti degli eredi. Tuttavia, la CTR dichiarava estinto il processo, motivando la decisione con la mancata notifica dell’atto di riassunzione agli eredi del defunto da parte dell’Agenzia.

Contro questa sentenza, l’Amministrazione finanziaria proponeva ricorso per cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Riassunzione Processo Tributario

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il motivo di ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza della CTR. Il Collegio ha ribadito un orientamento ormai consolidato: nel processo tributario, la riassunzione del processo tributario interrotto si perfeziona con il semplice deposito dell’istanza di fissazione dell’udienza presso la segreteria della commissione competente.

Il Ruolo della Segreteria

Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione degli oneri tra la parte processuale e l’ufficio giudiziario. Secondo la Corte, una volta che la parte interessata ha manifestato la volontà di proseguire il giudizio depositando l’istanza entro il termine di sei mesi dall’interruzione, il suo compito si esaurisce. Spetta poi alla segreteria della commissione tributaria provvedere alla comunicazione dell’avviso di fissazione della nuova udienza a tutte le parti, inclusi gli eredi del contribuente defunto.

La CTR ha errato nel dichiarare l’estinzione, poiché ha addebitato all’Agenzia un onere – la notifica dell’atto di riassunzione – che in realtà non le competeva. Tale onere di comunicazione gravava invece sulla segreteria. La Corte ha richiamato precedenti pronunce (Cass. n. 25363/2018 e n. 11661/2021) che confermano come, ai fini della tempestiva prosecuzione, rilevi unicamente la data di deposito dell’istanza di trattazione.

Nota sul Rifiuto della Notifica

In via preliminare, la Corte ha anche affrontato la questione del rifiuto, da parte degli eredi, di ricevere il plico contenente il ricorso per cassazione. È stato chiarito che il rifiuto del destinatario di ricevere l’atto processuale, attestato dall’agente postale, equivale legalmente a una notifica regolarmente eseguita a mani proprie. Non sono necessari ulteriori adempimenti, come quelli previsti dall’art. 8 della legge 890/1982, che si applicano solo se il rifiuto proviene da persone diverse dal destinatario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per i professionisti e le parti coinvolte in un contenzioso tributario. Essa chiarisce che la procedura per la riassunzione del processo tributario è più snella rispetto a quella del processo civile ordinario. La parte che intende proseguire il giudizio deve concentrarsi unicamente sul rispetto del termine semestrale per il deposito dell’istanza di trattazione, senza doversi preoccupare della successiva notifica. Questo principio semplifica gli adempimenti e sposta la responsabilità della comunicazione sull’apparato giudiziario, garantendo maggiore certezza procedurale. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e il giudizio rinviato alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame nel merito.

Come si effettua la riassunzione del processo tributario dopo la morte di una parte?
Secondo la Corte di Cassazione, la riassunzione si perfeziona con il semplice deposito dell’istanza di trattazione presso la segreteria della commissione tributaria, da effettuarsi entro sei mesi dal provvedimento che dichiara l’interruzione.

A chi spetta l’onere di comunicare la data della nuova udienza agli eredi della parte deceduta?
L’onere di comunicare alle parti, inclusi gli eredi, la data della nuova udienza di trattazione spetta alla segreteria della commissione tributaria, non alla parte che ha depositato l’istanza di riassunzione.

Cosa accade se il destinatario di un atto processuale rifiuta di riceverlo?
Il rifiuto di ricevere un atto processuale da parte del destinatario, attestato dall’agente postale, è legalmente equiparato a una notifica eseguita a mani proprie. L’atto si considera quindi regolarmente notificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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