Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 20467 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 20467 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 21/07/2025
REVOCAZIONE -AVVISO DI ACCERTAMENTO IRES 2012.
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 15685/2020 R.G. proposto da: RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro-tempore, con sede in Broccostella (FR), INDIRIZZO elettivamente domiciliata in Roma, INDIRIZZO presso lo studio dell’avv. NOME COGNOME dal quale è rappresentata e difesa in virtù di procura speciale in calce al ricorso per revocazione,
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore protempore, domiciliata in Roma, INDIRIZZO presso l’Avvocatura generale dello Stato dalla quale è rappresentata e difesa ex lege ,
-controricorrente – per la revocazione dell’ordinanza di questa Corte suprema di cassazione n. 26107 del 15 ottobre 2019;
udita la relazione svolta nell’adunanza in camera di consiglio del 16 aprile 2025 dal consigliere dott. NOME COGNOME
-Rilevato che:
La società RAGIONE_SOCIALE impugnava, dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Frosinone, l’avviso di accertamento n. TKQ032E00932/2014, notificato il 4 luglio 2014, emesso dall’Agenzia delle Entrate Direzione provinciale di Frosinone a seguito di indagini finanziarie nel corso delle quali erano stati riscontrati versamenti e prelevamenti ritenuti non giustificati.
In particolare, l’Ufficio determinava una maggiore IRES dovuta di € 25.698,00, una maggiore IRAP di € 4.333,00 nonché una maggiore IVA di € 9.744,00.
La RAGIONE_SOCIALE di Frosinone, con sentenza n. 454/2015, depositata il 26 maggio 2015, rigettava il ricorso proposto dalla società, compensando le spese.
Interposto gravame dalla contribuente, la Commissione Tributaria Regionale del Lazio -sezione staccata di Latina, con sentenza n. 9741/2016, pronunciata il 15 dicembre 2016 e depositata in segreteria il 29 dicembre 2016 , accoglieva l’appello dell’Agenzia delle entra te, rigettava l’appello della società e confermava quindi la legittimità dell’atto impugnato, condannando altresì l’appellante alla rifusione delle spese di lite.
Avverso tale ultima sentenza proponeva ricorso per cassazione la RAGIONE_SOCIALE sulla base di un unico motivo.
La Corte di cassazione, con ordinanza n. 26107 depositata il 15 ottobre 2019, accoglieva il ricorso, cassava la sentenza impugnata e rinviava per nuovo giudizio ad altra sezione della
C.T.R. del Lazio, anche per la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.
Con ricorso ex art. 391bis cod. proc. civ. del 29 maggio 2020 la RAGIONE_SOCIALE ha chiesto la revocazione di tale ultima sentenza, denunziando errore di fatto ex art. 395, n. 4), cod. proc. civ.
L’Agenzia delle entrate resiste con controricorso .
La discussione del ricorso è stata fissata, una prima volta, dinanzi a questa sezione per l’adunanza in camera di consiglio del 14 giugno 2023, ai sensi degli artt. 375, comma 2, e 380bis .1 c.p.c.
All’esito della camera di consiglio, questa Corte emetteva ordinanza interlocutoria (n. 24178 dell’8 agosto 2023) di rimessione a nuovo ruolo, in attesa della decisione delle Sezioni Unite, investite della questione riguardante l’ammissibilità della revoca zione in ipotesi di motivazione riferibile ad altro ricorso.
E’ stata quindi nuovamente fissata la discussione del ricorso dinanzi a questa sezione per l’adunanza in camera di consiglio del 16 aprile 2025, sempre ai sensi degli artt. 375, comma 2, e 380bis .1 c.p.c.
– Rilevato che:
La RAGIONE_SOCIALE deduce errore sull’intero oggetto del contendere da cui sarebbe affetta l’ordinanza impugnata. Infatti, con l’unico motivo di ricorso proposto per l’impugnazione della sentenza della C.T.R. del Lazio -sezione staccata di Latina n. 9741/18/2016 depositata il 29 dicembre 2016, la società ricorrente aveva denunciato violazione e falsa applicazione degli artt. 2697 e 2722 cod. civ., posto che , a suo dire, essa avrebbe assolto all’onere
probatorio che le incombeva, mediante la richiesta di C.T.U., considerata necessaria al fine di poter superare la presunzione legale che assiste le indagini finanziarie in ipotesi di accertamento basato su movimentazioni di prelevamenti e versamenti operati su conti bancari della contribuente.
Questa Corte, invece, con l’ordinanza impugnata, ha sì cassato con rinvio la sentenza della Corte tributaria regionale, ma sulla base di un motivo giammai dedotto dalla ricorrente, e cioè la violazione degli artt. 8, commi 2 e 3, della legge 20 novembre 1982, n. 890, e 60, comma 4, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, per avere ritenuto perfezionata la notifica dell’avvis o di accertamento, senza la prova della ricezione della raccomandata informativa del deposito dell’atto presso la casa comunale, non e ssendone sufficiente la sola spedizione.
Tale motivo, in effetti, non era stato in alcun modo dedotto dalla contribuente, che aveva, invece, eccepito la violazione e falsa applicazione degli artt. 2697 e 2727 cod. civ., in relazione all’art. 360, comma 1, num. 3), c.p.c., ovvero, in subordine, in relazione all’art. 360, comma 1, num. 5), dello stesso codice, deducendo che ella si era adoperata per poter assolvere all’onere probatorio su di lei incombente, mediante richiesta di C.T.U., al fine di superare la presunzione legale che assiste le indagini finanziarie in ipotesi di accertamento basato su movimentazioni di prelevamenti e versamenti sui conti correnti.
Con precedente ordinanza interlocutoria n. 24178/2023 dell’8 agosto 2023 questa Corte aveva disposto il rinvio a nuovo ruolo del giudizio, in quanto le SS.UU.CC. erano state
investite della questione riguardante l’ammissibilità della revocazione in ipotesi di motivazione riferibile ad altro ricorso.
Nelle more, con decreto del 7 ottobre 2024 il Presidente titolare della sezione ha disposto che il fascicolo riguardante il ricorso n. 839/2018 R.G., già definito con l ‘ordinanza n. 26107/2019 del 15 ottobre 2019, oggetto del presente giudizio di revocazione, sia richiamato dall’archivio e rifissato per la discussione congiuntamente al presente ricorso n. 15685/2020; ciò in considerazione di quanto previsto dall ‘ordinanza delle SS.UU. di questa Corte n. 31019/2023 del 7 novembre 2023 , con riferimento all’ esaurimento del potere giurisdizionale nel caso di decisione su motivi e su questioni non dedotte in giudizio.
P. Q. M.
Dispone il rinvio a nuovo ruolo, per la trattazione congiunta con il ricorso n. 839/2018 R.G.
Così deciso in Roma, il 16 aprile 2025.